S. Severino: omicidio Quaranta, i motivi dell'arresto - Le Cronache Ultimora
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S. Severino: omicidio Quaranta, i motivi dell’arresto

S. Severino: omicidio Quaranta, i motivi dell’arresto

di Mario Rinaldi

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Carmela Quaranta, la 42enne, madre separata di due figlie, trovata morta la sera di Pasqua nella sua abitazione in via Trieste. Gerardo Sellitto, 56enne di Mercato S. Severino, nella giornata di ieri è stato raggiunto da un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Nocera Inferiore, in quanto gravemente indiziato dell’omicidio della ex compagna. Gli ufficiali di polizia giudiziaria in servizio presso la Compagnia Carabinieri di Mercato San Severino, dando esecuzione al provvedimento della Procura nocerina, sono andati a prelevare l’uomo ieri mattina su un cantiere edile, dove si trovava per lavoro per trasferirlo nel carcere di Fuorni. “Il provvedimento di fermo – ha detto l’avvocato Carmine Guadagno, difensore dell’indagato – si fonda sul presupposto di attività di dati raccolti, messaggistica e telefonate da cui si desume che sarebbe stato lui a commettere l’omicidio. Un decreto che è stato emesso anche per il presunto pericolo di fuga”. Pare, infatti, che in alcune chat si leggeva che l’indagato avrebbe avanzato l’ipotesi di voler andar via, anche se le sue condizioni, soprattutto economiche (secondo alcuni), non sarebbero state tali da poter sostenere una eventuale fuga all’estero. Che il cerchio si stesse stringendo era una sensazione ormai nota già dalla scorsa settimana, quando una seconda persona, il commercialista N.S., amico di Sellitto, è stato anche lui iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio. Questo amico, che risiede in località San Vincenzo, avrebbe ospitato il presunto omicida nella sua abitazione, che poi si è saputo condividevano con un contratto di fitto cointestato. Ad incastrare l’uomo sono state soprattutto le telecamere di videosorveglianza privata di un esercizio commerciale che puntavano proprio davanti al portone di ingresso del palazzo dove abitava la vittima. Sellitto sarebbe stato ripreso prima e dopo la sera del venerdì prima di Pasqua, quando presumibilmente sarebbe avvenuta la morte per strangolamento. Che, ricordiamolo, inizialmente si pensava potesse essere un decesso avvenuto per cause naturali o per overdose, fino a quando il medico legale, dopo aver esaminato la salma della donna aveva notato segni sul collo che facevano presupporre ad una morte per asfissia. Altri elementi fondamentali che hanno portato al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura nei confronti dell’ex compagno di Quaranta, sono stati l’acquisizione e l’analisi di tabulati e celle di traffico telefonico e le decine di testimonianze di vicini della vittima, che hanno raccontato di continui litigi tra i due. Alcuni sostengono addirittura che lui non fosse un ex, ma che la relazione stava continuando seppur con tensioni continue. La complessa attività investigativa, guidata dal pm Antonio Centore, grazie al lavoro certosino dei carabinieri del comando provinciale di Salerno, guidati dal Colonnello Filippo Melchiorre, attraverso sofisticati mezzi tecnologici, pur senza il ritrovamento del cellullare della vittima, è riuscita a ricostruire il traffico telefonico che l’uomo aveva messo in atto in quel venerdì Santo nei confronti dell’ex compagna e anche nei giorni successivi. Proprio verso quel cellulare (l’ex compagno è accusato anche di furto per il mancato ritrovamento dello stesso) sarebbero stati inviati messaggi e fatte diverse telefonate che avrebbero confermato un rapporto ancora in essere con la vittima. Inoltre, dati di posizione e gps avrebbero dato un’ulteriore conferma che Sellitto si trovava proprio nell’abitazione dell’ex quando accadde il delitto. Del resto, in una intervista telefonica a una trasmissione di un’emittente nazionale, il fermato aveva confermato di essere stato l’ultimo ad aver visto Carmela quella sera, pur volendo sottolineare che il loro rapporto si era interrotto da tre mesi. Poi, due giorni di silenzio e i vari tentativi da parte dei familiari di mettersi in contatto con la 42nne. Fino a quando non è scattato l’allarme la sera del 20 aprile, con l’intervento dei vigili del fuoco e del 118 che dovettero forzare la porta di ingresso per accedere nell’appartamento, nel quale trovarono il corpo esanime della donna che si trovava a letto con la coperta all’altezza del torace, dove furono rinvenute anche due chiazze di sangue. Successivamente ci fu l’intervento dei Ris di Roma, che fecero esami irripetibili nella casa reperendo tracce biologiche e materiale utile alle indagini, le cui analisi sono ancora in corso, in attesa di conoscere l’esito insieme all’autopsia. Tra l’altro, le tante testimonianze raccolte sono state utili per ricostruire parte della vita privata della vittima. Alcuni hanno raccontato anche di richieste di aiuto che la donna avrebbe avanzato nei confronti di un suo confidente. Ignoti i motivi per i quali sarebbe stata avanzata tale richiesta. Tutto questo fino a ieri, quando c’è stata l’attesa svolta, con il fermo del 56enne, in quanto gravemente indiziato dell’omicidio della ex compagna, seppur lo stesso si è dichiarato sempre innocente. Lo stesso amico commercialista, in un’intervista rilasciata a un’altra emittente nazionale, definendo Sellitto “un pezzo di pane”, aveva totalmente escluso ogni suo coinvolgimento in questa vicenda. Tra domani e dopodomani, intanto, si svolgerà l’interrogatorio di garanzia con la possibile convalida del fermo, cui seguirà un’altra complessa attività di indagine prima dell’eventuale rinvio a giudizio dell’indagato, nei confronti del quale verrà indicato il capo di imputazione per cui potrebbe essere accusato. Sul fermo è stata diffusa una dichiarazione della famiglia della vittima, attraverso il loro difensore, l’avvocato Nobile Viviano: “apprendiamo dal comunicato stampa della procura della repubblica di Nocera Inferiore di un fermo per la prematura morte della nostra amata sorella/figlia. Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura ed aspettiamo che venga fatta piena luce sulla tragica fine di Carmela. Siamo consapevoli che questo è solo il primo passo verso l’accertamento della verità e rimaniamo in attesa che la giustizia faccia il suo corso nella convinzione che verranno assicurati alla giustizia tutti coloro che in qualsiasi modo hanno contributo a mettere fine alla vita della nostra amata. Siamo stretti nel dolore e ci affidiamo al nostro legale, avv. Nobile Viviano, per ogni ulteriore commento, anche tecnico, su quanto appreso dalla stampa”. Silenzio, invece, da parte dell’altro avvocato, Luigia Di Mauro, che difende l’ex marito e le figlie della vittima, in attesa di ulteriori sviluppi.