La Salernitana compie l’impresa all’Olimpico e supera, in rimonta, la Lazio 3-1 dopo che i biancocelesti erano passati in vantaggio sul finire del primo tempo con Zaccagni. Nella ripresa la squadra di Nicola mette in campo grinta e determinazione e nel giro di 20 minuti ribalta il match grazie al gran gol dell’ex Candreva, e alle reti di Fazio e Dia. Non poteva esserci domenica peggiore per la Lazio: con il ko contro i campani i biancocelesti interrompono la striscia di imbattibilità in campionato (e la porta inviolata) che durava dal 3 settembre, non reggono il passo dell’Atalanta e perdono Milinkovic per il derby del 6 novembre. Una domenica da dimenticare per i biancocelesti dopo le vittorie con Atalanta e Midtjylland. Prima che la gara cominci, il presidente della Lazio Claudio Lotito consegna una targa a Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo, tifoso biancoceleste Vincenzo ucciso il 28 ottobre 1979 da un razzo sparato all’Olimpico. Per Gabriele e sua figlia Giulia lo stadio riserva applausi scroscianti. Poi si parte, e per quindici minuti la Curva Nord non intona cori né sventola bandiere: un gesto di solidarietà nei confronti dei tifosi interisti, gemellati con i laziali, dopo l’uccisione del capo ultrà nerazzurro Vittorio Boiocchi. La partita non regala grosse emozioni per gran parte del primo tempo: la Salernitana, ben messa in campo da Nicola, si copre bene e non concede spazi alla Lazio per pungere. Sarri mantiene in panchina Milinkovic, diffidato, per preservarlo in vista del derby della prossima settimana, e rilancia Luis Alberto titolare. Nel centrocampo granata c’è invece Antonio Candreva, 45 gol e 43 assist in quattro anni e mezzo con la maglia della Lazio addosso, oggi schierato mezzala con licenza di offendere. Gli ospiti perdono dopo soli 11 minuti Gyomber per infortunio, poi al 21′ Manganiello annulla giustamente per fuorigioco un gol di Felipe Anderson, pescato per vie centrali da Cataldi. Quando ormai l’intervallo è vicino, e dopo che Pedro ha timbrato un palo, al 41′ ci pensa Mattia Zaccagni a sbloccare il risultato, con un diagonale mancino in corsa su filtrante di Luis Alberto; l’esterno conferma così il suo straripante stato di forma. Bastano sei minuti a Candreva per infliggere ai suoi ex tifosi il più classico dei gol dell’ex: servito da Mazzocchi in profondità, il numero 87 aggancia al volo e poi con un pallonetto interrompe l’imbattibilità in campionato di Provedel, che durava dal 3 settembre. Sarri getta nella mischia Milinkovic, ma qualcosa si è rotto nei meccanismi laziali e, sugli sviluppi dell’ennesimo contropiede granata, Fazio raddoppia col piattone. Da quel momento, nulla va più per il verso giusto per la Lazio: Vecino si divora un gol da due passi, Milinkovic prende il cartellino giallo (anche se su Bronn non c’è fallo) che gli farà saltare il derby e Dia chiude il match a porta vuota in contropiede. Una battuta d’arresto per i capitolini, a una settimana dalla stracittadina.
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