Rettore Unisa, D’Antonio non è candidabile - Le Cronache Attualità
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Rettore Unisa, D’Antonio non è candidabile

Rettore Unisa,  D’Antonio non è candidabile

di Erika Noschese

Candidato alla carica di rettore incandidabile. A lanciare l’indiscrezione I Figli delle Chiancarelle che, attraverso i loro canali social, hanno chiarito anche le motivazioni. Al centro della polemica finisce Virgilio D’Antonio che, nel mese di maggio 2021, ha aderito alla Cassa di Risparmio Salernitano. Come emerge dall’allegato firmato in occasione dell’adesione, infatti, D’Antonio risulta designato in qualità di componente del Consiglio d’indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana avvenuta da parte dell’Università degli Studi di Salerno in data 26 maggio 2021. L’allegato, regolarmente firmato, non lascia spazio a dubbi o interpretazioni: “dichiara di impegnarsi a non candidarsi, durante l’esercizio della predetta carica e nell’anno successivo alla sua cessazione, per l’assunzione di incarichi negli enti operanti nei territori di attività prevalente della Fondazione”. Dunque, la candidatura, come riportano le Chiancarelle, non è legittima. Ma non è tutto. Nei giorni scorsi sarebbe giunta anche una segnalazione al Rettore Loia, al Prorettore, ai componenti del Senato Accademico e al direttore Generale, evidenziando una serie di irregolarità. D’Antonio infatti, pur essendo professore a tempo pieno, lavorerebbe come avvocato consulente nello studio legale di un parente, come emerge anche dal sito web dello studio legale, con tanto di foto annessa. “D’Antonio non dice di essere incandidabile a rettore in quanto è componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana (Carisal) e, in base allo statuto, non può essere candidato durante il triennio in carica e nell’anno successivo, per l’assunzione di incarichi negli enti operanti sul territorio della provincia di Salerno dove la fondazione Carisal è prevalentemente attiva. Sarebbe opportuno che gli organi competenti verificassero queste cause di incompatibilità con la candidatura a rettore del prof. D’Antonio”, si legge nella segnalazione. Ora, non resta che attendere la mossa del rettore Loia che dovrebbe prendere provvedimenti rispetto a quanto emerso oggi. Intanto, continua la battaglia di un gruppo di dipendenti Unisa che chiedono ai candidati alla carica di lettore di sottoscrivere un patto di una “nuova era della gentilezza”. «Appare sempre più evidente un malinteso senso di superiorità che, in alcuni ambienti, tende a manifestarsi sotto forma di arroganza gerarchica, mancanza di ascolto, colpevolizzazione di chi esprime spirito critico o semplicemente compie il proprio dovere con precisione e trasparenza assistendo, talvolta, a reazioni sproporzionate o giudizi sommari nei confronti di chi, senza alcuna nota polemica, intende solo esercitare legittimamente il proprio ruolo con attenzione alle norme e rispetto delle procedure. Non è raro che, quando uno Studente eccede nei confronti di un Docente, si invochi giustamente solidarietà e rispetto dell’autorevolezza del ruolo; tuttavia, quando i dipendenti tecnico-amministrativi ovvero gli Studenti manifestano assertività, competenza e rispetto delle regole, rischiano di venire stigmatizzati come “non confacenti” ad un certo prototipato modus operandi con un’inaccettabile lettura della professionalità a mo’ nientemeno che coartazioni paradossalmente – hanno dichiarato i dipendenti Unisa – propri punti di vista non solo nei rapporti personali e professionali tra colleghi evidenziando inefficienze e aspetti umani deteriorati impattanti sulla serenità proprio degli Uffici ma finanche la ritenuta non titolarità, a detta di una certa parte della governance di Ateneo, di non poter esprimere tale modus operandi nonostante la normativa di Ateneo e quella di settore, lo permetta ampiamente come noto a tutti. Sappiamo benissimo, altresì, che tanti di noi colleghi negli anni, a fronte delle varie ripicche, punizioni e ritorsioni, non agiscono quasi mai nei modi previsti per Legge per comprensibili timori ovvero per mancanza di strumenti ed anche perché chi deve decidere, che non sia l’Ateneo, spesso tende a conferire ragione alle Amministrazioni pubbliche, almeno in prima battuta, per una atavica inquinata forma mentis insita in una certa parte di questi Decisori. Nel frattempo, in molte Strutture centrali e decentrate dell’Ateneo, si continua a lavorare oltre ogni limite umano, anche nei fine settimana, senza riconoscimenti né tutele, con carichi di lavoro spesso ingestibili, in ambienti privi di coordinamento efficace e supporto organizzativo, con una pressione continua e diffusa ad essere sempre reperibili, anche in giornate festive o fuori dall’orario ordinario». Per i lavoratori dell’Università degli Studi di Salerno tutto ciò «non è più tollerabile, e va superato non solo con una radicale inversione di rotta circa gli inserimenti di personale “alla cieca” indistintamente nelle varie Strutture a mo’ di “zolletta di zucchero” che qualcuno ha voluto dare ai vari Capi Struttura per mera “mancia elettorale” come è stato fatto recentemente con gli ultimi concorsi e non solo con una seria riforma amministrativa interna già accennata da alcuni candidati Rettore (soppressione dei Distretti, razionalizzazione di alcuni Dipartimenti, chiarificazione delle competenze, revisione delle catene di comando, revisione dell’architettura dirigenziale ecc.), ma anche e soprattutto con un cambiamento profondo di cultura istituzionale, che deve iniziare dal rispetto integrale della dignità di ogni persona che vive e lavora nell’Università. Se davvero si vuole inaugurare una “nuova era della gentilezza” pure tratteggiata dai futuri Rettori, essa non può essere un richiamo retorico, selettivo o intermittente, da invocare “a orologeria”. Invitiamo, dunque, i colleghi a non cedere al silenzio, ma a continuare a svolgere con dignità il proprio lavoro e a segnalare, anche in forma riservata, abusi, pressioni e sproporzioni nei rapporti gerarchici. Ci appelliamo ai candidati alla carica di Rettore ad assumere impegni concreti su questi temi, promuovendo una governance partecipata e rispettosa, capace di valorizzare tutte le componenti della Comunità universitaria. Sollecitiamo, infine, i decisori organizzativi e dirigenziali dell’Ateneo a interrogarsi profondamente sul clima umano e professionale che si contribuisce ogni giorno a generare, con ogni parola, gesto, email, od omissione tale che, non di rado, dalla ragione si passa al torto spesso in maniera indotta artificialmente per preservare determinati status quo professionali e personali che non sono più accettabili nella contemporaneità. Riteniamo che il rispetto non si elemosina, si pratica e che, l’efficienza organizzativa, non può mai essere realizzata a scapito della dignità personale», hanno aggiunto.