Di Adriano Falanga
Notificato nella tardi mattinata di ieri, dall’ufficiale giudiziario di Nocera Inferiore, il ricorso al Tar a nome del sindaco avverso l’ordinanza sull’abbattimento della tettoia presso la sua proprietà. Questo a seguito della Scia negata al primo cittadino dal dirigente dell’ufficio tecnico di Palazzo Mayer, dal sindaco stesso nominato. Tradotto in parole povere, creata la causa dell’incompatibilità. Ergo, avviato l’iter per la decadenza di Pasquale Aliberti. Del resto il primo cittadino lo aveva già anticipato ai suoi consiglieri nella riunione di giovedi sera. Tra non pochi malumori, Aliberti ha spiegato di non voler sentire più le loro ragioni contrarie, ma di spiegare tutto alla città in una lettera aperta. Sarebbe questo, e non solo l’approvazione di una delibera pro ospedale e della convenzione Agroinvest, il motivo per cui Aliberti avrebbe chiesto la convocazione del consiglio comunale già dal 29 ottobre. I tempi stringono, il processo della decadenza comporta l’apertura in consiglio comunale e successivi altri due per la votazione finale. Tutto questo entro metà dicembre, data utile per potersi ricandidare al suo terzo mandato. Se non ci sarà un ordine aggiuntivo, in aula un consigliere di maggioranza, forse Mimmo Casciello o Brigida Marra, solleveranno la sopraggiunta incompatibilità.
Aliberti decide così di andare avanti, contro la volontà di almeno quattro suoi consiglieri comunali: Alfonso Carotenuto, Pasquale De Quattro, Roberto Barchiesi, Diego Del Regno mentre è nota la posizione contraria anche dello stesso vicensindaco Giancarlo Fele, chiamato a fare le sue veci fino alle nuove elezioni. Probabilmente non tutti gli negheranno la sfiducia (del resto, se la legge è chiara, bisognerà votarla) ma c’è chi, come lo stesso Fele, non sarebbe disposto a ricandidarsi, ritenendo la scelta un suicidio politico. Chiamato in causa, Fele minimizza: “Se il sindaco ritiene che allontanarsi da questa pressione così forte a cui è quotidianamente sottoposto possa farlo ritrovare un po’ di tranquillità, è giusto lo faccia”. Troppi argomenti in sospeso, quali il Pip, il Puc, l’ospedale Scarlato, la Ex Copmes, il Polo Scolastico. Tutti argomenti su cui l’opposizione potrebbe “cullarsi” in campagna elettorale. E poi, sostengono parte dei suoi, la rottura con Pasquale Coppola, Pasquale Vitiello e Stefano Cirillo potrebbe dare vita a una coalizione alternativa di centrodestra. Questo toglierebbe consensi rischiando di finire ad un ballottaggio. Opzione che potrebbe vedere l’alleanza degli avversari contro l’uscente cittadino al terzo mandato consecutivo. Sono tutte variabili che Aliberti conosce bene, ma chi lo conosce lo ha sentito dire più volte che vuole rimettersi in gioco, e dare alla città la possibilità di premiarlo o bocciarlo.
Tutto pronto, almeno otto le liste, con dentro diversi ex esponenti di centrosinistra. Una mossa, quella dell’incompatibilità programmata, attuata sul filo della legge, in quanto il contenzioso sarebbe creato ad arte. Un artifizio legale che proietta la città a nuove elezioni nella primavera del 2016. Aliberti contro tutti (o quasi) e in un momento politico difficile per lui, con un avviso di garanzia per corruzione e concussione, abuso d’ufficio, associazione per delinquere e voto di scambio politico mafioso. Ma lui tira dritto, convinto che la città stia dalla sua parte. Perché la decadenza e non le dimissioni? Perché nel secondo caso la città potrebbe vederla come un cedimento, e porterebbe Palazzo Mayer al commissariamento fino a nuove elezioni. Con la decadenza il consiglio comunale resta in piedi e i poteri passano al vice sindaco. In questo modo sarebbe molto più semplice per il primo cittadino condurre una nuova campagna elettorale.