Scafati. Ampliamento Helios, la lettera che "inguaia" Casciello - Le Cronache
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Scafati. Ampliamento Helios, la lettera che “inguaia” Casciello

Scafati. Ampliamento Helios, la lettera che “inguaia” Casciello

Di Adriano Falanga

E’ forse uno dei momenti più difficili della sua carriera politico-amministrativa. Mimmo Casciello è sotto il “fuoco” delle polemiche, per il suo ruolo da vice presidente Acse, ma soprattutto per quello che ha ricoperto nel cda di Agroinvest quando era consigliere comunale con delega al Pip. Fdi e M5S incalzano nel ribadire la sua conoscenza nell’affare ampliamento Helios del 2015. Non solo Casciello era al corrente della volontà di ampliare l’attività dell’azienda di via Ferraris, ma l’avrebbe anche agevolata, grazie al suo ruolo di componente nel cda della società di trasformazione urbana che ha curato e gestito i pip dell’agro nocerino, tra cui ovviamente Scafati. Un’accusa pesante a cui Casciello è chiamato a dare spiegazioni, non tanto ai giornali, bensì alla “sua” gente, perché il rione Cappella in cui insiste la zona Pip e l’azienda di stoccaggio rifiuti, è il “regno elettorale”, nonché il territorio di residenza dell’ex consigliere comunale. <<L’ arte dell’insinuazione nella vita come in politica, è una tecnica terribile: non occorrono prove, riscontri certi, confessioni spontanee e non estorte. No, molto più semplice, più efficace: basta una “voce”, un “si dice”, un “sembrerebbe” resa da non si sa chi e non si sa a chi. Lo sanno bene, i professionisti dell’insinuazione, che quello che conta non è dire la verità, ma semplicemente insinuare il dubbio>>. Così Casciello sulla sua pagina Facebook, replicando alle accuse dei grillini. <<E quando un giorno si dimostrerà come spesso accade, che era tutta una bufala, una notizia buttata lì senza verifiche, magari da una mano diabolica che l’ha “lavorata” faranno finta ancora una volta di nulla. Io però, sarò pronto a perdonarli. Senza odio, senza rancori>>. Secondo la difesa dell’alibertiano, la cessione di ulteriori 10 mila mq alla Helios in area Pip (poco distante dall’attuale opificio) sarebbe avvenuta dopo le sue dimissioni. Si ragiona però sul filo dei giorni, se non delle ore addirittura. Casciello si è infatti dimesso il 4 agosto 2015, mentre la firma alla convenzione tra l’amministratore delegato della Agroinvest Guido Calenda e il legale rappresentante della AM Tecnology (stessa proprietà Helios) è avvenuta il giorno successivo, 5 agosto.

1-residenti-helios I detrattori si basano sul “non poteva non sapere”, ribadendo che “impossibile che tutto sia avvenuto in sole 24 ore, e Casciello, in quota Scafati, non sapesse della trattativa in corso con l’azienda che ha portato la puzza e i rifiuti a Cappella”. A smentire l’alibertiano è anche un documento firmato dal dirigente Area Amministrativa di Agroinvest, datato 30 luglio 2015, protocollo 1441, in cui trasmette al cda la bozza della convenzione di assegnazione del lotto in area Pip di Scafati alla AM Tecnology. Il funzionario scrive testualmente: <<Con riferimento alla richiesta di AM Tecnology srl e all’indirizzo espresso da parte dello stesso Comune per il tramite del consigliere Casciello, si trasmette in allegato bozza di convenzione…>>. Sapeva quindi il Comune di Scafati, e non solo, premeva anche per la conclusione dell’operazione. Si voleva quindi concedere l’ampliamento alla società attualmente commissariata dalla Procura di Nocera Inferiore per reati ambientali. Sull’operazione (che raccontiamo nel dettaglio a parte) la Procura Antimafia avrebbe chiesto una consulenza tecnica per verificare la sua liceità. Chiaramente al momento non c’è nessuna notizia o ipotesi di reato, nessun avviso di garanzia, nessun fatto penalmente rilevante. Ma a pesare sulle spalle di Casciello è la responsabilità politica di aver eventualmente raccontato una verità parziale di quanto accaduto. Ovviamente salvo smentite.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

1-pipLa vicenda nasce nell’ottobre 2011, quando l’Igiene Urbana (oggi Helios) presenta domanda di assegnazione di lotti in area Pip, adiacente all’area industriale in cui ha avviato l’attività di stoccaggio e lavorazione rifiuti in via Ferraris. Successivamente nel dicembre 2014 l’azienda comunica ad Agroinvest di aver interesse a far confluire il progetto industriale della Igiene Urbana srl nella AM Tecnology Srl di cui sono proprietari i medesimi soci e che quest’ultima società avrebbe acquisito, tramite cessione di ramo d’azienda, la società AM Ambiente stl, in liquidazione e assegnataria del lotto industriale n.2 del pip “Taurana” del Comune di Angri. Avendo però la AM Ambiente rinunciato al lotto, il credito di 621.600 euro oltre iva vantato con Agroinvest veniva di fatto trasferito alla AM Tecnology srl. E’ da questo momento che nasce l’operazione accorpamento e recupero credito. La Stu accetta il trasferimento del credito e l’accorpamento del progetto industriale della AM Tecnology con l’Igiene Urbana e con la convenzione siglata il 5 agosto 2015, la stessa che avrebbe goduto del “beneplacito” del Comune di Scafati per “il tramite di Casciello”, viene definita l’operazione. Alla AM Tecnology viene assegnato il lotto Li22 in area pip di Scafati, per una superficie totale di quasi 10 mila mq. Il prezzo pattuito è pari ad euro 1,48 milioni oltre iva. Dalla somma viene però defalcato l’importo di euro 621 mila, derivante dalla rinuncia al lotto in area pip di Angri della AM Ambiente. Una compensazione che porta il prezzo definitivo di vendita a 861 mila euro più iva. In pratica, al Comune di Angri sono andati i 621 mila euro, e a Scafati i rifiuti. L’Igiene Urbana versa un acconto di oltre 82 mila euro contestualmente alla sottoscrizione della convenzione, il saldo tramite effetti cambiari di 30 mila euro l’uno da pagarsi mensilmente nel periodo 30.09.2015-31.08.2017. Una dilazione di pagamento concessa da Calenda contro il parere del dirigente, che nella lettera citata sopra si raccomandava di “non superare il 31.12.2016”. Il saldo dei restanti 247 mila euro iva inclusa sarebbe avvenuto solo se Agroinvest avesse dato il via alle opere di urbanizzazione nell’area scafatese. Cosa mai avvenuta.

LE DIMISSIONI DI CASCIELLO

2-aliberti-casciello-300x336Nel 2015 Mimmo Casciello ha ricoperto sia il ruolo di consigliere comunale delegato al Pip che amministratore di Agroinvest, in rappresentanza del socio Comune di Scafati. Ricordiamo all’attivo la promessa di un finanziamento milionario per avviare le opere di urbanizzazione nell’area da parte della Regione Campania. Soldi mai arrivati, nonostante le pressanti garanzie di “firma a breve” offerte in occasione della campagna elettorale di maggio, in cui erano candidati gli uscenti governatore Stefano Caldoro e la moglie del sindaco Pasquale Aliberti, Monica Paolino. Fu anche istituito un apposito settore in Staff, per la gestione del finanziamento ad opera del Comune di Scafati. <<Non essendo possibile erogare un eventuale finanziamento di tipo comunitario alla partecipata Agroinvest spa il cui capitale sociale non è interamente pubblico – così un dimissionario Casciello – la società Agroinvest è dunque svincolata dalle attività per l’attuazione del Pip di Scafati, e quindi la mia presenza nel cda era politicamente inopportuna>>. Poi rassicurava: <<I 27 milioni di euro possono essere ancora concessi in quanto per i finanziamenti superiori ai 5 milioni di euro non trova applicazione il termine del 31 dicembre>>. In realtà le dimissioni erano un atto dovuto, conseguenza della trasformazione di Agroinvest in società con amministratore unico, frutto dell’avvento in Regione di Enzo De Luca.

IL “CONFLITTO ALIBERTIANO”

aliberti tv“Si, l’ho già detto anche agli inquirenti, ho rapporti professionali con l’Igiene Urbana fin dal 2005”. Pasquale Aliberti chiarì la sua posizione professionale con l’azienda che ha aperto il sito di stoccaggio in via Ferraris, cedendolo poi alla Helios spa, comunque legata ad unico gruppo in cui esiste anche la Am Tecnology. Durante lo spazio televisivo istituzionale finanziato dal piano della Comunicazione di Palazzo Mayer sull’emittente Lira Tv, Aliberti ammise anche: <<Un sindaco dovrà vivere le pare? Abbiamo una società che svolge visite mediche del lavoro da anni e fin dal 2005, ben tre anni prima che fossi eletto sindaco nel 2008, tra i nostri clienti vi è l’Igiene Urbana, che lavora con il Comune di Scafati o la sua partecipata Acse ancor prima della mia amministrazione e attualmente si occupa dello spazzamento. Un servizio avuto tramite gara ad evidenza pubblica>> specifica Aliberti. <<Prima che facessi il sindaco avevo rapporti professionali con tre aziende dell’area industriale, da quando sono stato eletto i rapporti sono sempre quelli. Dovevamo preoccuparci se avessi incrementato il parco clienti, cosa che non ho mai fatto. Non ho mai chiesto a nessuno, da sindaco, di rivolgersi alla nostra società per le visite mediche>>. A lavorare con la partecipata Acse, di cui oggi Mimmo Casciello è ancora vice presidente, non è stata la sola Igiene Urbana però, ma tutte e tre le aziende del gruppo. La AM Tecnology si è occupata di spazzamento veloce per un anno (fino al 31.12.2016) al costo di 316 mila euro. La Helios srl ha invece un contratto di poco meno di 22 mila euro fino al 31 agosto 2017, per il servizio di selezione e pressatura di carta e cartoni.

LE ACCUSE: “VITTIME E CARNEFICI”

1-santocchio_mario<<In questi anni questi signori hanno svolto il ruolo di carnefici, vendendosi la citta alle lobby dei rifiuti per tornaconti personali, e poi mascherandosi con la menzogna partecipavano alle manifestazione di protesta per rappresentare le vittime, e quindi protestavano contro le lobby con cui si erano accordati in precedenza>>. Parole pesanti, pronunciate dall’ex consigliere comunale Fdi e già amministratore delegato Agroinvest, Mario Santocchio. <<Senza ombra di dubbio vanno inchiodati alle loro responsabilità e giusto che chi ha danneggiato paghi i danni fatti alla citta e ai cittadini. Ed hanno ancora il coraggio di recitare che fanno politica per passione – spiega ancora Santocchio – La Citta ha bisogna di discontinuità rispetto al sistema che è caduto sotto la spada dello scioglimento per infiltrazione. Impediremo con tutte le nostre forze che il Pip si trasformi nella pattumiera della Campania e da qui il nostro appello alla Commissione Straordinaria di chiedere alla Regione Campania il finanziamento del Pip vero volano della economia locale”. A puntare l’indice anche il meet up 5 Stelle di Scafati in Movimento: <<A Scafati gli interessi personali hanno prevalso sull’interesse pubblico. Questa è la colpa grave dell’amministrazione Aliberti. Responsabilità politiche che hanno gravato sulla salute e sulla vivibilità della città e che non hanno bisogno di tribunali o avvisi di garanzia per essere certificate. Il “Sistema Scafati” ha dato il colpo di grazia ad una città già martorizzata sul piano ambientale. Il Pip di via Sant’Antonio Abate da possibili volano dell’economia a pattumiera della Campania, svenduto alle lobby dei rifiuti. Per questa colpa la vostra coscienza non avrà mai assoluzione>>