Salerno, tribunale dei minori, quanti disagi - Le Cronache Salerno
Cronaca Salerno

Salerno, tribunale dei minori, quanti disagi

Salerno, tribunale dei minori, quanti disagi

di Sonia Angrisani

Nei corridoi silenziosi del Tribunale per i Minorenni di Salerno, in Largo San Tommaso d’Aquino, si consumano ogni giorno piccole battaglie invisibili. Da un lato, magistrati, giudici onorari, assistenti sociali e cancellieri lottano per proteggere bambini e adolescenti; dall’altro, un sistema logoro, con carenze di personale e spazi inadeguati, rallenta ogni passo della giustizia. E in mezzo ci sono loro: i minori, spesso vittime di violenza, abbandono o povertà, costretti ad aspettare decisioni che possono cambiare per sempre le loro vite. Il tribunale, luogo che dovrebbe accogliere e proteggere, rischia di diventare una macchina lenta e soffocante. La relazione della Corte d’Appello di Salerno (2025) rivela che il personale amministrativo manca del 30% rispetto alla pianta organica. Fascicoli che si accumulano, udienze rinviate, aule sempre troppo poche. Un edificio che soffre con i minori, il palazzo del tribunale è lo stesso da decenni, stretto e antiquato. Stanze d’ascolto senza privacy, uffici condivisi, barriere architettoniche. I colloqui protetti avvengono in sale improvvisate, mentre famiglie e ragazzi attendono ore nei corridoi, circondati dal silenzio pesante della burocrazia. Ogni angolo racconta una storia sospesa, ogni corridoio custodisce ansie e speranze di chi non può aspettare. Maria, 52 anni, zia affidataria, racconta con voce rotta: “Da più di un anno aspetto la decisione sull’affido di mio nipote. Ogni mese c’è un rinvio, un documento mancante, un giudice cambiato. Mio nipote ha 8 anni e non sa ancora dove vivrà. Non possiamo continuare così.” Un’altra madre aggiunge:“I servizi sociali lavorano bene, ma i tempi del tribunale sono infiniti. Ci sentiamo abbandonati dallo Stato.” Ogni rinvio è un frammento di vita che scorre via, una quotidianità sospesa tra attesa e incertezza. Numeri che pesano come macigni, in Italia, i tribunali minorili gestiscono oltre 110.000 fascicoli pendenti. Ogni fascicolo è una vita sospesa: bambini in affido, adolescenti contesi, giovani in attesa di un percorso educativo o rieducativo. A Salerno, i casi aumentano costantemente, soprattutto dopo la pandemia e con l’arrivo di minori stranieri non accompagnati. Ogni nuova storia è un’emergenza che si somma a tante altre, senza tregua. Eppure, nonostante tutto, c’è chi non si arrende. Giudici che restano fino a tardi, assistenti sociali che accompagnano i ragazzi in comunità, educatori che cercano di salvare chi è caduto troppo presto. Ogni piccolo successo è un miracolo, un ragazzo che torna a scuola, una famiglia che si ricompone, un’adozione che finalmente si realizza. Recenti vicende hanno portato sotto i riflettori anche i minori ucraini accolti temporaneamente in Italia. Il Tribunale di Salerno si è trovato a gestire affidi complessi, rientri e tensioni tra famiglie italiane e autorità estere. Un equilibrio fragile tra diritto internazionale, tutela dei minori e burocrazia che allunga i tempi e mette a dura prova operatori e famiglie. Il Tribunale dei Minorenni di Salerno è il simbolo di un sistema che lotta con passione contro carenze strutturali e ritardi. Mancano risorse, ma non manca l’umanità di chi ogni giorno affronta dolore e fragilità. Serve un piano serio di investimenti, più personale, più strutture, più strumenti digitali. Perché la giustizia dei minori non è solo una questione burocratica: è una questione di civiltà. Finché un bambino dovrà aspettare mesi per sapere dove vivrà, o un ragazzo non troverà ascolto prima di cadere nella devianza, la giustizia resterà incompiuta. E Salerno continuerà a chiedere ciò che dovrebbe essere ovvio: che la giustizia arrivi in tempo per chi non può aspettare.