di Andrea Pellegrino
Non sono bastate le rassicurazioni di Vincenzo De Luca (“la crisi può dirsi scongiurata, non sarà licenziato nessuno”) per far desistere gli imprenditori della sanità privata a mandare tutti in mobilità. Nel salernitano, ieri pomeriggio, erano già novecento le persone raggiunte dalla lettera di messa in mobilità, anticamera del licenziamento, a partire dal primo ottobre. Da Campolongo fino alle cliniche Cobellis, passando per le salernitane Tortorella e Del Sole, tutti hanno tagliato il loro personale, sferrando un nuovo colpo mortale al lavoro ma anche alla sanità campana. Se entro il primo ottobre non si dovesse raggiungere l’intesa il danno sarebbe duplice: per i lavoratori, naturalmente, ma anche per gli utenti costretti a pagare le loro cure nei centri privati. La vertenza punta tutto sull’accreditamento e sui tetti di spesa, ampiamente abbassati dal commissario regionale alla sanità. Domani al di sotto di Palazzo Santa Lucia ci saranno i sindacati ed i lavoratori di tutti i centri sanitari della Campania per far pressioni sui vertici regionali. La corsa contro il tempo è già partita ma da superare ci sarebbe anche uno scontro tutto politico. Il braccio di ferro tra il commissario Polimeni (mandato dal governo) ed il governatore De Luca ormai sarebbe sempre più duro. L’ex sindaco di Salerno vorrebbe uscire dal commissariamento e le pressioni sul governo sono quasi giornaliere. D’altra parte Polimeni esegue alla lettera l’incarico conferito dal ministro Lorenzin applicando, dunque, tutta la procedura nazionale, compresa quella relativa ai tetti di spesa. «Se non dovesse essere raggiunto l’accordo – annuncia Angelo Di Giacomo della Cgil – il 17 ottobre sarà sciopero regionale della sanità». Duro il commento di Pietro Antonacchio della Cisl: «Dispiace che una parte politica che dovrebbe rappresentare le fasce più deboli, le sta uccidendo – dice il segretario generale della Cisl Fp – si sta perdendo il diritto alla salute in Campania dove la situazione è già abbastanza ingarbugliata e compromessa. Basta con i tecnicismi ma ci siano scelte politiche coerenti e forti a tutela dei diritti dei cittadini di questa Regione».