Luca Andrea Giordano
La recente scomparsa di Silvano Carella lascia un vuoto profondo nella vita musicale di Salerno. Figura centrale del panorama artistico e didattico cittadino, ha formato intere generazioni di musicisti, trasmettendo non soltanto una preparazione tecnica solida, ma anche un amore autentico per un’arte coltivata con rigore, passione e consapevolezza storica. Nel corso della sua lunga carriera, Carella ha ricoperto con dedizione il ruolo di docente di teoria, solfeggio e dettato musicale, dedicandosi con particolare intensità, negli ultimi anni, anche all’insegnamento della composizione. Diplomato in pianoforte, composizione e strumentazione per banda, era inoltre in possesso del compimento medio di violino e del compimento inferiore di organo. Ha lasciato in eredità un corpus di circa cento composizioni musicali e didattiche, nelle quali si rivela un raffinato equilibrio tra forma e contenuto, una scrittura armonica elegante e una costante attenzione al valore formativo della musica. Nel 2006 ha portato a compimento L’Artiglio, melodramma iniziato dal padre Franz Carella su libretto di Felice Cuomo (1927). Nonostante lo scetticismo iniziale di alcuni colleghi — convinti che il tema centrale, l’adulterio, fosse ormai ampiamente trattato — Silvano ha scelto di onorare l’eredità paterna, restituendo voce e dignità a una partitura che conserva tutta la forza drammatica ed espressiva del teatro musicale novecentesco. Silvano era figlio d’arte, parte di una stirpe musicale di straordinario valore. Il padre, il già citato Franz Carella, pianista e compositore attivo a cavallo tra XIX e XX secolo, operò in un’epoca di profonda trasformazione dell’istruzione musicale italiana, volta a superare la figura del musicista artigiano, privo di un bagaglio culturale adeguato, a favore di un profilo conforme agli standard europei capace di integrare competenze pratiche e conoscenze storiche ed estetiche, espresse con padronanza nonché una certa proprietà di linguaggio. Basti pensare alla celebre querelle Pizzetti-Orefice. La madre, Irene Kirgis, pianista di talento e didatta apprezzata, contribuì anch’ella all’educazione musicale della famiglia. Dalla loro unione nacquero altresì Emma e Anna, entrambe diplomate in pianoforte e attive in ambito musicale e didattico. Nel 1925, Franz Carella fondò a Salerno il Liceo Musicale “Pietro Mascagni”, con sede in piazza Principe Amedeo: un’istituzione che, pur non ottenendo mai il riconoscimento del pareggiamento, nonostante il voto favorevole della Giunta Comunale, divenne negli anni un punto di riferimento imprescindibile per la formazione musicale cittadina. Dopo la sua scomparsa, il liceo visse una delle sue stagioni più floride sotto la guida della moglie e dei figli, che ne proseguirono l’attività con passione e rigore. Gli studenti iscritti superarono le 250 unità, e i saggi di fine anno — spesso ospitati presso il Teatro Verdi — scandivano la vita culturale della città. Numerosi e lusinghieri erano i commenti da parte di musicisti di fama, chiamati a far parte delle commissioni d’esame di fine anno in qualità di membri esterni. Intensa e duratura fu inoltre la corrispondenza tra Franz Carella e Pietro Mascagni, fondata su reciproca stima e affetto. Non a caso, il nome Silvano fu scelto in omaggio all’omonima opera del compositore livornese (1895), a testimonianza di un legame umano e culturale profondo. Oggi, la scomparsa di Silvano Carella rappresenta una perdita notevole per la cultura musicale salernitana e per tutti coloro che, grazie alla sua guida, hanno potuto beneficiare di una formazione autentica, completa e ispirata. La sua lezione, scolpita nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, continuerà a vivere nei cuori e nelle mani di chi farà musica con coscienza, dedizione e amore. Una memoria da custodire gelosamente, come si fa con le grandi eredità.





