
di Erika Noschese
Il porto di Salerno è tornato ad essere teatro di arrivi di migranti, accogliendo nella mattinata di ieri la nave Aita Mari con a bordo 108 persone provenienti da un ampio ventaglio di nazioni, tra cui Eritrea, Etiopia, Pakistan, Sudan ed Egitto. Tra i volti segnati dalla traversata, si contano dieci donne adulte, una delle quali in attesa di un bambino, e cinque minori che hanno affrontato il viaggio senza l’accompagnamento di figure adulte. Questo sbarco, il trentanovesimo registrato nella città campana, segna il primo evento di questo genere nel nuovo anno 2025. L’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Salerno, Paola de Roberto, ha offerto una lettura dettagliata della composizione del gruppo di migranti, focalizzandosi in particolare sulla presenza dei più giovani: “Sicuramente il numero è inferiore rispetto agli altri sbarchi, parlo dei minori stranieri non accompagnati, sono cinque, solo uno dovrebbe essere al di sotto dei 16 anni, quindi preso in carico da noi come politiche sociali. Verificheremo la situazione, naturalmente, della donna incinta e soprattutto se ci sono storie di violenza particolare sulle donne. Considerata, però, la composizione delle persone che arrivano un po’ dappertutto, presumiamo che tutti siano stati in qualche modo vittime di violenze, anche gli uomini, come ahimè spesso accade”. Le parole dell’assessore sottolineano una realtà dolorosa e sempre più diffusa tra coloro che intraprendono questi pericolosi viaggi. Un punto cruciale sollevato dall’assessore de Roberto riguarda l’evoluzione del ruolo delle politiche sociali nella gestione degli sbarchi e dell’accoglienza: “Diciamo che si è perso già da qualche tempo: ultimamente, ancora di più. Gestiamo una logistica che, per l’amor del cielo, è importante per garantire un arrivo in sicurezza. Siamo e saremo sempre vicino alla Prefettura e alle istituzioni che, in qualche modo, devono gestire questi arrivi. Noi ci occupiamo di persone, per cui confidiamo di poter intervenire sulle situazioni di disagio psicologico, sulle necessità dei minori, su quelli che sono i bisogni primari di persone che hanno subito dei viaggi così strazianti”. L’assessore ha poi chiarito ulteriormente questo cambiamento di paradigma: “Non più accoglienza ma una gestione dell’emergenza, un supporto logistico”. Questa affermazione evidenzia una trasformazione nell’approccio, spostandosi da un modello di accoglienza strutturata a una risposta più immediata e logistica alle esigenze primarie. Il questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, ha descritto le prime fasi operative successive allo sbarco, ponendo l’accento sulle priorità sanitarie e di identificazione: “Come state notando l’attenzione adesso è rivolta all’aspetto sanitario, quindi con i medici e paramedici si sta vedendo la loro posizione sanitaria e poi successivamente ci sarà l’identificazione anche per capire la loro provenienza e se hanno diritto e a che cosa hanno diritto”. Il questore ha poi focalizzato l’attenzione sui più vulnerabili tra i nuovi arrivati: “Sì, bambini piccoli sono i primi che sono scesi. Sono i primi che adesso dopo la parte sanitaria vengono condotti lì a via dei Carrari per iniziare le procedure relative alla loro identificazione”. Un’attenzione particolare è stata riservata anche alla donna in stato di gravidanza: “Ci risulta una donna interessante, anche lei è già scesa. Stiamo dando l’attenzione prima a queste persone che hanno bisogno di maggiore cura, ma la nostra finalità è anche cercare di capire questi come sono arrivati nelle nostre acque, se ci sono a bordo persone che hanno agevolato il loro ingresso clandestino in Italia”. Le parole del questore delineano un approccio operativo che mira a garantire la sicurezza, la salute e l’identificazione dei migranti, senza tralasciare l’aspetto investigativo. Infine, l’assessore de Roberto ha espresso una preoccupazione riguardo alle limitazioni operative imposte dal rapido trasferimento dei migranti verso altre destinazioni: “Vengono immediatamente smistati, quindi è difficile dargli quella prima accoglienza importante e poter operare in base alle necessità”. Questa riflessione pone in luce le sfide che le istituzioni locali si trovano ad affrontare nel fornire un supporto adeguato in un contesto di transito rapido.