di Enzo Sica
<Un pizzico di emozione senza dubbio c’è. Vedere dopo tanti anni dalla sua scomparsa una targa che sarà scoperta domani per ricordare il mio papà, Bruno, nel <suo> vecchio stadio, il Donato Vestuti rappresenterà per me, mia mamma Marinella, mio fratello Raffaele e per tutta la famiglia Carmando un riconoscimento che credo sia dovuto ad una persona che ha avuto un unico grande amore nella sua vita: la passione per Salernitana>. Appuntamento domani mattina alle 10.30 allo stadio Vestuti, interverranno il sindaco Napoli e il deputato Piero De Luca. Non cerca giri di parole Giovanni Carmando, classe 1967 quando lo incontriamo proprio per parlare di questa imminente cerimonia, che arriva pochi giorni dopo il 103esimo anniversario del compleanno della <bersagliera> ma soprattutto del suo papà Ecco, Giovanni, chi era il tuo papà Bruno Carmando? <Molti lo definivano un eclettico perchè cambiava umore spesso ma devo dire che era di una dolcezza unica e soprattutto aveva grandi doti umane che trasmetteva anche ai calciatori che aveva in cura e soprattutto all’ambiente del quale faceva parte da una lunga generazione>. Si perchè con il papà Angelo, morto nel 1954, con i fratelli e le sorelle ha vissuto praticamente nello stadio Vestuti visto che i Carmando erano anche i custodi dello stadio e da dove, praticamente, ha iniziato la sua lunga carriera di massaggiatore. <Aveva sposato si può dire anche la…Salernitana visto che spesso mia mamma glielo faceva notare. ma lui era fatto così. Il suo senso di appartenenza, la sua passione per la città e per la squadra granata gli hanno sempre consentito di essere al centro di ogni situazione, nel bene e nel male, bisogna dirlo. Però il suo unico obiettivo rimaneva sempre e solo la Salernitana e con le società che si sono avvicendate nel corso di tutti quegli anni>. Con quali calciatori o allenatori ha legato di più nel corso della sua lunga storia come masseur granata? <Se dico con tutti credo di non sbagliare. Certo ha avuto un buon feeling Tom Rosati prima, poi con Ansaloni, con Mario Russo, tecnico che nel 1986 -1987 guidò la Salernitana e anche con il compianto presidente Peppino Soglia. Tra i calciatori certamente figurano Agostino Di Bartolomei, Marco Pecoraro, Luca Fusco, Gianluca Grassadonia, Antonio Capone. Ma ce ne sono molti altri visto, come detto, che trattava tutti come suoi figli> Diciamo che dal 1964 dopo l’inizio con Alberto Fresa fino agli anni 80′ i muscoli dei calciatori granata sono stati sempre nelle mani sapienti di Bruno? <Certamente è stato un lasso di tempo molto lungo che gli ha permesso di andare avanti anche in tanti momenti bui che attraversavano all’epoca le varie società granata. Le risorse economiche erano poche ma quando si parlava di massaggiatore non ci si poteva non identificare con il mio papà>. Peccato che non riuscì ad essere il masseur della Salernitana nella stagione della seconda promozione in serie A anche se dal 1991 al 1997 tu avevi già preso il suo posto come massaggiatore. <E’ vero. Furono otto anni intensi per me sia come massaggiatore che come fisioterapista. Avevo imparato tanto da mio padre. Poi anche io lasciai anche se penso che papà ci teneva tantissimo ad essere anche il massaggiatore in serie A della Salernitana. A monte ci furono delle incomprensioni, credo, con il presidente dell’epoca, Aliberti anche se i calciatori granata li abbiamo curati al nostro centro fisioterapico anche negli anni successivi>. E ora, a distanza di 23 anni un Carmando, ciò tu, Giovanni sei stato chiamato ad essere il massaggiatore della Salernitana nella prossima stagione, in serie A. Ci speravi? <Devo essere sincero no. Ma sono tifoso come lo era papà e la mia famiglia e la telefonata del direttore pochi giorni fa mi ha davvero riempito di orgoglio. Non mi sembrava vero e la mia risposta affermativamente al richiamo della nuova società del presidente Iervolino mi ha fatto ritornare con la mente a tanti anni fa facendomi ripensare al mio papà e forse anche a quella serie A che a lui era stata negata nel lontano 1998> Domani poi, la targa da parte dell’Amministrazione Comunale in memoria di Bruno per la quale tanti tifosi granata soprattutto quelli della vecchia generazione si sono battuti per ottenerla: Salvatore Orilia, presidente del Salerno Club 2010. <Ero a conoscenza di come Salvatore si stesse battendo per un questo riconoscimento a mio padre. Erano molto amici ed erano accomunati dal grande amore per la maglia granata. E vorrei ringraziare, comunque, sia Salvatore che gli altri tifosi che ricordano sempre con affetto e piacere Bruno Carmando. Ed un grazie al sindaco Napoli e all’amministrazione comunale per questo gesto di grande sensibilità>.