Bianco, grigio o nero: la maggior parte delle nuove auto vendute in Europa e nel resto del mondo si presenta in una di queste tonalità. Questa preferenza per i colori neutri, che ha visto il bianco dominare le classifiche con un terzo delle vendite globali, è influenzata da fattori come l’offerta dei produttori, i prezzi e persino l’estetica degli smartphone. Un recente rapporto di BASF, tra i maggiori fornitori di vernici per auto, ha evidenziato come il grigio abbia registrato un aumento di popolarità nell’ultimo anno, mentre il bianco ha mostrato una lieve flessione.
Per approfondire le ragioni dietro queste tendenze cromatiche e capire come influenzano il mercato automobilistico, abbiamo intervistato Vincenzo Santoro, proprietario della concessionaria Autosantoro di Salerno e Potenza.
Chi sceglie i colori delle auto da preferire all’atto della vendita?
«Agli inizi del secolo scorso Ford diceva: “Potete scegliere una Ford di qualsiasi colore, basta che sia nera”. Loro producevano solo macchine di colore nero. La scelta è sicuramente anche indotta, soprattutto indotta dalle case automobilistiche. Ci sono scelte che le case automobilistiche fanno a tavolino: poi immettono sul mercato, cercando di indirizzare la clientela su certe linee di colori. Il mio personale pensiero, in verità, è che a parte il discorso estetico, di gusto e di moda, visto negli anni, visto che siamo sul mercato da 55 anni, ci sono alti e bassi sui colori».
Lei acquisterebbe o consiglierebbe un’auto con colori non neutri?
«Se dovessi consigliare o scegliere un colore di una vettura, avrei tanto da analizzare: è vero che siamo in zone dove la nebbia non è fitta come in nord Europa, dove si registrano diverse e avverse condizioni climatiche. Basti pensare che, se andiamo in Norvegia o Finlandia, le auto più vendute sono gialle, rosse, arancioni, perché sono statisticamente meno soggette a incidenti poiché più visibili a distanza, di notte e in condizioni avverse di tempo. C’è sicuramente poi un tema legato alle catene di produzione, al cambio dei mix di colori, che miscelandoli si combinano con il grigio e il blu, andando a creare altri colori con rosso o giallo. Ci sono altre linee di montaggio quando le vetture vengono calate all’interno di queste vasche. Abbiamo costi diversi quando la linea di montaggio è di un colore: cioè, costi più bassi. Poi va a giocare il discorso dei metallizzati o no: ultimamente vanno anche questi colori non lucidi, quindi matti, che hanno costi ancora più alti».
Ci sono costi diversi per verniciare piccole parti graffiate o pezzi di ricambio?
«Una volta avrei detto che il costo di verniciatura è più basso, ma oggi ci sono i tintometri e i costi sono uguali anche per verniciare un pezzo piccolo. Non è necessario, nel caso di una portiera, verniciare l’intera fiancata: si riesce anche a verniciare, per i colori anche non metallizzati o matti, con costi uguali».
Non è una scelta economica, quindi.
«Non penso ci sia una scelta dettata unicamente dal punto di vista economico. C’è anche una moda, come accade anche sulla linea fashion dell’abbigliamento. Poi ci sono corsi e ricorsi storici dal punto di vista dei colori».
Però ci sono utilità oggettive: il bianco, ad esempio, non attira calore.
«I colori chiari hanno sicuramente un tema che non attira raggi solari. O ancora: immaginiamo un graffio su una vettura nera o su una vettura bianca. Checché se ne dica, le auto sono come i pavimenti, e un pavimento bianco tiene molto meglio polvere e sporco rispetto a un mobile scuro o nero. Un’auto scura, quindi, fa notare molto di più sporco e graffi, e un graffio arriva sotto alla lamiera. Quindi, lasciando fuoriuscire un colore simile al bianco, si nota molto di più rispetto a un’auto bianca».






