Salerno. Sulle Pisano scambie di accuse - Le Cronache Salerno
Salerno

Salerno. Sulle Pisano scambie di accuse

Salerno. Sulle Pisano scambie di accuse

«E’ una misura giusta che sanziona chi non ha fatto i controlli necessari e anche a chi, mi riferisco agli imprenditori, non ha avuto il rispetto per l’ambiente che è necessario avere quando si gestisce un’attività economica». Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato così, a Salerno, la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani per aver violato il diritto al rispetto della vita privata di 151 cittadini che hanno fatto ricorso a Strasburgo nel 2018 per i danni subiti a causa delle Fonderie Pisano. «Alla fine il problema è derivato da questo: mancanza di investimenti adeguati a garantire anche attività industriali non inquinanti», ha sottolineato. A puntare il dito contro Regione e Comune è Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega: «Lo Stato paga per l’incapacità del gruppo deluchiano ai vertici di Regione e Comune. Questa sentenza è politicamente uno schiaffo a chi per anni ha tentennato e deciso di non decidere sulle Fonderie Pisano, riuscendo a scontentare tutti dalle popolazioni residenti agli stessi operai. Mi riferisco al trentennio di Vincenzo De Luca, da 10 anni presidente della Campania e per oltre due decenni sindaco di Salerno, al suo successore al Comune di Salerno, Enzo Napoli, e in generale al cerchio magico deluchiano che ha causato disastri a qualsiasi livello istituzionale. Abbiamo assistito per anni a un continuo rimpallo di responsabilità, con il coinvolgimento di altre comunità tra cui quella di Buccino. Un’inerzia che nonostante le dichiarazioni e i soliti proclami non ha mai portato a nulla». Tommasetti ricorda i tanti appelli rivolti agli organi preposti: «Già in tempi non sospetti sostenni la necessità di prendere una decisione sulla delocalizzazione una volta per tutte. Invece gli abitanti del complesso residenziale di via dei Greci, quelli della Valle del Sele e i lavoratori non hanno mai avuto risposte chiare. Adesso a rimetterci è anche lo Stato, condannato a pagare per le evidenti e gravi colpe di chi ha gestito una vicenda delicata in modo scriteriato». A chiedere la chiusura dell’impianto e la delocalizzazione Sinistra Italiana, attraverso la segretaria provinciale Titti Santulli e il regionale, Tonino Scala: «La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, conferma quanto da anni denuncia il comitato “Salute e Vita” e ribadisce ciò che Sinistra Italiana ha sempre sostenuto con coerenza e determinazione: il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini è stato gravemente violato. La Corte ha stabilito che le autorità italiane non hanno adottato tutte le misure necessarie per proteggere i residenti dall’inquinamento causato dal funzionamento delle Fonderie Pisano, a Salerno, in un’area oggi densamente abitata. Un impianto giudicato «assolutamente incompatibile» con l’urbanizzazione circostante già nel Piano Urbanistico Comunale del 2006, ma che ha continuato ad operare con l’avallo, l’indifferenza o l’omissione delle istituzioni. Le responsabilità politiche sono evidenti e gravi. Da un lato il Comune di Salerno, che ha consentito lo sviluppo residenziale attorno all’impianto industriale; dall’altro la Regione Campania, che per anni ha finto di non vedere, rilasciando autorizzazioni e chiudendo gli occhi su ripetute violazioni ambientali accertate dagli enti preposti», hanno dichiarato, ribadendo che Sinistra Italiana chiede con forza l’immediata ordinanza di chiusura dell’impianto e ribadisce la necessità di prevedere una delocalizzazione dell’attività produttiva, già proposta dagli avvocati del comitato e del tutto realizzabile nel rispetto della tutela occupazionale. «In questi anni, mentre le istituzioni tacevano, è stato il comitato “Salute e Vita” a condurre, spesso in solitudine, una battaglia civile e legale per difendere il diritto alla salute, alla trasparenza, alla giustizia ambientale. A loro va il nostro sostegno pieno e convinto. Il tempo dell’ambiguità è finito. Dopo questa sentenza, ogni ulteriore rinvio o compromesso sarebbe un insulto alla sofferenza di centinaia di famiglie e un ulteriore atto di violenza contro il diritto fondamentale alla salute. Sinistra Italiana sarà al fianco dei cittadini finché giustizia sarà fatta, per la chiusura dell’impianto e per un futuro liberato dall’inquinamento industriale nel cuore della città», hanno aggiunto Santulli e Scala.