Di Adriano Falanga
Rinviato a giudizio l’ex commissario Asl Maurizio Bortoletti per falso ideologico. Udienza fissata per il 7 marzo. La vicenda nasce nel maggio 2014 quando il sindaco Pasquale Aliberti con l’avvocato e consigliere delegato alla Sanità Brigida Marra, denunciarono l’ex dirigente sanitario in merito alla chiusura dell’ospedale Scarlato perché, adempiendo a quanto disposto dal decreto 49/2010, certificò nel Piano Attuativo Aziendale un tempo di percorrenza inferiore a cinque minuti tra Scafati e il Pronto Soccorso di Nocera, e inferiore a dieci minuti da Sarno. Una dichiarazione che motivò la chiusura del pronto soccorso scafatese e la sua uscita dalla rete delle emergenze. Dati smentiti da una relazione della Polizia Municipale del dicembre 2013, ma del resto, chiunque in questi anni sia stato costretto a ricorrere al pronto soccorso dell’Umberto I° di Nocera Inferiore sa benissimo che possono volerci anche 45 minuti in orario di punta. E come se non bastasse, la chiusura dello Scarlato ha comportato una costante congestione del nosocomio di Nocera, con il sovraffollamento del Pronto Soccorso e malati sistemati in barella nei reparti. Una decisione che la città di Scafati non ha mai non solo accettato, ma neanche compreso. Lo Scarlato, quanto a numero di prestazioni d’emergenza, era secondo solo al Ruggi D’Aragona di Salerno, servendo un bacino di oltre 250 mila abitanti. “Questa è una importante vittoria della città di Scafati e di chi non ha mai mollato anche quando altri, i soliti oppositori, sostenevano il contrario, facendo demagogia sulle responsabilità o addirittura tramavano, politicamente, insieme a chi aveva deciso la fine dello Scarlato – commenta oggi l’ex consigliera Marra – la dimostrazione che tutto nasceva da un macroscopico falso relativo ai tempi di percorrenza Scafati Nocera, cronometrati in 5 minuti. Un errore evidente, rispetto al quale nessuno ha mai osato opporsi al colonnello dei Fratelli d’Italia”.
Scafati doveva chiudere, così come già stabilito anche dalla bozza Zuccatelli della Giunta Bassolino, da cui è nato il decreto 49 a firma Caldoro. “E’ la dimostrazione che Scafati non doveva chiudere, come sostenuto dallo stesso PM Dottoressa Cassaniello che, nel provvedimento sostiene appunto che la falsa attestazione sui tempi, avrebbe tratto in inganno l’allora Commissario ad Acta Stefano Caldoro, fino ad indurre lo stesso alla chiusura, visto il grave deficit economico prodotto dalla gestione Bassolino. Il rinvio a giudizio del Commissario Bortoletti – prosegue la forzista – è un provvedimento che ci mette oggi più di ieri nelle condizioni di chiedere l’immediato stanziamento per i lavori funzionali alla riapertura, visto anche il nuovo Piano Ospedaliero, prima a firma Caldoro, oggi confermato dal commissario Polimeni al quale, pure avevo fatto appello”. Non solo, l’ex consigliera comunale intende andare oltre, e pensa anche al risarcimento danni. “Ci costituiremo parte civile e chiederemo, attraverso l’ex sindaco, un risarcimento danni di milioni di euro per i danni arrecati alla nostra comunità, sul piano della salute e dell’immagine”.
Bortoletti fu voluto da Cirielli, suo amico di corso
Nominato da Stefano Caldoro nel marzo 2011 come commissario dell’Asl Salerno, è restato in carica fino al luglio 2012, quando la sanità salernitana tornò in regime ordinario con incarico affidato ad Antonio Squillante. La Provincia era guidata dall’onorevole Edmondo Cirielli, allora Pdl oggi Fratelli D’Italia. Fu proprio quest’ultimo a indicarlo all’allora governatore campano. Bortoletti non solo è colonnello dei carabinieri come il parlamentare di Fdi, ma all’ex presidente di Palazzo Sant’Agostino è accomunato dall’essere nato nello stesso anno e dall’aver frequentato l’accademia dei carabinieri dal 1983 al 1985. “Mi piace ricordare l’opera di risanamento economico-finanziario portata a compimento alla guida dell’ASL che, nel marzo del 2011, al momento dell’assunzione della direzione commissariale perdeva oltre 700mila euro al giorno per un totale di circa 300 milioni di euro all’anno e che è stata lasciata dal colonnello Bortoletti con un avanzo di gestione del 2012 pari a 10 milioni di euro”. Così Cirielli, esprimendo soddisfazione per la candidatura dell’ex amico di corso alle elezioni europee del 2014, con Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale nella circoscrizione Nord-Est. Intervistato da Il Giornale nell’agosto 2012, l’ex commissario accusato oggi di falso ideologico dichiarò: “Il risamento è avvenuto senza tagli lineari, senza risorse aggiuntive, senza chiudere nulla e a legislazione invariata. Ho valorizzato innanzitutto il magazzino, che era superiore, come costo in percentuale, a quello della Fiat”.