Apertura sulle punte stasera alle ore 21, per la LXXII edizione che inaugura in auditorium con splendide coreografie, virtuosismi e grande musica. Oltre all’amatissimo ballerino, sul parquet dell’Auditorium Oscar Niemeyer, danzeranno Maria Eichwald, Roberto Bolle, Inès McIntosh, Daniil Simkin, Toon Lobach, Camilla Cerulli, Adhonay Soares da Silva, Casia Vengoechea,
Di Olga Chieffi
I Gala Roberto Bolle and Friends si sono trasformati nelle mani di Roberto Bolle, qui nei panni non solo di interprete, ma anche di direttore artistico, in un potente strumento culturale di diffusione della danza, e stasera la LXXII edizione del Ravello Festival partirà alle ore 21, proprio dal parquet dell’Auditorium Oscar Niemeyer. Un’edizione ridotta questa, firmata da Maurizio Pietrantonio direttore di una fondazione che vanta, da qualche giorno, come presidente Alessio Vlad per le note ragioni, un accanito dispetto nei riguardi della nostra regione e dell’intero Sud, che, però, porrà in bella luce le nostre eccellenze musicali alle spalle di stelle del gotha internazionale in campo classico, leggero e jazz, poiché la diciamo con le parole del Duca, di Duke Ellington, del quale ricorre il cinquantenario della scomparsa, che c’è la musica buona e l’altra…La tradizione può trovare nuove forme, ugualmente dirompenti e Bolle, forte della sua intensissima esperienza internazionale, riesce ogni volta a ricreare uno spettacolo particolare, riunendo alcuni dei più importanti ballerini del mondo e dando vita con loro a programmi vivaci, sorprendenti, che sanno sempre incantare ogni tipo di pubblico. Non solo diversi stili e scuole diverse, applaudiremo questa sera, ma brani con carica emotiva differente che trasformano lo spettacolo in un vero e proprio viaggio di emozioni: dal divertente e ironico all’elegante e accademico, fino ad arrivare al drammatico. La serata principierà con il Thais, pas de deux sul solo di violino della celebre Méditation dall’opera omonima, affidato alla stella Maria Eichwald e Roberto Bolle che formano una coppia perfetta, lei, leggera come una farfalla e animata da un fuoco sacro dell’amore per la danza, lui, partner fantastico, cavaliere dolce e premuroso. Si passerà, quindi, al Pas de deux de Le Corsaire, un celebre pezzo che nacque come Pas de deux à trois, con la partecipazione di un’altra figura maschile, e si vede ancora in teatro e nei diversi gala. Ines McIntosh sarà una Medora piena di lirismo e eterea, Daniil Simkin un Alì elegante e indomabile, uniti nella tecnica altissima e nella capacità di disegnare il proprio personaggio, rafforzato dai particolari fouettés alternati con i pas de bourrées che la ballerina in genere inserisce nella coda. Seguirà il pas de deux maschile “Les indomptes” datato 1992 del coreografo francese Claude Brumachon su musiche di Wim Mertens, che vedrà protagonisti Roberto Bolle e Toon Lobach. A sipario aperto ci troviamo davanti ad una scena minimale e spoglia, in cui sono presenti solo due danzatori vestiti in modo identico, con solo un paio di jeans, un vestito quotidiano e comune che viene usato nel primo impatto a sottolineare, forse, la relazione universale che i due simboleggiano. Dopo lontananze e differenze i danzatori tornano insieme, uno a sostegno dell’altro, inondati dalla luce che chiude la performance stringendo il campo visivo sul loro essere insieme. Ancora un pas de deux, stavolta quello de’ Le fiamme di Parigi, con le coreografie di Vasilij Vainonen e la musica di Boris Asafiev, per l’interpretazione di Camilla Cerulli e Adhonay Soares da Silva. Durante la Rivoluzione Francese, Jeanne e suo fratello Jérome lasciano Marsiglia per andare nella capitale a supportare i rivoluzionari , ma mentre combattono per la libertà, entrambi incontrano l’amore sulla loro strada. Anteprima mondiale per Chiaroscuro una nuova creazione di Simone Valastro con le musiche di Max Richter, un solo dedicato a Roberto ove il ballerino intende far sparire la sua fisicità in un brano contemporaneo in controluce, dove appare ripiegato su se stesso, per poi risollevarsi, e uscire finalmente dall’ombra. A seguire, II, coreografia di Philippe Kratz, che ha firmato anche costumi e scene, per un’idea che prende forma, vive e modella i danzatori i due interpreti, Casia Vengoechea e Toon Lobac che lo scorso anno avevano proposto dello stesso coreografo “I”, in una qualità di movimento innovativo. Ritorna in scena Daniil Simkin danzatore russo primo ballerino dell’American Ballet Theatre ed étoile dello Staatsoper di Berlino, per Les Bourgeois, con coreografia di Ben Van Cauwenbergh e le musiche di Jacques Brel, quindi il Bigonzetti di Kazimir’s Colors, su musica firmata da Dimitrij Sostakovic, creato nel 1996, ispirato dai colori e dalle forme del pittore russo Malers Kazimir Malewitsch sul Concerto per pianoforte, tromba e orchestra di del genio russo, per la performance di Maria Eichwald, Roberto Bolle. Ed eccolo il celebre Pas de deux di Don Quixote che inevitabilmente miete i successi nelle varie serate di gala: a eseguirlo saranno Inès McIntosh e Adhonay Soares da Silva in tutù rosso e nero di prammatica come vuole la tradizione sovietica, ha bisogno di tecnica solida e per la grinta per disegnare una Kitri focosa e ironica, in perfetta complicità con il potente Soares da Silva, un Basilio in perfetto equilibrio tra le batterie, i giri quasi impossibili e lo spirito cavalleresco. Chiusura con il Roberto nazionale “In Your Black Eyes”, un assolo di Patrick De Bana sulla musica di Ezio Bosso. Gli stessi passi ripetuti all’infinito rappresentanti la lotta del corpo contro la malattia, contro la morte, con la sola forza dello sguardo e del cuore “Questo pendolo della vita, che soffermasi, dopo spente tutte le altre funzioni, protestando, quasi, contro il riposo finale, con un’ultima contrazione, che segna la fine”(Giovanni Antonelli anatomista).