di Alberto Cuomo
In queste serate fredde si stringe il cuore, nel passare per via Lungomare deserta e vedere le casupole del mercatino allestito rischiare di essere investite, con i pochi avventori, dalle onde del mare. Sebbene Salerno sia una città marittima, mai un tale posto è stato più infelice per accogliere d’inverno i turisti che, di fatto, la sera non passeggiano presso i marosi. I mercatini di Natale hanno una tradizione, specialmente nei paesi nordici e sulle Alpi, che risale al Medioevo. Di solito si estendono nel tempo per l’intero mese di dicembre e sono il luogo in cui vendere prodotti a chilometro 0. Molto noti sono i mercatini di Vienna, ovvero il Wiener Christkindlmarkt, che si sviluppa dalla piazza del municipio, con il grande albero di Natale regalato alla capitale austriaca dalle altre città, sino al palazzo di Schonbrunn, passando per le diverse piazze viennesi, da Michaelerplatz, con il famoso edificio progettato da Adolf Loos, a Karlsplatz dove è dato visitare il padiglione Jugendstil progettato da Otto Wagner ed il tempio della Secessione viennese progettato da Ioseph Olbrich. Nei mercatini viennesi gli stand sono di legno e vendono prodotti culinari, diverse varietà di pretzel e pasticcini ripieni di crema, ma anche manufatti artigianali tipici dei territori circostanti. Si vuole che la tradizione dei mercatini di Natale sia sorta in Austria, ma la Francia contende tale primato. E del resto nel paese dei cugini transalpini vi sono molte città che li allestiscono. Tra esse Lione che passa per essere il centro di quelli più belli d’Europa. È noto che Lione ami illustrare i suoi palazzi con fantasmagoriche luci colorate, ma il clou della fête des Lumières è l’8 dicembre quando inizia l’allestimento dei mercatini con stand in legno grezzo fissati sino a Natale. A Lione le luci seguono un itinerario, nel senso che viene affidata ad artisti internazionali l’illuminazione artistica, con colori, di monumenti e strade cittadine che fanno da sfondo e supporto ai mercatini. Si inizia da Place Carnot, alla confluenza dei due fiumi il Saona e il Rodano e si prosegue per l’intero centro storico cittadino con i poli luminosi e la ruota panoramica di place Bellacourt che segnano l’itinerario. Nell’aria aleggiano le note delle più belle musiche natalizie. Il Belgio non è tra i paesi più visitati dal turismo ma nel periodo natalizio tutte le città belghe sembrano essere unite nelle piccole luminarie pubbliche e private che hanno il loro apice nell’illuminazione colorata della Grand Place di Bruxelles, una delle più belle piazze d’Europa contornata di pub e cioccolaterie. Un paese con mercatini molto belli è la Svizzera e tra essi quelli di Zurigo con un percorso che si apre già all’uscita della stazione progettata da Calatrava dove è posto un albero decorato con cristalli Svarowski alto oltre 15 metri ed una serie di punti-vendita al coperto che proseguono lungo la via principale del centro storico illuminata da migliaia di luci. Naturalmente i mercatini più caratteristici sono nel nord dell’Europa, nei paesi freddi dove si muove Babbo Natale, la cui abitazione, come è noto, si trova a Rovaniemi, in Lapponia o Finlandia. Qui il villaggio di Babbo Natale, un mercatino fatto di case in legno, è aperto tutto l’anno, e data la vicinanza al circolo polare (20 chilometri) è sempre innevato. Nel mercatino si trovano prodotti di artigianato, oggetti di design finlandese, abiti tipici e, volendo, si può girare in slitte tirate da renne o, per i bambini, a cavallo di questi animali. In Italia i mercatini più belli sono quelli delle città alpine quali, ad esempio, Bolzano, che fu la prima, all’inizio deli anni Novanta, ad allestirne uno. Qui le 80 piccole botteghe di vendita si pongono nella piazza più importante della città, Waltherplatz, dedicata ad un poeta medioevale, dove vendono tutto ciò che è caratteristico dell’Alto Adige, dalle pantofole di feltro ai formaggi ed agli oli essenziali tratti dalle erbe alpine. Chi vuole può sorseggiare il vin brulè, il gluhwein, o assaggiare gli zelten, dolci tipici con mandorle, pinoli e noci, ma anche strudel, e dolci con marmellate. L’artigianato del legno e della ceramica è poco più in là, nella piazza della ferrovia. Insomma, l’esperienza degli altri paesi mostra che i mercatini di Natale sono posti nella parte viva della città, secondo itinerari che ne mostrino le bellezze architettoniche essendo tra loro collegati mediante luci che illuminano i monumenti o gli edifici delle piazze sì da richiamare, da un luogo all’altro, i visitatori. A Salerno invece i mercatini sono scollegati tra loro e sono in realtà innesti spuri che non dialogano con la città, a spese degli allestitori, sebbene questi tentino di favorire il turismo. Come per le luci d’artista che non richiamano affatto l’arte, anche i mercatini, a Salerno, sembrano appartenere ad un rito vuoto, utile principalmente alla propaganda politica di De Luca e del suo sistema, e il fatto che nella nostra città venga tanta gente, più che all’appeal di luci e stand, è dovuto all’iperturismo povero che affolla i b&b e i negozietti di cuoppi di frittura, simboli del deluchismo.