di Marco De Martino
SALERNO – Ultima fatica della stagione per la Salernitana che questa sera chiuderà il proprio entusiasmante torneo affrontando la Cremonese già retrocessa da tempo. Guai però a parlare di partita di fine stagione o, almeno, non ditelo a Paulo Sousa. Il tecnico granata vuole sempre e comunque andare in campo per vincere: l’ha detto quando è arrivato, l’ha ripetuto ogni settimana e l’ha chiesto ai suoi calciatori anche alla vigilia della sfida dello Zini. La mentalità del portoghese è fissata su un unico imperativo fin da quando indossava, da calciatore, le casacche di Juve, Inter, Borussia e Sporting. Una mentalità che vuole trasferire anche alla sua squadra ed a tutto l’ambiente. Non esistono partite inutili, inclusa quella con la Cremonese. E per la verità Paulo Sousa ha proprio ragione. Infatti, dopo la sconfitta del Sassuolo di ieri sera, se la Salernitana dovesse battere i grigiorossi e l’Empoli non dovesse fare altrettanto al Castellani contro la Lazio, i granata potrebbero scavalcare in un colpo solo emiliani e toscani chiudendo così il campionato in 13^ posizione a quota 45 punti. Un piazzamento storico per il club dell’Ippocampo che in serie A non ha mai, nella sua storia, fatto meglio del 17° posto raggiunto nello scorso torneo. Una fame, quella di Paulo Sousa, che crescerà con il tempo e che la Salernitana dovrà cercare di assecondare. Le dichiarazioni rilasciate ieri dal tecnico portoghese sono il segnale che il percorso di crescita del club di Iervolino non può e non deve essere considerato concluso, anzi. Sousa non vuole vedere vanificato il grandissimo lavoro fatto in questi mesi, ragion per cui ha implicitamente chiesto al patron granata di non cedere i pezzi pregiati, da Coulibaly a Dia, nella prossima sessione di mercato e di rinforzare l’organico inserendo calciatori di prima fascia. Sousa ha chiesto un grosso sacrificio alla società che probabilmente aveva già messo in preventivo di perdere qualche big per reinvestire le somme incassate in altri giovani dalle prospettive interessanti. I talenti, sempre interpretando le parole di Sousa, vanno costruiti in casa innanzitutto rivoluzionando l’attuale organizzazione dirigenziale del settore giovanile che ha prodotto, finora, solo una clamorosa retrocessione della rappresentativa più importante, la Primavera. Questa situazione, potenzialmente esplosiva (anche sulla scorta di quanto accaduto un anno fa tra Iervolino e Sabatini…), è destinata ad accompagnare l’estate dei salernitani. Prima, però, per la Salernitana c’è un impegno da onorare ed un ultimo record da centrare.