Di Adriano Falanga
“Ogni iniziativa diversa deve avere il nostro placet perché c’è bisogno anche della compatibilità urbanistica. La strada che abbiamo avviato è quella che mi convince più di tutte anche perché le altre sono solo fantasie”. Così Pasquale Aliberti, in merito alla notizia dello “scippo” del Polverificio Borbonico ad opera della Soprintendenza pompeiana. Domenica mattina, nel corso di un convegno a Paestum alla Borsa internazionale del turismo archeologico, il soprintendente pompeiano Massimo Osanna ha manifestato l’intenzione di utilizzare l’imponente struttura scafatese, a pochi metri dal confine con Pompei, nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’area archeologica tra le più note al mondo. “Abbiamo un progetto di valorizzazione in fase avanzata per l’acquisizione della struttura. Il nostro interlocutore è il Demanio. Questo è un vantaggio enorme per il comune di Scafati” ricorda Aliberti. Nel luglio scorso, a visitare il Polverificio Borbonico fu il direttore generale del Demanio dottor Roberto Reggi (in foto, con il deputato Guglielmo Vaccaro). Aliberti parlò di un progetto di riqualificazione dell’intera area, un progetto ambizioso su cui necessita però acquisire al patrimonio comunale il rinato Polverificio Borbonico. “Bisogna ragionare su diversi milioni di euro, su cui potrebbe esserci anche l’interesse del privato – spiegava il sindaco – noi ci mettiamo un’idea progettuale di valorizzazione dell’area su cui bisognerà poi discutere”. Un progetto che potrebbe portare risorse e creare opportunità di rilancio economico, sposando il flusso turistico della vicina Pompei. Il parco è un’oasi botanica di sei ettari, con un viale di platani molto suggestivo e scenografico. Molto soddisfatto si mostrò il dottor Reggi. “Il comune di Scafati è molto credibile grazie anche all’ottimo lavoro fatto. Ritengo che un partenariato con il privato sia indispensabile – così il direttore generale del Demanio – noi siamo a disposizione. Dobbiamo però portare avanti un lavoro immane per regolarizzare l’immobile qualora lo si dovesse trasferire al comune di Scafati con l’area retrostante”.