Di Adriano Falanga
Una volta portava acqua ai mulini della rinomata industria tessile che di fatto ha contribuito alla nascita e sviluppo della città di Scafati. Il Canale Bottaro oggi è una “selva oscura”, una boscaglia di steppaglie alte anche tre metri, e dentro rifiuti e animali di ogni genere. Non di certo una “toccata di salute” per le centinaia di famiglie che vivono sul canale, chiuso per lavori di dragaggio interrotti e mai più ripresi. La responsabilità della sua manutenzione è del Consorzio di Bonifica, che di rado, ma molto di rado, provvede a una veloce potatura. Flebile è anche l’impegno del comune nel sollecitare la pulizia, basti passare per piazza Vittorio Veneto e notare, proprio sotto le finestre di palazzo Mayer, lo stato di degrado avanzato del canale. Oggi è il gruppo consiliare di Fratelli D’Italia a lanciare l’ennesimo appello, tramite un’interpellanza al primo cittadino. “rileviamo l’assoluto abbandono degli alberi di via Zara che da tempo memorabile non subiscono la dovuta potatura, la cui altezza diventa sempre più ingombrante e la cui incuria rappresenta un rischio effettivo per i cittadini per il pericolo derivante dalla caduta dei loro rami e dalla moltiplicazione degli insetti, che trovano terreno facile di crescita insieme alle problematiche ambientali derivanti dal Canale Bottaro, non più percorso dalle acque del Fiume Sarno e coperto da vegetazione impropria e da rifiuti solidi urbani, oltre a segnalare la complessa questione ambientale di tale strada – scrivono Cristoforo Salvati e Mario Santocchio – chiediamo al sindaco quali azioni ha adottato o intende adottare per risolvere la questione specifica di stretta competenza di tale Ente e le annose e “complesse” questioni ambientali collegate”. C’è da dire che tali condizioni dello storico canale contribuiscono notevolmente ad accentuare il fenomeno delle esondazioni del Sarno, in quanto non rappresentano più una valvola di sfogo per i momenti di piena dovuti alle piogge incessanti. E nonostante ciò, al Consorzio di Bonifica è ancora dovuto il contributo per i “servizi resi”. Quali?