Di Adriano Falanga
Centri anziani nella bufera, dopo la Villa Comunale tra le polemiche oggi è il centro San Pietro, ospitato nel nuovo centro sociale inaugurato circa un anno fa. Anche qui si raccontano di gestioni economiche “anomale”, creandosi due fronti opposti, quello dei soci che denunciano e del presidente, Sabato Romano, che si difende. Da chiarire che la gestione dei centri anziani non rientra nelle competenze dei servizi sociali del Comune, coordinati dalla Scafati Solidale, in quanto ogni centro è autonomo e indipendente. L’amministrazione comunale mette a disposizione i locali, la Villa per il centro città, il centro Sociale per San Pietro e locali privati in affitto a Bagni. Le polemiche su San Pietro vanno avanti da diverse settimane, sul tema c’è stata anche un’interrogazione del consigliere comunale del Pd Michele Grimaldi. Il neo consigliere ha ricevuto anche risposta dall’assessore competente Annalisa Pisacane, ma continua a palesare perplessità. “Ringraziamo l’Assessore per la risposta ma, ci duole dirlo, la consideriamo ampiamente insufficiente. Ringraziamo l’Assessore per la risposta ma, ci duole dirlo, la consideriamo ampiamente insufficiente”. Secondo Grimaldi dietro si nasconde una volontà precisa di tutelare personali bacini elettorali. “Sarebbe gravissimo se l’Amministrazione comunale, anche rispetto ad una vicenda così delicata, si lasciasse andare a valutazioni non di merito, ma di opportunismo – aggiunge il consigliere democratico – Per questo pensiamo sia utile e necessario procedere col commissariamento del Centro”.
Secondo Luca Celiberti, consigliere di amministrazione della Scafati Solidale, il “profilo basso” è stato tenuto in quanto il denunciante brogli è il cognato del presidente dell’istituzione Andrea Granata. Ciò nonostante si sono comunque tenute riunioni in cui sono stati convocati i protagonisti della vicenda. “Già dal 20 novembre scorso, con verbale n. 53, il sottoscritto ha evidenziato la proposta di commissariare il centro a seguito delle denunce, da me definite gravi, sui presunti fatti accaduti e denunciati dal socio La Feltra (cognato di Granata, ndr). Ricordo ai posteri che il C.D.A ha potere propositivo e non attuativo, il quale spetta al Direttore della Istituzione e che l’analisi dei fatti con relativa proposta è stata ampiamente svolta e burocraticamente redatta, ripeto già in tempi non sospetti”. Respinge le accuse Celiberti, anzi, a suo dire dietro c’è una voluta manovra politica del “burattinaio” di turno, per legittimare una richiesta di revoca del cda, così come si discute da giorni in maggioranza. “Preciso inoltre al “burattinaio” che se la mia poltrona occorre come merce di scambio per accontentare qualche consigliere di maggioranza egocentrico ed insaziabile o qualche altro consigliere “colpevole” del reato di appoggio esterno in associazione politica, sarebbe bastato dialogare pacatamente col sottoscritto, poiché nessuno è attaccato alla poltrona – aggiunge ancora l’ex presidente della commissione Bilancio – Concludo infine ribadendo il concetto del corretto ed unilaterale chiarimento politico, di cui resto in attesa così come coerentemente espresso pubblicamente”.