di Marco De Martino
SALERNO – Dopo la caotica conferenza stampa di mercoledì scorso, durante la quale Danilo Iervolino, anzichè provare a ricucire lo strappo e soprattutto a fare chiarezza sul futuro della Salernitana, ha confermato e, se vogliamo, acuito la frattura con tutto l’ambiente, ieri pomeriggio è toccato ai sostenitori granata prendere la parola nell’unico modo che conoscono: unendosi in un unico, lunghissimo torpedone granata e facendo sentire la propria voce con cori all’indirizzo del patron. Dopo essersi radunati nello spiazzo antistante al Novotel, gli ultras ma anche tantissimi tifosi comuni sono partiti, al simbolico orario delle 19.19, alla volta della sede sociale del club, situata all’Arechi. Lungo via Allende prima e di fronte al varco 25 poi, i sostenitori della Salernitana hanno espresso in primis il proprio disappunto nei confronti dell’operato di Iervolino, intonando nei suoi confronti cori inequivocabili, ma hanno anche ribadito un concetto fondamentale che forse è sfuggito proprio all’imprenditore originario di Palma Campania: «La Salernitana siamo noi!» hanno gridato al cielo gli oltre 600 supporters che hanno partecipato alla manifestazione colorata, rumorosa ma anche civile ed ordinata. Un segnale forte, quello lanciato dalla Curva Sud Siberiano, all’indirizzo di Iervolino in uno dei momenti più delicati della storia recente della Salernitana. L’auspicio è che il presidente (ancora per poco, visto l’annuncio della sue imminenti dimissioni…) granata si passi una mano sulla coscienza e decida finalmente di fare un passo indietro, arrestando l’escalation di offese, accuse e polemiche che sta frantumando in mille pezzi il giocattolo faticosamente costruito negli ultimi quattro anni. La Salernitana deve ritrovare unità: i tifosi lo hanno fatto, ora tocca a Iervolino. Ne sarà capace?