San Matteo tra colori, suoni ed emozioni - Le Cronache
Attualità

San Matteo tra colori, suoni ed emozioni

San Matteo tra colori, suoni ed emozioni

di Alfonso Angrisani

Il 21 Settembre segna l’inizio della stagione autunnale la chiesa cattolica festeggia San Matteo Apostolo ed evangelista, il pubblicano seduto al banco delle imposte il quale ha seguito nostro Signore diventando prima Apostolo ed evangelista. Dopo la resurrezione di Gesù, Matteo o Levi trasferì in Etiopia in quella terra avrebbe portato alla conversione il re Egippo, dopo aver fatto risorgere miracolosamente la figlia Ifigenia.

La tradizione racconta anche che, alla morte del sovrano, gli sarebbe succeduto sul trono il re Irtaco, fratello di Egippo, che avrebbe voluto sposare la figlia del re defunto, Ifigenia, che però aveva consacrato la sua verginità al Signore.

Dal momento che la sua proposta di matrimonio era stata rifiutata dalla giovane, Irtaco chiese a Matteo di persuaderla a concedersi a lui, ma il santo in risposta lo invitò ad ascoltare una sua predica che avrebbe tenuto il sabato successivo nel tempio al cospetto di tutta la popolazione.

Quel sabato l’apostolo proclamò solennemente che il voto di matrimonio di Ifigenia con il re celeste non sarebbe potuto essere infranto per il matrimonio con un re terreno perché se un servo usurpasse la moglie del suo re sarebbe giustamente arso vivo. Il santo sarebbe stato ucciso sull’altare mentre celebrava la messa, trafitto a colpi di spada da un sicario inviato dal re.

Il corpo dell’ Apostolo Evangelista riposa nella nostra amata città dal 954 d.c. precisamente nella Cripta sotto la statua bifronte.

Il 21 Settembre è un giorno speciale per la nostra amata Salerno.

Si fondono religione e tradizioni si sposa il sacro con il profano.

Ci sono pietanze, luoghi comuni, ricorrenze che caratterizzano questa giornata rendendola speciale.

Nei vicoli stretti del Centro Storico, nelle eleganti strade della city nei viali alberati di Torrione, nelle traverse di Pastena, negli androni dei palazzi della palazzine di Mariconda si sente quel forte odore d’aceto uno degli ingredienti base per cuocere della Milza, qualcuno utilizza la menta ,e tutti invece mettono abbondante peperoncino.

La Milza è un piatto che affonda le radici nella cucina medievale, attualmente viene preparata con procedimenti diversi in due citta Salerno e Palermo.

La giornata dei Salernitani scandisce con un ritmo diverso .

Molti partecipano al Solenne Pontificale delle dieci e mezza celebrato nella nostra cattedrale che vede la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose.

Nell’atrio è facile trovare amici e parenti davanti la grande fontana.

Verso l’una si mangia in tutte le case dei salernitani sulla tavola e possibile trovare spaghetti alle vongole , milza , triglie fritte (un pesce che viene pescato in questo periodo) lumache di terra, melograni fichi, fichi d’india, un tempo era possibile trovare anche una qualità d’ uva da tavola tipica delle colline salernitane “Uva Saginella“ il dolce della tradizione è la buonissima Santa Rosa la famosa sfogliata con la crema pasticcera e amarena nata in Costiera Amalfitana, dolce tipico della nostra tradizione salernitana, le bevande di un tempo erano la frizzante acqua oligominerale di Salerno Vitologatti, la spuma artigianale, il vino di Giovi.

Il pomeriggio del 21 Settembre inizia alle quattro davanti le fermate dei bus dei quartieri della zona orientale è possibile vedere molte persone anziane che si avviano alla processione.

La solenne processione inizia alle ore 18.00 le campane del Duomo e delle chiese del Centro Storico annunciano la festa.

Una moltitudine di persone sono ammassate in Piazza Alfano I.

La processione di San Matteo è una tradizione che dura da diversi secoli, alcune fonti vi parlano del 1688.

I santi portati in processione hanno un collegamento con la nostra città.

I santissimi salernitani Ante, Gaio e Fortunato morti nel 285 dc sotto il Proconsole Leonzio durante l’impero di Diocleziano, erano laici salernitani forse frequentavano il Foro un tempo ubicato a Piazza Abate Conforti, sicuramente avevano le abitudini degli antichi romani forse prediligevano la carne di ghiro, chissà quante volte hanno transitato per la vecchia Via Annina la vecchia strada che collegava Capua a Reggio Calabria ed attraversava la nostra città, avranno sentito della terribile eruzione del Vesuvio avvenuta due secoli prima.

I tre martiri non rinnegarono Gesù ,essi trovarono morte nei pressi della Foce dell’Irno vennero decapitati tramite accettate sulla mezza colonna che viene custodita nella Cripta.

San Gregorio VII altro santo che sfila bella processione è il famoso papa delle investiture, le spoglie mortali riposano nel sepolcro che si trova nell’abside di destra della cattedrale.

San Giuseppe la grande statua lignea barocca viene portata dai lavoratori del mercato, solitamente quando sfila San Giuseppe è facile sentire l’esclamazione delle persone anziane che dicono ogni anno la stessa cosa: ”È il più pesante” e dopo qualche secondo con una battuta da stadio parte il saluto di qualche ragazzo intento a salutare Raffaele Russo il Vichingo “ Vue Rafeee”.

Tra i colori della processione i bellissimi fiori che adornano le paranze, la grande devozione dei portatori che si vede e si tocca con i loro gesti, con la marcia a punta a tacco, i parametri sacri dell’Arcivescovo e dei canonici della cattedrale, gli abiti verde e giallo dei componenti della Confraternita di Sant’Anna al Porto, le divise in alta uniforme della polizia municipale, la fiamme gialle tutti in fila e disciplinati mentre marciano in onore del loro Santo Protettore.

I suoni della processione sono pieni e belli.

Il piccolo pulcinella venduto per pochi euro ai bambini, le grida disperate dei bambini che hanno fatto volare il palloncino, le grida e urla dei portatori che usano espressioni tipiche “Issa”, “ammosc“ “iam spontavero“ indica un determinato passo da seguire.

La banda musicale che suona la marcia di Radesky , gli applausi commossi dei salernitani , l’inno di San Matteo di Monsignor Tisi, sono un patrimonio sonoro di una grande festa meridionale dove si fondono fede e tradizioni secolari.

La processione è bella perché varia.

Ogni paranza ha il suo colore , poi ci sono le congregazioni della città, i sacerdoti, religiosi, le confraternite le associazioni, la guardia di finanza, i rappresentanti istituzionali il signor Prefetto, i rappresentanti della Questura, le autorità militari i rappresentanti degli ordini professionali e dulcis sin fundo i signori della politica alcuni servitori della città degni della loro carica ,alcuni nonostante la loro inefficienza sfilano con faccia spavalda e portamento scialbo.

Il popolo di San Matteo segue la processione da diversi posti alcuni preferiscono fermarsi al Duomo, altri alle Poste centrali, poi ci sono quelli che amano accalcarsi a Piazza Alfano per gustare la corsa delle paranze sulle scale del Duolo.

Dopo il tramonto il lungomare è pieno di persone.

I salernitani sono orfani delle giostre a piazza della Concordia delle bancarelle che partivano da Lungomare Trieste arrivavano fino al Forte La Carnale.

Gli ambulanti che vendevano panini al gusto di milza e di salsiccia, i venditori di per o muss, i venditori di pannocchie bollite e arrostite.

Le luci di San Matteo possono essere rappresentate anche dai fari delle giostrine, dalle collanine luminose.

Le strade chiuse al traffico diventano un occasione per una passeggiata per incontrare parenti e amici.

La lunga attesa per lo spettacolo pirotecnico viene spezzata da una pizza mangiata al volo, da un buona brioches a qualche gelateria oppure da un buon panino con milza.

Verso mezzanotte inizia un gioco di colori e di suoni è lo spettacolo pirotecnico e l’atto conclusivo di una giornata unica nel suo genere.

A tutti buon San Matteo