«Non stava bene, nessuno di noi riconosceva più Rodolfo». Gli amici, dopo i funerali si sono intrattenuti qualche minuto davanti la chiesa e tutti concordavano su una cosa: quella separazione aveva distrutto Paolo Anastasio psicologicamente tanto che spesso gli hanno consigliato di iniziare un percorso con uno specialista per ricominciare a vivere. «Lo incontravo spesso, era evidente il suo malessere. Possibile che nessuno si sia reso conto delle condizioni di Rodolfo? Possibile che neanche i figli si siano accorti di quanto fosse cambiato?», è la domanda che si ponte un amico che poi aggiunge «non conosco la verità, mi baso su quanto raccontato ma un dato è evidente, era stravolto da quella separazione». Il dolore più grande, per Anastasio, era dover incontrare, ogni giorno a lavoro, la sua ex compagna, passare delle ore insieme e magari, all’improvviso, vedere arrivare il nuovo compagno di lei. Ieri pomeriggio, presso la chiesa di San Giovanni Bosco, in via Francesco La Francesca i funerali dell’uxoricida che si è poi tolto la vita sul cavalcavia dell’A2, pochi minuti dopo la fuga. In questi mesi gli amici non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, spesso si incontravano a cena proprio per provare a distrarre l’uomo dai suoi pensieri che lo hanno tormentato fino a portarlo a compiere il folle gesto. «Era davvero una brava persona, ancora non riesco a darmi una spiegazione, non sappiamo cosa dire», ha detto un amico presente. er.no





