Mercato San Severino. Processo abbreviato per evitare l’ergastolo. Il 36enne serbo (S.M.) è accusato di omicidio volontario aggravato dal numero delle persone riunite per l’aggressione ai danni di una persona anziana, indifesa. Anna Landi fu legata e picchiata in casa perché ai ladri il bottino non sarebbe bastato. Morì dopo due settimane di agonia in ospedale l’anziana donna che a piazza Galdo di Mercato San Severino era finita vittima di una rapina tra Natale e Capodanno del 2016. A inizio del 2017 il suo cuore si fermò nella Rianimazione dell’Umberto I di Nocera Inferiore. Sette anni dopo quell’aggressione era arrivata la svolta con l’arresto in Germania di uno dei componenti della gang che avrebbe sottoposto l’86enne a una spietata e insensata violenza. Si tratta dello straniero di nazionalità serba di 36 anni catturato dalla polizia tedesca su mandato internazionale spiccato dalla procura di Nocera Inferiore guidata da Antonio Centore. Gli inquirenti sono risaliti a lui, in quanto la sorella, unitamente al cognato dopo essersi introdotto in un’abitazione di Benevento, erano stati inseguiti dai carabinieri e si erano schiantati contro un muro ed erano morti. Risalendo al Dna della sorella, sono giunti alla conclusione che la stessa avesse partecipato all’omicidio dell’anziana donna di Mercato Sanseverino. Fatta irruzione nell’appartamento della signora dopo aver forzato la porta convinti che all’interno non ci fosse nessuno, i malviventi avevano cominciato a frugare ovunque. Sorpresi dalla padrona di casa l’avevano legata e aggredita. Volevano sapere dove fossero i soldi, dove tenesse gli oggetti di valore. Ma in casa non c’era granché dato che l’anziana, che era sola e poteva contare solo sull’affetto di un nipote che le teneva in ordine i conti di casa, non conservava nulla. Ai criminali non bastarono le preghiere dell’anziana, non si fermarono quando aveva chiesto loro di lasciarla in pace. Anzi, quando avevano capito che in casa davvero non c’era nulla avevano sfogato contro di lei la frustrazione, aggiungendo altra violenza. Tutto ciò accadde il 29 dicembre del 2016. Undici giorni dopo a seguito di un lungo ricovero e nonostante le sue condizioni – almeno inizialmente – sembravano poter autorizzare i medici ad essere ottimisti, l’anziana donna spirò all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Troppo gravi i danni, troppo pesanti le ferite riportate. Ora il giudizio con rito abbreviato per il 36enne serbo che il 30 gennaio prossimo sarà davanti al gup del Tribunale di Nocera Inferiore Claudia Masucci.
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