“E’ in atto uno scempio ambientale e paesaggistico a danno del giardino storico dell’Ospedale di Curteri. Il disinteresse della Dis-amministrazione penalizza, ancora una volta, la nostra martoriata Comunità”. Lo dichiara Giovanni Romano, consigliere comunale di opposizione e Capogruppo del Movimento Civico Sanseverinese. “Nell’Ospedale di Curteri è iniziato l’abbattimento di 37 pini marittimi secolari. L’Azienda Ospedaliera Universitaria costruirà un nuovo padiglione. Non serve ad aumentare i reparti e a sviluppare il nostro Ospedale perché la nuova struttura è perfettamente identica a quella esistente, che ospita i reparti di urologia e cardiologia, a sua volta scollegata dagli altri reparti. Una volta terminati i lavori, il vecchio padiglione sarà abbattuto a condizione di trovare i soldi che, al momento, non ci sono. Nessuno sapeva nulla di questi lavori perché il permesso a costruire rilasciato dalla Dis-amministrazione non è mai stato pubblicato all’Albo Pretorio del Comune. L’attuale padiglione – prosegue Romano – deve essere adeguato dal punto di vista sismico. Invece di consolidarlo si è deciso di abbatterlo. Nell’analisi dei costi e benefici si è tenuto conto solo dei soldi da spendere (quelli del PNRR) e non della reale utilità dell’intervento. Costruendo un nuovo padiglione si spende di più! Poco importa se per “liberare” l’area dove si deve costruire ci sono ben 20 pini marittimi di alto fusto da abbattere e altri 17 devono essere tagliati per consentire il montaggio della gru a torre per realizzare i lavori. Poco importa se si distrugge un altro pezzo della nostra storia: il bellissimo giardino del nostro Ospedale, cementificando e sacrificando la biodiversità di alberi secolari che tanto beneficio apportano all’aria che respiriamo e al clima. Per rilasciare il permesso a costruire, la Dis-amministrazione ha convocato una Conferenza dei servizi che si è tenuta il 3 maggio. Alla Conferenza non è stata invitata la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno ed Avellino e la Regione Campania (Direzione Generale per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Unità Operativa Dirigenziale “Foreste”). Il loro parere era necessario perché il giardino storico del nostro Ospedale è stato individuato come bene da tutelare nel Piano Urbanistico Comunale, in coerenza con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. Invece la Dis-amministrazione ha deciso di “voltarsi dall’altra parte”: non una parola per evitare l’abbattimento degli alberi e del vecchio padiglione, non una parola sull’utilità di costruire un padiglione identico a quello che c’è, nessuna informazione alla nostra Comunità. Soprattutto, nessuna azione politica credibile da parte di una Dis-amministrazione sempre impegnata in sagre e scampagnate e incapace di avanzare legittime richieste di sviluppo del nostro Ospedale, per riavere qualcuno dei reparti chiusi negli scorsi anni a vantaggio del S.Leonardo, eliminare definitivamente il pericolo di una sua possibile chiusura e “compensare” il sacrificio che sta sopportando la nostra Comunità. Non era meglio spendere i soldi del PNRR per realizzare i collegamenti tra i vari padiglioni, visto che i trasferimenti dei malati da un reparto all’altro deve avvenire con l’ambulanza all’interno dell’Ospedale? Oppure per costruire la sede della Facoltà di Odontoiatria che attende da anni di essere attivata all’interno del nostro Ospedale? Non era doveroso coinvolgere la Soprintendenza e i Carabinieri Forestali per verificare se gli alberi che si stanno abbattendo potevano essere salvati? Non era opportuno informare la Comunità su quanto l’Azienda Universitaria aveva programmato per consentire un confronto sereno e partecipativo? Ancora una volta – conclude Giovanni Romano – la Dis-amministrazione non ha garantito la corretta informazione riguardo un intervento devastante per l’ambiente già compromesso della nostra Città. Ancora una volta sono state seguite procedure che suscitano legittimi dubbi sulla loro correttezza. E, ancora una volta, segnaleremo tutto alle competenti Autorità”.
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