La corsa di Perrone per andare ad abbracciare Ginestra autore dell’assist decisivo per il pareggio di Guazzo è l’immagine che resterà di questo risultato strappato con i denti. Con soli tre giorni di lavoro era impossibile per qualsiasi allenatore stravolgere e far risorgere una squadra in crisi. Oppure con la bacchetta magica regalare
subito gioco alla squadra. Ed infatti nonostante il cambio di modulo,
con Mancini schierato dietro le due punte, Gustavo e Ginestra, la
Salernitana ha continuato a manifestare le lacune già emerse nelle prime
tre giornate. Gli esterni vanno spesso in bambola e anche i centrali
difensivi, a Mugnano Rinaldi e Luciani, soffrono di amnesie che possono
risultare pericolose. Da salvare c’è sicuramente il cuore,
l’orgoglio.?otto di due gol a meno di quindici minuti dal termine, la
squadra è riuscita a trovare la forza per rimontare, andando a sfiorare
addirittura la terza rete, in pieno recupero con Ginestra. Galderisi
chissà avrebbe invocato nuovamente la Madonna, a cui Ginestra magari non
starà troppo simpatico. Perrone, invece, si gode un punticino
sicuramente d’oro. Vincere sarebbe stato forse troppo per i granata,
considerato che per gran parte del match l’Arzanese ha giocato
sicuramente meglio. Ben organizzato, l’undici di Rogazzo, ha messo in
difficoltà i granata sia in fase offensiva con il tridente Fragiello,
Lacarra, Sandomenico che in fase difensiva, con la trappola del
fuorigioco scattata sempre alla perfezione. E infatti, dopo un avvio
equilibrato, l’Arzanese impiega davvero poco a sbloccare il risultato.
Sandomenico che già al 6’ dopo essersi bevuto Chirieletti aveva sfiorato
il gol, con un preciso diagonale batte Iannarilli. La reazione granata?
Praticamente nulla. Mai un’azione degna di nota, manovra lenta e pochi
spunti e troppi lanci lunghi. La scelta di Capua non convince. Nervoso
l’ex laziale spreca anche l’unica opportunità del primo tempo quando non
arriva per un soffio su un cross di Mancini. Nella ripresa è proprio
Capua il primo a lasciare il campo, giustamente. Perrone sceglie Guazzo,
arretrando Mancini. Una mossa che alla lunga si è dimostrata decisiva.
Ma prima di svegliarsi la squadra granata deve subire un altro schiaffo,
sotto gli occhi di uno scatenato Lotito spesso a colloquio con Carlo
Susini. Dopo che ancora Sandomenico aveva sfiorato il raddoppio, bravo
Iannarilli nell’occasione, al 74’ su azione d’angolo Riccio di testa
brucia tutti e fa esplodere la gioia dei tifosi locali. Sembra una
disfatta, con Perrone scuro in volto, Lotito ancor di più e i primi cori
di contestazione che si alzano dal settore occupato dal centinaio di
tifosi granata. E invece ecco che al 77’ dopo un’invenzione di Gustavo
Montervino con un preciso diagonale accorcia le distanze. Poi a quattro
minuti dalla fine cross di Montervino, sponda di Ginestra e Guazzo di
testa trova il suo primo gol in granata, quello che vale l’insperato 2-2
finale. Un pareggio da cui ripartire ma che non deve certo esaltare
più di tanto. Si resta sul fondo della classifica con la vetta lontana
già otto lunghezze. Il buon Perrone dovrà lavorare molto e c’è la
sensazione che qualche piccolo ritocco in chiave mercato sembra essere
davvero necessario.