di Andrea Pellegrino
Va male la sanità in provincia di Salerno. Non solo carenza di personale e di strutture: a dirlo questa volta sono i dati. Perfino nell’ospedale che dovrebbe essere la punta di diamante del sistema sanitario locale, c’è il nosocomio “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, tra l’altro anche azienda universitaria, che ha fatto registrare allarmanti dati per quel che concerne il trattamento di alcune patologie. Se la cavano un poco meglio, paradossalmente, i piccoli ospedali della provincia che, però, sono ad un passo dalla chiusura. L’Agenas (agenzia nazionale dei servizi sanitari) ha stilato la classifica dei migliori e peggiori ospedali d’Italia. Ecco cosa succede al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona: male, rispetto alla media nazionale, per quanto riguarda la cura per l’infarto del miocardio. Su 404 ricoverati il tasso di mortalità è del 12,57% (rispetto al 10,95% nazionale). Ancor peggio per l’infarto del miocardio senza angioplastica: su 139 pazienti i decessi si attestano al 24,36% (nazionale: 18,18%). Bene, invece, il bypass cardiaco dove la percentuale dei decessi è ben sotto la media nazionale. Secondo i dati dell’agenzia su 304 ricoverati, le morti ammontano a poco più dell’1%. Bene anche lo scompenso cardiaco, decisamente meglio trattamento dell’ictus mentre negativi sono i dati relativi alla cura del tumore al colon, dove su 88 ricoverati, la percentuale dei decessi è al 6,59 (rispetto alla media nazionale che è del 4,36%). Eccelle, anche a livello nazionale, Santa Maria della Speranza di Battipaglia, dove dati estremamente positivi si registrano nel trattamento dell’infarto del miocardio: rispetto alla media nazionale del 10,95% il tasso di mortalità del 3,19%. Basso anche il tasso di mortalità per infarto del miocardio senza angioplastica che si attesta al 4,25% a fronte di una media nazionale di 18,18%. Quasi nella media le prestazioni dell’ormai ex ospedale di Agropoli in cui si registra, al di sotto della media, solo il tasso di mortalità per scompenso cardiaco. Bene invece la cura del femore all’ospedale di Roccadaspide, seppur il numero dei decessi distacchi la media di un punto percentuale. Preoccupante il dato che si registra in merito all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Infatti, i decessi per infarti del miocardio senza angioplastica raggiungono il 30,69%. Al 26,26% si ferma la percentuale delle morti per scompenso cardiaco, rispetto alla media nazionale di 8,79%. A Scafati, invece, si muore di una forma di broncopolmonite (la Bpco riacutizzata) in quanto il 25,21% dei degenti che ne sono affetti, muore. Un dato che supera di gran lunga quello nazionale che si ferma al 13,26%.