Salerno. Ho provato a salvare mamma, non ci sono riuscito - Le Cronache Ultimora
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Salerno. Ho provato a salvare mamma, non ci sono riuscito

Salerno. Ho provato a salvare mamma, non ci sono riuscito

di Erika Noschese

Silenzio, dolore, domande senza risposte. Un clima surreale, ieri mattina, per l’ultimo saluto a Carla D’Acunto, l’imprenditrice salernitana che nei giorni scorsi si è tolta la vita al culmine di una lite con il figlio Guido Petteruti, 32 anni, oggi iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi d’accusa di istigazione al suicidio. Gremita la chiesa Cuore Immacolato di Salerno, nel quartiere Pastena, con l’omelia tenuta da Don Antonio Del Mese: «Attraverso il ristorante aveva realizzato un suo mondo. Era un ambiente di casa. Queste pareti parlano di Carla, ricordano i tempi della giovinezza quando frequentava la parrocchia. Pensiamo a questa sofferenza: un vincolo di amicizia che nasce da una familiarità del rapporto con persone che sanno fare del proprio lavoro un luogo di accoglienza, di apertura e di prossimità. Un luogo amicale interrotto», ha detto il sacerdote nella sua omelia. Tante le amiche e gli amici che, in lacrime, si sono chiesti il perché di quel gesto. «La morte è una porta che si è spalancata e apre sul futuro, sulla vita, ma sicuramente è dolorosa, come quando una mamma partorisce il figlio. La resurrezione è entrare nella vita vera, la vita che il Signore ci mostra. Conta che abbiamo avuto contezza di un progetto che il Signore è venuto a mostrarci di vita nuova – ha poi aggiunto don Antonio. – I congiunti consegneranno i propri affetti a Dio per custodirli e farli fiorire. Carla è in ottime mani, trova la sua pace e la sua realizzazione, la sua piena fioritura. Ogni vita è degna di essere vissuta, trattata, lodata. Ci chiediamo il senso di questa morte? C’è senso in ogni vita, ogni battito, ogni esistenza». Dinanzi alla chiesa, gli amici hanno provato a ricostruire la sua vita, fatta di dolore, sacrificio e sofferenza: separata, amava il figlio Guido incondizionatamente. Per lei e lui una denuncia da parte dell’ex moglie del 32enne che impediva ad entrambi di vedere le nipoti. Per lei, di recente, l’archiviazione della posizione ma, nonostante ciò, nessun contatto ancora con le nipotine. Guido, a quanto emerso, ha una figlia di pochi mesi con la sua nuova compagna, ha provato a dare una svolta alla sua vita, fatta anche di precedenti penali e violenza domestica ai danni della sua ex, tanto da avere avuto anche il braccialetto elettronico. A provare a ricostruire quei terribili momenti il figlio Guido a La vita in diretta: «Mamma è scesa dall’auto, ho provato ad inseguirla, l’ho rincorsa ma non mi sarei mai aspettato un gesto simile – ha raccontato il 32enne. – L’ho vista cadere da una transenna, ho gridato il suo nome. Quando l’ho vista giù le ho detto di alzarsi, lei voleva farlo ma non aveva le forze. Poi, è morta poco prima dell’arrivo in pronto soccorso. Ho provato a salvarle la vita, non ci sono riuscito». E sull’inchiesta a suo carico dice: «Non vorrei dire cose sbagliate ma l’istigazione al suicidio la sto subendo io». Carla, sostiene un’amica, era quanto di più distante dal suicidio, amava la vita: «era una donna straordinaria, generosa. Ha dato a noi tutto ciò che poteva, amava infinitamente gli amici, la sua famiglia e credo si sia visto. Una donna generosa, allegra. La conoscevo da 40 anni, la incontravo quotidianamente e mi accoglieva sempre con il sorriso – ha raccontato l’amica – Teneva i problemi lontano dal suo lavoro, dagli amici». Carla, probabilmente, viveva un momento difficile e aveva scelto di tenerlo per sé, di non condividerlo con le persone a lei care per evitare preoccupazioni: «l’ho vista l’ultima volta dieci giorni fa, non ho idea di cosa sia accaduto. Il concetto di Carla e suicidio erano lontanissimi l’uno dall’altro». E sul rapporto con il figlio ha detto: «Lei adorava Guido, era tutto per lei. Era il suo punto di riferimento, lo ha sempre protetto».

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