di Pina Ferro
Regolamento di conti tra detenuti nel carcere di Fuorni. L’aggressore era stato rinchiuso nella casa circondariale lunedì mattina. E’ stato un attimo, è tra i due “ospiti” della casa circondariale di Fuorni sono volati pugni ed oggetti. Il tutto è accaduto durante l’ora del passeggio. A sferrare vari cazzotti sul volto di Emanuele Sessa, costretto a fare ricorso alle cure dei medici del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, è stato Gaetano Gliemi. Quest’ultimo, insieme ad un altro soggetto, era stato associato alla casa circondariale salernitana ieri mattina a seguito di un’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Salerno con l’accusa di Associazione finalizzata al traffico di droga, coltivazione, detenzione e spaccio, danneggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di armi e munizioni. Alla base della scazzottata vi sarebbe un regolamento di conti. Secondo alcune indiscrezioni pare che Gliemi abbia voluto punire Sessa per aver parlato troppo: per averlo tirato in ballo in certe situazioni. Entrambi sono residenti nel territorio della Piana del Sele. E’ ipotizzabile che il regolamento di conti abbia a che fare con l’arresto di ieri mattina. L’aggressione sarebbe avvenuta durante l’ora di passeggio. “Se non fosse stato per il tempestivo interno dei poliziotti penitenziari le conseguenze della rissa potevano essere peggiori. – Spiega il segretario nazionale Sappe della Campania Emilio Fattorello I Baschi Azzurri della Polizia Penitenziaria di Salerno sono stati dunque bravi a evitare gravi conseguenze”, aggiunge il rappresentante sindacale. Secondo Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe:”La rissa nel carcere di Salerno conferma che tenere i detenuti a non far nulla, anche nei momenti previsti di socialità, può essere grave e pericoloso. Ma deve fare seriamente riflettere anche sulle pericolose condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, che ogni giorno di più rischiano la propria vita nelle incendiarie celle delle carceri italiane. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando e potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.