Di Adriano Falanga
La città si allaga, anche laddove non dovrebbe, e in certe zone c’è un qualcosa che amplifica, piuttosto che ridurre, il fenomeno. Sono le caditoie, meglio noti come i tombini di scolo della rete fognaria. L’infrastruttura è chiaramente vetusta, carente e precaria per far fronte alle forti portate d’acqua che si generano sulla superficie, ma spesso non riesce neanche a far fronte al carico per cui è stata progettata. Colpa delle caditoie ostruite, in alcuni punti addirittura coperte dai recenti lavori di riasfaltatura del manto stradale. E’ così a via Domenico Catalano, via Luigi Sturzo e via Giacomo Mateotti, dove i tombini di scolo sono pressoché inesistenti, contrariamente alla normativa che li vuole presenti ogni tot metri. E quelle poche che ci sono, sono ostruite. Ecco spiegato il motivo per cui l’angolo tra corso Trieste e via Sturzo si allaga, isolando di fatto il centro storico. In alcuni punti l’acqua arriva ai fari delle auto e spesso si è reso necessario l’intervento dei pompieri per liberare le auto in panne.
Tocca alla Gori la manutenzione del sistema fognario, ma è compito del Comune la pulizia delle caditoie. E così la giunta comunale corre ai ripari e stanzia 25 mila euro per la loro manutenzione. Fondi, si legge nella delibera, prelevati dal capitolo di bilancio destinato alla manutenzione ordinaria immobili comunali e scuole. “Le caditoie ostruite non drenano l’acqua, lasciando che questa scorra sulla sua superficie senza finire nella fognatura sottostante. Come amministrazione abbiamo già deliberato in tal senso, e stiamo provvedendo alla pulizia dei tombini ostruiti. Chiaramente questo non risolve il problema – spiega Raffaele Sicignano, assessore a Bilancio e Manutenzione – ma almeno può ridurre i disagi in alcune zone. Per quanto rientra nelle nostre competenze”. Volendo essere polemici, trattandosi di manutenzione ordinaria, forse si dovrebbe intervenire prima, e tramite un crono programma preciso e dettagliato. Ma la manutenzione, è cosa nota, è una spina nel fianco di Palazzo Mayer.
LE PROTESTE
E’ stato un week end da dimenticare per gli scafatesi, quello che secondo i pessimisti è solo un anticipo di ciò che sarà “servito” durante i mesi invernali. La città si allaga, spesso anche con una certa facilità, tanto da costringere intere famiglie ad essere chiuse in casa. “Torna la pioggia e tornano puntuali gli allagamenti a Scafati. Un appuntamento oramai risaputo a cui l’Amministrazione si fa trovare, come di consueto, impreparata: ritardo nella realizzazione della rete fognaria i cui lavori acuiscono ulteriormente il problema, mancanza di manutenzione ordinaria, anche quella più banale come la pulizia delle caditoie, lavori di rifacimento del manto stradale fatti male, dalle pendenze alle buche che subito si formano – Così Margherita Rinaldi, Pd – cittadini sequestrati in casa, costretti a spalare acqua e fango dalle proprie abitazioni. Scene che si ripetono ogni anno a cui non si pone alcun rimedio. Certo il problema è più grande ed ha più concause ma questa Amministrazione non fa neppure il minimo di sua competenza, preferendo come al solito lo scaricabarile piuttosto che essere vicino ai cittadini, non con attestati di solidarietà ma con risposte concrete”. “ Ancora una volta gli abitanti di corso Trieste così come quelli di via Terze e di via Nuova San Marzano, ma anche altri residenti di diverse aree periferiche cittadine, hanno vissuto una domenica infernale, subendo numerosi danni – così il meet up grillino di Scafati in Movimento – Come è possibile che nonostante le sfilate e le passerelle delle campagne elettorali degli ultimi 10 anni alla fine il problema, non solo non si risolve, ma aumenta piuttosto che diminuire? Questa non è una battaglia nei confronti dell’amministrazione comunale, provinciale o regionale ma è una battaglia di dignità e civiltà. Dov’è la sicurezza e quali rischi ci sono per la salute? Si può chiamare civile un paese che di fronte ad episodi di questo tipo si preoccupa più di beghe politiche e giudiziarie, piuttosto che degli effettivi rischi e disagi corsi da centinaia di persone sparse nei vari centri cittadini? È finito il tempo delle accuse e quello della dietrologia – incalzano gli attivisti – è arrivato il momento di battersi anche con gli organi sovracomunali per ottenere la dignità i servizi che davvero renderebbero i cittadini orgogliosi di Scafati. Basta teatrini”. Getta acqua sul fuoco l’assessore all’Urbanistica Nicola Acanfora: “Se mi guardo intorno vedo non una città, non l’agro nocerino sarnese ma mezza Italia sott’acqua, si chiama rischio idrogeologico”. In stile veneziano la proposta del consigliere di maggioranza Diego Del Regno. “Premesso che se da un lato è vero che il compito di risolvere definitivamente il problema degli allagamenti è di natura sovra-comunale (Arcadis col Grande Progetto Sarno), è pur vero che dobbiamo cercare di alleviare i disagi che questi eventi portano ai cittadini – osserva l’alibertiano – al fine di evitare ulteriori danni ai genitori che, non accompagnando i figli a scuola per l’acqua alta, hanno problemi con il lavoro o a coloro che devono ricevere medicinali o debbano raggiungere mezzi pubblici, propongo – dopo aver individuato i punti critici e se possibile – l’approvvigionamento di passerelle rialzate da installare in previsione di forti piogge. Per un motivo diverso, potremmo tornare ad essere la Piccola Venezia”
ALIBERTI CHIAMA DE LUCA: “SUBITO UN TAVOLO TECNICO”
“Alla prima pioggia i paesi dell’Agro e del vesuviano sono stati costretti in ginocchio. La giornata di domenica – ha dichiarato il primo cittadino Pasquale Aliberti – è stata a dir poco drammatica, per la protezione civile, il volontariato e i cittadini scafatesi, che non sono stati in grado, da soli, di tamponare gli enormi disagi. Il tutto, infatti, è stato gestito con risorse esigue. Quanto accaduto ieri, è la dimostrazione che non possiamo più attendere. E’ vero che esistono e sono una realtà progettazioni, gare d’appalto, interventi per i territori più colpiti, ma la soluzione definitiva al problema degli allagamenti prevede tempistiche più lunghe. L’appello alla Regione Campania e al presidente De Luca è, pertanto, quello di convocare ad horas un tavolo tecnico con i sindaci dell’Agro e del vesuviano e i tecnici regionali, per capire come affrontare l’emergenza quotidiana, qualora si ripresenteranno le stesse condizioni di calamità naturale, nonchè l’eventualità di incrementare mezzi e uomini con una compartecipazione della Regione, attraverso una collaborazione tra enti. Si chiede, pertanto, un intervento immediato, nel pieno rispetto delle istituzioni e delle opere che si stanno mettendo in campo”.