Brigida Vicinanza
A Salerno si rivivono i 25 anni della “falsa” Tangentopoli e tra gli occhi dei salernitani si ricorda la figura di Enzo Giordano, l’ex primo cittadino arrestato “ingiustamente”. Quei momenti, vissuti dal primo cittadino, sono stati affidati al ricordo di chi quegli attimi li ricorda alla perfezione in un incontro intitolato “Il dovere di ricordare e la strada per costruire”. L’appuntamento della Fondazione Craxi è stato immaginato in collaborazione con l’associazione Andare Avanti, guidata dal giovanissimo Michele Romaniello. E se n’è discusso proprio nella sala convegni del bar Moka a Salerno, ieri pomeriggio. Una sala gremita, attenta che non ha potuto fare a meno di ricordare quei momenti dell’arresto del sindaco “buono” tra le parole di Amatruda, di Stefano Caldoro, di Carmelo Conte che quegli attimi li ricorda alla per fezione, di Stefania Craxi. Non solo salernitani, ma anche parte della famiglia di Giordano, l’onorevole Andrea De Simone, Alfonso Andria, Gaspare Russo. Tutti con l’emozione negli occhi a 25 anni dai quei momenti che rimangono impressi nella storia e nelle pagine di un libro scritto proprio la Stefania Craxi. Il ricordo è stato affidato a Gaetano Amatruda, che racconta con gli occhi di un quindicenne salernitano quell’attimo in cui Vincenzo Giordano è stato portato via e soprattutto quei suoi 50 giorni in carcere a Fuorni, con il conseguente sciopero della fame e i problemi di salute. Ma non solo. Si ricorda di un Vincenzo De Luca che il giorno prima dell’arresto dell’ex primo cittadino, corre ad avvisarlo in casa su quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore. “Il 31 maggio del 1993 una delle pagine più buie della storia di Salerno con gli arresti di Vincenzo Giordano, Aniello Salzano e Fulvio Bonavitacola. Cambiò la storia della intera comunità salernitana. Arrivarono i moralisti di professione, furono stravolti i fatti e raccontate molte bugie. Noi ricordiamo per costruire”. Queste le parole di Gaetano Amatruda, tra gli organizzatori dell’evento, che ha commentato poi anche un sistema – quello salernitano – che è diventato l’opposto di quello che in realtà aveva incarnato Giordano, ma anzi con Enzo Giordano quel sistema non era mai esistito. C’era solo il bene dei cittadini sopra ogni cosa. Anche quando per recarsi al Comune era solito prendere un autobus. «Ricordiamo – aggiunge – perché è un dovere ricordare e perché l’obiettivo è tornare alla stagione delle idee e del progetto. Per superare l’idea della gestione del potere e della inutile demagogia».
Stefania Craxi: «Giordano fu vittima di un’infamia»
«Sono qui per ricordare Vincenzo Giordano, perché Salerno vive ancora il prestigio della sua persona». Queste le parole di Stefania Craxi, che ieri ha preso parte al dibattito sui 25 anni di “falsa” Tangentopoli salernitana, nel ricordo del sindaco socialista Enzo Giordano, coinvolto “ingiustamente” nella bufera giudiziaria che si scatenò in città nel 1993 con il suo arresto proprio il 30 maggio. «È stato vittima di un’infamia Giordano, perché non so come altro si possono definire 53 giorni di carcere. Ha perso l’onore, una carriera politica stroncata e poi l’assoluzione. Quella è una storia infame che va sotto il nome di Tangentopoli, non voglio rivangare storie passate – ha sottolineato – ma per il futuro di questo Paese, affinchè si avvertano i cittadini, per non cadere più nel falso giustizialismo, moralismo militante che tanti danni ha provocato a questo Paese che ancora adesso abbiamo sotto gli occhi. Se il nostro sistema politico sembra una maionese impazzita, se il populismo dilaga sono ancora i guasti fatti da quella brutta stagione, tanti anni fa». E sul rapporto tra politica e Magistratura oggi, la Craxi non ha dubbi: «Questo Paese per avere gli anticorpi rispetto a quello che è accaduto non deve perdere la memoria, ma bisogna mettere mano ad una seria stagione di riforme, perché se non si farà quella grande riforma che Craxi invocava nel 1978 nessuno dei guasti provocati dalla brutta stagione sarà riparato». Un ricordo che rivive anche tra le parole del libro scritto proprio dalla Craxi. Una tangentopoli vissuta con gli occhi delle donne protagoniste, quelle accanto ai propri uomini. E tra le righe di “Nella buona e nella cattiva sorte”, Enzo Giordano rivive tra le parole di Anna, la moglie che quei momenti li ha vissuti spalla a spalla con il marito e che è rimasta in piedi per il bene proprio dell’ex primo cittadino. Con la preoccupazione che lo ha contraddistinta, ma soprattutto con la caparbietà di donna, che ha permesso a Giordano di non arrendersi anche quando i processi erano tanti e lunghi e i soldi non bastavano per gli avvocati. Ma soprattutto la Craxi con la sua penna e le sue parole è riuscita a raccontare quelle che erano le sensazioni e le emozioni dei salernitani, scossi ed increduli per l’arresto di quel sindaco “tra la gente”.
Stefano Caldoro: «La fuoriscita di Giordano ha permesso ad altri di prendere il potere»
«C’è un problema sempre di equilibrio tra giustizia e politica». A dichiararlo è l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, ospite a Salerno per l’appuntamento sulla “falsa Tangentopoli”, dove sono stati ricordati proprio gli attimi in cui l’ex primo cittadino di Salerno Enzo Giordano fu arrestato ingiustamente, scontando circa 53 giorni nella casa circondariale di Fuorni. Questo ha dato spunto proprio a Stefano Caldoro per un passaggio sottile ma fondamentale sul rapporto tra politica e giustizia ancora oggi, nel 2018: «C’è un elemento di preoccupazione per chi amministra, perché i sistemi di controllo e di verifica ti portano ad avere accertamenti, però spesso succede che qualche politico – la dimostrazione è proprio Enzo Giordano, sindaco galantuomo – poi viene tirato in mezzo. Ma non è colpa della magistratura, quest’ultima deve indagare – ha continuato Caldoro – ma è un mix che scatena un meccanismo. L’accertamento preventivo, spesso da noi purtroppo diventa una condanna. Questo è l’elemento che andrebbe meglio definito. In alcuni casi però si sono tolti dal campo buoni amministratori». Infine Caldoro lancia la stoccata a De Luca e al suo “sistema”: «Quanti avrebbero voluto avere Vincenzo Giordano sindaco per alcuni anni in più, per tutto il bene che ha fatto a questa città? E quanto purtroppo la sua fuoriuscita ha permesso a qualcuno che non ne aveva né le stesse capacità né lo stesso valore, di poter prendere il potere a Salerno e non lasciarlo. Quelli che sono venuti dopo hanno solo goduto dei benefici lasciati dall’amministrazione precedente, perchè evidentemente non erano nemmeno in grado di portare avanti il lavoro ben fatto da Giordano e dalla sua amministrazione, ma ne hanno goduto impunemente». Un sottile commento insomma quello di Caldoro che non lascia spazio all’immaginazione.