Riarmo? 5% Pil impagabile. Il para bellum? Ci annienterà - Le Cronache Attualità
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Riarmo? 5% Pil impagabile. Il para bellum? Ci annienterà

Riarmo? 5% Pil impagabile. Il para bellum? Ci annienterà

Aldo Primicerio

Un capolavoro di ipocrisia. Così l’economista Mario Pomini definisce la promessa che il presidente del Consiglio Meloni ha fatto alla Nato, con tutti a l’Aia, alla corte del ciuffone d’oltreoceano: aumentare la spesa militare dei singoli Paesi del 5% del proprio Pil. Un incremento straordinario, mai avvenuto, e ben superiore a quel 2% deciso nel 2014. In soldoni, quanto costerà quel 5% all’Italia? 80 miliardi di euro, più del doppio dei 35 di oggi, 3 volte più del solito 1,1%. Perché ipocrisia? Perché Meloni ha firmato l’accordo sostenendo una risoluzione votata da tutta la maggioranza, con cognizione di causa e con tutte le valutazioni possibili. Falso. Innanzitutto perché Salvini e la Lega erano contrari, considerando quel 5% un obiettivo socialmente insostenibile, e quindi sconfessati dalla presidente che considerava quel 5% necessario oltre che sostenibile. Ipocrisia anche di Mark Rutte, segretario generale della Nato. Avaro da premier olandese quando si trattava di aumentare le spese post-Covid nei Paesi Ue, di manica larga quando si è trattato di implementare quelle militari. Ma riarmo contro chi? La sensazione è che non lo sappia neanche lui. Rutte arriva anche a vaneggiare, quando esalta la potenza militare letale per i nemici, contro i quali occorre armarsi, combattere e morire insieme. Un dottor Jekill-mister Hyde, folle, inebriato e contagiato dalla follia bellica del biondone americano. Ipocriti, e sciocchi, perché una guerra mondiale annienterebbe tutto e tutti, riducendo il pianeta ad un mucchio di cenere. A rifletterci, i Jekill-Hyde sono due, perché anche il presidente a stelle e strisce ha sempre disprezzato la Nato, da cui pensava addirittura di dimettersi

 

Un 5% impossibile per una economia sommersa dai debiti e claudicante come quella italiana

Alla ricerca di un latino che non ha mai studiato, la Meloni ha biascicato al Senato il famoso aforisma del “si vis pacem, para bellum”, senza valutarne le conseguenze per le finanze italiane. Sempre secondo l’economista Pomini dell’Università di Padova Nel 2014 la spesa militare valeva appena un quarto di quella per l’istruzione, allora attestata saldamente al 5% del Pil. Se oggi si arrivasse alla soglia del 5% per il riarmo  realizzeremmo uno storico sorpasso, perché quella bellica supererebbe di gran lunga la spesa per l’istruzione, ora ferma al 4,1%, uno dei valori più bassi di sempre in Europa. E mentre da un lato gli edifici militari vengono dismessi, spesso per essere al servizio dell’istruzione, la spesa militare avrebbe la meglio sulla spesa per l’istruzione. E non solo per  quella. Gli 80 miliardi per il riarmo arrivano alla metà di quello che spendiamo per la sanità, dove già siamo a quote più basse della media UE. Da noi la spesa sanitaria è di € 3,562 a persona. Si pensi che in Lussembrugo la spesa arriva a € 6mila pro-capite, come in Danimarca e Svezia. Ecco perché quel 5% sarebbe impossibile per un economia indebitata come la nostra, che toglierebbe risorse per gli investimenti in cultura e formazione delle generazioni future, ma anche per quelli destinati alla nostra salute. Un bel segnale per i nostri giovani, ed anche per le loro famiglie. Tutti devono rendersi conto della inadeguatezza di chi oggi governa il Paese. Una maggioranza che privilegia solo industria e agricoltura, ma disprezza l’Europa, frenandone la transizione energetica, difende i pesticidi, e quindi ignora salute, natura ed ambiente.

 

Se vuoi la pace, prepara la guerra. Un sinistro principio che già ispirò due guerre mondiali. Con tragedie epocali, milioni di morti, e decenni per riprendersi

Un principio che di solito alberga in politici ignoranti, ipocriti e bugiardi. Che riescono ad illudere ed ammaliare chi li vota. Ci troviamo di fronte ad una sorta di isteria collettiva della comunità internazionale, dove si è incapaci di cercare la vera pace, e dove la corsa al riarmo è un contagio emulativo. Ci ricorda la battuta di Alessandro Bolide, uno dei comici di Made in Sud, per spiegare lo strano comportamento degli gnu, quei bovini che sull’orlo di un precipizio si lanciano nel baratro uno dietro l’altro. Ecco perché – dice l’irresistibile Bolide – si chiamano gnu: sono “gnuranti”. Ed eccoci davanti a chi, come Trump e Putin, hanno destabilizzato gli equilibri mondiali, spingendo al disordine globale con l’uso di maggiori risorse per le spese militari invece che per quelle orientate allo sviluppo economico ed al benessere dei popoli. Ecco da cosa si misura la statura di un politico, di un leader: dalla sua visione orientata all’equilibrio, allo sviluppo, alla pace.

 

La furia ipocrita, folle e bugiarda di Trump, Putin, Rutte, e poi Meloni, Salvini, Tajani. E il ricordo del passato

Quel passato, ad esempio, della corsa alle armi che poi diruppe nella Prima Guerra Mondiale. Anche allora il conflitto fu visto come soluzione agli instabili equilibri europei ed alla crisi degli scambi commerciali. Proprio come oggi, con il ricorso schizoide di Trump ai dazi. Come finì lo sappiamo tutti quelli che hanno studiato un po’ di storia: 16 milioni di morti e 20 milioni di feriti, la cui metà invalidi permanenti. E dalla Prima alla Seconda il passo fu breve. Lo spaventoso indenbitamento dopo la Prima ed il peso punitivo sulla Germania crearono fragili economie ed ancora più fragili democrazie. Ed ecco dirompere la furia nazista di Hitler in Germania e quella fascista di Mussolini in Italia, con la loro incapacità di avere visioni evolutive, la corsa ai conflitti ed al colonialismo. Insomma non è certo la guerra, ma la prosperità economica e le armonie tra gli Stati che ripianano le diseguaglianze sociali ed avviano verso la democrazia. Riepilogando, il demenziale piano di riarmo della Nato vuole gravarci di un 5% sul Pil per le armi (quali neanche si sa) mentre la nostra economia ha già la lingua da fuori per il 2, e vuole che ci prendiamo sulla groppa una spesa di quasi 100 miliardi all’anno per un decennio. Tanti soldi. Che saranno sottratti ad altri settori, come la previdenza, le pensioni, la sanità, l’istruzione, la tutela dell’ambiente. Insomma il trio Meloni Salvini Tajani vuole ridurci alla fame, alle malattie, alla miseria, all’ignoranza. Invece di fare la cameriera ad ore passando da un cliente all’altro, la nostra Presidente del Consiglio dovrebbe lavorare ad una nuova pace che passa obbligatoriamente per un nuovo patto mondiale. In cui tutti si abbia la percezione delle atrocità della guerra e del pericolo che si nasconde dietro la corsa al riarmo.