I se e i ma in politica raramente valgono. Ma da più parti, chiuse le urne ed acquisito il risultato, qualcuno direbbe: «Non ci voleva “la zingara” per indovinare che Matteo Renzi avrebbe avuto un risultato più lusinghiero». Il sindaco di Firenze parla di un 40 per cento. Il dato, insomma, all’apertura delle primarie. Quando lui, anche al Grand Hotel Salerno, davvero riempiva ogni spazio. E gli stessi analisti suppongono che avrebbe riempito anche le piazze. Forse proprio Renzi sarebbe stato, insieme a Grillo, l’unico a ritornare nelle piazze. Fondamentalmente, oltre ad una campagna elettorale virtuale, i big hanno praticamente abolito la formula dei comizi. E se da un lato i renziani sono delusi per un risultato modesto che sostanzialmente non serve per la formazione di un governo stabile e duraturo, dall’altro ora si pongono alla finestra in attesa che “qualche cadavere (politico) passi il fiume”.
Il sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando è uno dei renziani della prima ora. Qui a Salerno, in molti comuni, aveva trascinato tantissimi amministratori, riuscendo, alle primarie, nell’impresa di raggiungere ottime percentuali.
Ed ora sindaco?
«C’è dispiacere e delusione per una campagna elettorale il cui risultato, nei fatti, era già scritto. L’idea e la volontà di sostenere Matteo Renzi rappresentava la voglia di vincere in modo netto l’elezioni. Purtroppo non hanno capito che il centrodestra esiste ed hanno sottovalutato Berlusconi. E non solo. Hanno pensato di poter vincere senza quei voti che Renzi poteva intercettare. Alla fine ci ritroviamo così».
Renzi ha dichiarato: «Con me il Pd al 40 per cento». Insomma la vittoria era certa
«Sarebbe stato tutto diverso. All’avvio delle primarie il Pd davvero era al 40 per cento. Matteo Renzi non raccoglie solo voti nel Pd ma ha un consenso largo e spazia ovunque, compreso tra i giovani. Insomma poteva intercettare anche alcuni che hanno scelto Grillo. Fondamentalmente l’esperienza delle primarie aveva fatto emergere quell’entusiasmo e quella passione anche dei cittadini. Ma ciò non è stato preso in considerazione».
Qual è ora la via d’uscita?
«Capiamo cosa succede. Come gruppo attendiamo l’evolversi della situazione. Non vogliamo spingere in nessuna direzione e non prendiamo iniziative proprio per non aggravare la già complicata situazione politica».
Un governo Pd – Grillo?
«Personalmente sono contrario. Non si può immaginare di condividere un percorso con persone che hanno attaccato duramente Bersani».
E Renzi che farà?
«Certamente non si potrà chiede a Matteo Renzi di far uscire il Paese da questo stallo. Lui è sindaco di Firenze, anzi è un ottimo amministratore e risponde ai suoi cittadini fiorentini. Responsabilmente ha sostenuto il Pd ma ora tocca a Bersani».
Qui a Salerno (in provincia) e in Campania il centrodestra ha vinto, che è successo?
«Ora è il momento dell’analisi del voto ma soprattutto dell’autocritica. L’averci epurati dalla partecipazione di certo, a mio avviso, non ha giovato. Il dato conferma una vittoria del centrodestra e un sconfitta della sinistra. Di questo devono prenderne atto la segreteria regionale e quella provinciale».
28 febbraio 2013