Ruggi. Cristina poteva essere salvata - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

Cristina Pagliarulo poteva essere salvata. È quanto emerge dalla relazione del medico legale, su disposizione della Procura della Repubblica di Salerno che ha iscritto nel registro degli indagati cinque medici, in servizio presso il pronto soccorso e il reparto di chirurgia d’urgenza dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno. Pagliarulo, 41enne di Giffoni Valle Piana, è deceduta lo scorso 6 marzo dopo aver atteso ben 24 ore su una barella del pronto soccorso. La relazione non lascia spazio a dubbi o interpretazioni: è l’ennesimo caso di malasanità che colpisce l’azienda ospedaliera. “Se la paziente fosse stata operata entro le sei ore dall’insorgenza dei sintomi e/o della leucocitosi e/o stato ipotensivo, previste dalle linee guida, con elevato grado di credibilità razionale: il volvolo sarebbe stato risolto evitando la compromissione dell’asse vascolare; si sarebbe quindi evitata l’ischemia intestinale e di conseguenza la diffusa necrosi; non si sarebbe verificata una insufficienza multiorgano con severa anemizzazione”, si legge nel referto. Dunque, in sintesi, bastava intervenire entro le 6 ore eppure no: Pagliarulo è stata abbandonata in pronto soccorso, allontanato il figlio e i suoi sintomi sono stati minimizzati al massimo dalla dottoressa in servizio. “L’evento morte, pertanto, non può essere considerato un esito inevitabile dello stato clinico della paziente, bensì il risultato di una gestione clinico-chirurgica non conforme alle linee guida e agli standard internazionali, che ha contribuito in modo determinante al deterioramento progressivo fino all’arresto cardiorespiratorio”, emerge ancora dalla relazione. Tra i medici iscritti nel registro degli indagati la dottoressa del pronto soccorso Paola Esposito, il dottor Marcello Della Corte, il medico di chirurgia d’urgenza Antonio Carrano con l’accusa di omicidio colposo. La ricostruzione dei fatti. Nella notte del 3 marzo, Cristina Pagliarulo si presenta al pronto soccorso lamentando forti dolori addominali. Dopo circa due ore viene dimessa, ma le sue condizioni non migliorano, anzi peggiorano. Il giorno seguente decide quindi di tornare al Ruggi, spinta anche da un insolito gonfiore addominale. In quel momento, la 41enne aveva, letteralmente, i minuti contati: dopo dodici ore trascorse su una barella, viene colpita da un’ischemia e da un’emorragia addominale. A quel punto, la corsa in sala operatoria, ma purtroppo per lei non c’è più nulla da fare. Del caso si è occupata anche la trasmissione di Rete4 Fuori dal Coro, che ha mandato in onda i video di quei drammatici momenti. La dottoressa Esposito ha richiesto l’intervento di un collega per sedare la paziente. Accanto a lei, per diverse ore, anche il figlio, al quale era stato più volte chiesto di tranquillizzare la madre. In seguito alla puntata condotta da Mario Giordano, i NAS hanno proceduto al sequestro della cartella clinica della donna.