
Abbiamo la massima fiducia nell’autorità e capacità del Procuratore Borrelli, al quale abbiamo rivolto un pressante invito, nei giorni scorsi, a dare risposte urgenti in materia sanitaria, in primis sulla funzionalità del Pronto Soccorso. Lo abbiamo fatto perché, per ben due volte nel giro di un solo anno, le televisioni nazionali sono intervenute su quello che appare lo scandalo di un disservizio che tocca tutti i cittadini: l’inefficienza della porta d’ingresso dell’Ospedale cittadino. La drammaticità della situazione fu chiara a tutta l’Italia nel 2023 quando la troupe di La7 mostrò i pazienti legati alle barelle nel caos totale del Pronto Soccorso. Scena da Striscia di Gaza sotto le bombe, anzi peggio, perché lì i malati li rispettano di più. Lo scandalo portò anche ad interrogazioni parlamentari, a cui fu risposto dalla Procura che erano state avviate pronte indagini. Non citiamo neppure le risposte del Sindaco e del Governatore perché, in sostanza, non ce ne furono se non costituite da frasi scontate di circostanza. Adesso la tragedia della giovane signora di 41 anni di Giffoni, che, stando alla trasmissione Fuori dal Coro, con un minimo di attenzione doverosa si sarebbe verosimilmente salvata. Ma torniamo ai pazienti legati alle barelle fino al 2023 Cronache è informata sulla circostanza che, dopo lo scoppio di indignazione seguito ai servizi televisivi di La7 e ai nostri autorevoli dossier informativi sugli aspetti legali della prassi di ammanettamento dei ricoverati, la pratica, per effetto del clamore sollevato, è stata immediatamente abbandonata. Nessuno è stato più legato al giaciglio. Questo è un bene per tutti, tranne che per i colpevoli che attuavano la prassi incivile; e per quelli che erano i responsabili apicali del reparto, che non potevano non essere a conoscenza della violazione dei diritti elementari della persona umana. E, se non erano a conoscenza, dovrebbero spiegare perché non ne sapevano nulla, contrariamente al loro dovere di sorveglianza. L’abbandono della prassi di ammanettamento dei ricoverati ha però un risvolto della medaglia per i colpevoli. Come si sono giustificati con gli inquirenti, che, a quest’ora, dopo 14 mesi di indagini, dovrebbero perlomeno già avere individuato i responsabili dell’uso barbarico del letto di contenzione? O almeno qualcuno, vivaddio! Al momento, dopo 14 mesi, nulla è trapelato dei risultati dell’indagine, che pure, verosimilmente, fu avviata con procedura d’urgenza e affidata a ben due sostituti. Chissà, se si fossero individuate già delle responsabilità, e si fosse proceduto per il verosimile grave reato di sequestro di persona, qualcosa al Pronto Soccorso sarebbe cambiata e la tragedia di pochi giorni fa forse, diciamo forse, si sarebbe potuta evitare. In certe materie e situazioni, purtroppo, si voglia o si possa o meno, la velocità delle indagini non è solo requisito di efficienza, ma anche messaggio di deterrenza. E comunque, adesso i malati non vengono più legati alle barelle. Ma allora, perché prima venivano legati???Risposta, per noi, facile: perché, come ha detto la Cassazione, era un sequestro di persona! E adesso veniamo all’altro fronte inquietante. Foce Irno! Opposizione consiliare di Salerno e oltre duecento cittadini hanno denunziato al Procuratore della Repubblica la falsità dell’atto notarile di vendita dei suoli comunali nel febbraio 2024. A giorni saranno, nei programmi, venduti i suoli residui a via Vinciprova. Con lo stesso meccanismo di elusione del vincolo dell’onere reale stabilito sui suoli dalla legge statale 730/1986. Se confermato dalle indagini, è il più colossale imbroglio che un Comune avrebbe commesso alle finanze dello Stato e agli stessi salernitani. Aspettiamo che la Procura proceda almeno all’ordine di esibizione degli atti della procedura. Sarebbe un segnale agli Uffici Comunali di prestare maggiore attenzione prima di procedere alla gara di vendita di via Vinciprova, che si terrà tra meno di un mese.