Salerno tradisce lo sport: la protesta - Le Cronache Salerno
Cronaca Salerno

Salerno tradisce lo sport: la protesta

Salerno tradisce lo sport: la protesta

di Erika Noschese

Una mattinata di sole e profonda protesta ha animato ieri il Lungomare Tafuri di Salerno, proprio davanti all’ingresso del Pattinodromo “Tullio d’Aragona” di Torrione. L’impianto sportivo è parzialmente interdetto, con la pista esterna chiusa ormai da settimane a seguito del crollo di un muro di contenimento, un evento che i manifestanti definiscono purtroppo atteso e annunciato. Il disastro ha scatenato la reazione congiunta di realtà politiche, civiche, associazioni sportive e numerosi cittadini, uniti in un sit-in per denunciare lo stato di degrado e quella che definiscono una gestione “approssimativa e scellerata” dell’impiantistica sportiva cittadina. Il crollo del Pattinodromo, un’area cruciale per la pratica di discipline su rotelle, è l’ultima di una serie di criticità che da tempo affliggono lo sport salernitano. Un gruppo di atleti, tra cui le giovani pattinatrici della società Roller Salerno, insieme ai loro dirigenti e sostenitori, ha espresso con vigore il proprio dissenso. A dare voce al profondo malessere, radicato in una gestione che viene definita “scellerata” degli impianti sportivi a Salerno, è stato Gianluca De Martino, esponente di Salerno in Comune: “Siamo qui a sit-in di protesta insieme per lo sport: gruppi civici, partiti, associazioni sportive. Siamo diversi, perché siamo veramente delusi e stanchi di questa gestione scellerata di impianti sportivi a Salerno. È una criticità atavica”. De Martino ha puntato il dito contro decenni di promesse non mantenute: “Lo dice anche lo striscione: 30 anni e più di propaganda sull’impiantistica. Solo grazie ad alcuni privati gli impianti funzionano, ma non è possibile che il pubblico non riesca a gestire gli impianti in modo preventivo”. L’attenzione dei manifestanti si è focalizzata sul destino del Pattinodromo “Tullio d’Aragona”. De Martino ha ricordato che la struttura, una “realtà sportiva importante per la città”, è “crollato, come sapete, e non si sa neanche la data di ripristino”. La problematica si aggrava con la situazione del PalaTulimieri. L’impianto, attualmente utilizzato per gli allenamenti della Roller Salerno in sostituzione della struttura all’aperto, è oggetto di un piano di riqualificazione che ne prevede l’abbattimento e la successiva ricostruzione. Nonostante la prospettiva finale di un nuovo impianto, l’atto immediato della demolizione, senza una soluzione temporanea adeguata, genera profonda preoccupazione nella comunità sportiva. “Siamo stanchi di pensare a mega progetti di riqualificazione”, ha proseguito De Martino. “Siamo qui anche per denunciare che l’abbattimento del PalaTulimieri che è previsto non è per niente una cosa opportuna, perché la Roller Salerno, che è una società che peraltro, come sapete, ha dovuto rinunciare anche al campionato di Serie B, quindi è una ferita indelebile per la realtà sportiva salernitana, non è giusto che debba avere un mancato impianto”. La richiesta è chiara: “Invece bisogna riqualificare gli impianti. Siamo qui per denunciare questa gestione, per dire che bisogna riqualificare gli impianti esistenti. Farne anche di nuovi. Siamo ancora aspettando il Palazzetto dello Sport da più di 30 anni a Salerno”. De Martino ha anche criticato i piani per lo Stadio Arechi: “Non crediamo che sia opportuno abbattere lo Stadio Arechi, ma riqualificarlo settore per settore, come si è fatto a Bergamo, come si è fatto in tante altre città italiane”. A rimarcare la cruciale importanza del PalaTulimieri è intervenuto Giovanni Melillo, dirigente della Roller Salerno, che ha evidenziato come l’impianto non sia solo un luogo per l’attività sportiva agonistica, ma un presidio per l’intera comunità. “Il PalaTulimieri è l’unico impianto 20×40 polifunzionale, che significa che si possono fare tutti gli sport al coperto. Per l’Hockey è l’unica a Salerno, l’unica struttura a Salerno 20×40 coperta che ha avuto anche nel passato, se vi ricorderete, nel Covid, anche la funzione di ricovero dei, diciamo, senza tetto e di queste persone”, ha ricordato Melillo. “Per cui sono strutture che servono anche in caso di calamità naturale. Quindi noi non scopriamo l’acqua calda”. Il dirigente ha poi sollevato dubbi sulla programmazione amministrativa: “Nel quadro economico, addirittura, c’era anche un rigo in cui si diceva ‘ricostruzione PalaTulimieri’, ma l’importo non esisteva più. Quindi noi sapevamo che cosa andavamo incontro”. Ha sottolineato che la società ha cercato soluzioni, “mantenendo un profilo basso, cercando di trovare soluzioni. Soluzioni ci sono state date cercando di spingerci ad andare fuori dalla città, ma purtroppo gli impianti fuori città non ci sono”. Melillo ha rivelato che la squadra giovanile è particolarmente colpita: “Noi abbiamo 150 ragazzi, come Roller, che fanno scuola di pattinaggio, scuola di hockey, artistico, ragazzi che togliamo dalla strada. Si parla tanto di togliere i ragazzi dalla strada, ma questa amministrazione, permettetemelo di dirlo, non l’ha dimostrato”. La manifestazione è stata resa particolarmente toccante dalla presenza dei giovani atleti e dei loro genitori. La chiusura forzata del Pattinodromo e la demolizione programmata del PalaTulimieri hanno un impatto diretto e devastante sulla vita di numerose famiglie. Il genitore di una bambina di nove anni tesserata con la Roller Salerno ha espresso il suo profondo sconforto per le “serie difficoltà” che si trovano ora ad affrontare: “L’impatto, secondo me, sulle famiglie è qualcosa che non viene percepito dall’amministrazione comunale. Se si ha modo di verificare anche un po’ l’approccio che ha il nostro Comune, le istituzioni a livello regionale sono per lo più assenti”. Il genitore ha evidenziato come altre città investano nello sport in modo più serio rispetto a Salerno: “Io mi sono divertito un po’ spulciando sul web. Ci sono delle richieste fatte anche da comuni come Sarno, Cava, Casandrino, dove hanno anche su palestre comunali un finanziamento di fondi regionali importante rispetto a Salerno. Quindi, sinceramente, ci sentiamo presi in giro. Non è possibile avere questo tipo di approccio con le famiglie”. L’impatto è di natura sociale, costringendo le famiglie a una vera e propria “migrazione sportiva”. “Considerate che dobbiamo andare a Battipaglia, Baronissi, Pontecagnano, comuni che investono nello sport molto, molto di più di noi. Poi potremmo avere anche un approccio un po’ più ampio sulle scuole, tutti i servizi alle famiglie. Quindi ritengo, da cittadino e da genitore, che il Comune non si stia comportando nel giusto modo con noi”.