Andrea De Simone, già presidente della Provincia di Salerno e membro del Club Salernitana in Parlamento, interviene con toni fermi sul provvedimento del Viminale che ha disposto il divieto di trasferta per i tifosi granata per quattro mesi, in seguito agli episodi verificatisi all’Arechi durante la gara di ritorno dei playout contro la Sampdoria.
«Condanno senza ambiguità ogni forma di intemperanza dentro e fuori dagli stadi – chiarisce De Simone – e ritengo giusto che vengano individuati i responsabili e applicate le sanzioni previste, senza sconti». Tuttavia, sottolinea che durante quella serata non si sono registrati episodi di violenza contro le forze dell’ordine, né scontri fisici, né tantomeno atti di aggressione istituzionale. «Non si può ignorare – aggiunge – una certa disparità di trattamento rispetto ad altri episodi, ben più gravi, che in passato hanno generato provvedimenti molto più indulgenti».
Il blocco delle trasferte, secondo De Simone, appare «sproporzionato, se non punitivo», perché finisce per colpire indistintamente anche chi non ha avuto alcun ruolo nei fatti contestati. Una misura che, a suo giudizio, alimenta la sensazione di un atteggiamento ostile verso la città e la tifoseria. «Colpisce – scrive – che anche il Ministero dell’Interno, guidato da un esponente della stessa regione, abbia dato il via libera a un simile inasprimento».
Secondo De Simone, ciò che manca è una strategia capace di distinguere chi delinque da chi sostiene la squadra con correttezza. «Generalizzare e colpire un’intera tifoseria non è giustizia: è una scorciatoia – conclude –. E rischia di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La Salernitana e Salerno meritano rispetto. Chi governa ha il dovere di garantire equità, non repressione indiscriminata».





