Di Adriano Falanga
La sospensiva del resto era inutile, dopo il 27 novembre c’è stato il consiglio “fotocopia” del 9 dicembre, e la decadenza per il primo cittadino Pasquale Aliberti sembrava essere già accantonata. Il Tar ha deciso di non decidere e rinvia il tutto a data da destinarsi. Se avesse legittimato la seduta contestata, si sarebbe potuto aprire ancora uno spiraglio per ritornare al voto, ma oramai tutto è finito nei meandri, lunghi e burocratici, della Giustizia italiana. “Una decisione che non cambia nulla, ero e resto sereno sulle procedure che ho portato avanti, sempre nel rispetto delle leggi” il commento di Pasquale Coppola, che ha presentato la richiesta di sospensiva. Una decisione che sarebbe dovuta arrivare entro il 9 dicembre, ma oramai tutto è stato compiuto, i consigli si sono tenuti e Aliberti resta nel pieno dei suoi poteri. E’ ironico il sindaco: “Il presidente Coppola è competente in materia, è giusto che fosse lui a decidere sulle procedure adottate e sia ancora lui ad esprimere eventuali pareri”. Non si aspettava diversamente Mario Santocchio: “Ormai si tratta soltanto di una coda giudiziaria generata da un capriccio del Don Rodrigo di turno. La verità è che la farsa della decadenza è saltata per l’opposizione messa in campo dai magnifici nove. Tra qualche anno arriverà la decisione nel merito quando non servirà più a nessuno”.
Sulla stessa linea anche Marco Cucurachi, Pd: “La decisione del TAR di Salerno di rinviare ad un’udienza di merito da fissare nei prossimi mesi non mi scandalizza, non mi meraviglia e non mi preoccupa, perché’ prima o poi verrà chiarito se quel consiglio del 27 novembre, sul quale già il Prefetto ha espresso le sue considerazioni, sia legittimo o meno. Una cosa è certa ed incontrovertibile e cioè che la decadenza costruita ad arte da Aliberti è stata bloccata ed archiviata definitivamente soprattutto per le attività messe in campo politicamente, amministrativamente e legalmente dal Partito Democratico”. Oltre al giudizio del Tribunale Amministrativo Regionale, pende anche l’esposto alla Procura presentato sempre da Coppola e che ha comportato l’apertura di un fascicolo d’inchiesta. In quel fascicolo la Procura di Nocera Inferiore sta verificando le posizioni e gli eventuali reati commessi da tutti gli attori che – in un modo o nell’altro – avrebbero contribuito in concorso al disegno “decadenza lampo” del primo cittadino di Scafati. In primis, la magistratura, dopo la segnalazione al Prefetto e la denuncia presentata dalle opposizioni, sta controllando l’iter tecnico. Nel mirino ci sono tutti i passaggi eseguiti nel rapido diniego alla richiesta di Scia presentata dal cittadino Pasquale Aliberti per la realizzazione di una tettoia, a cui ha successivamente rinunciato. Sotto esame anche il veloce diktat sull’incompatibilità nonché il parere legale sulle diverse convocazioni di consiglio emessi dal dimissionario avvocato comunale Francesco Romano. La Procura inoltre ha chiamato in causa anche l’operato del consigliere comunale “anziano” Teresa Formisano per aver convocato le assise scavalcando il ruolo del presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola su richiesta dei consiglieri comunali Daniela Ugliano, Alfonso Pisacane, Michele Raviotta, Brigida Marra e Francesco Vitiello. Un gioco forza del sindaco, quello sulla decadenza, che ha comportato una crisi di maggioranza che dovrebbe risolversi, in positivo o negativo, tramite voto ad una mozione di sfiducia nei confronti di Pasquale Aliberti, da tenersi in un imminente consiglio comunale.