Regione. «Consiglio lento, metto la fiducia» - Le Cronache
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Regione. «Consiglio lento, metto la fiducia»

Regione. «Consiglio lento, metto la fiducia»

di Andrea Pellegrino

Lavori consiliari troppo lenti, De Luca annuncia che si introdurrà il “voto di fiducia”. Pare proprio che al governatore De Luca non sia andato proprio giù il rinvio, durante la scorsa seduta di lavori consiliari, del punto relativo alla variazione di bilancio per la ricostituzione del fondo di disabilità, approvata poi ieri dalla maggioranza. La comunicazione arriva durante i lavori della seduta consiliare. «Si va troppo lentamente», dice De Luca che richiama i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione. «Siamo stati chiamati a risolvere i problemi della gente – dice – ed invece ho seguito il dibattito di queste due sedute del Consiglio regionale e non nascondo anche un mio relativo sconcerto». Così il governatore annuncia: «Prenderemo i provvedimenti che riguardano il Regolamento e lo Statuto: il primo che prenderemo, d’intesa con i capigruppo della maggioranza, sarà l’introduzione del voto di fiducia sui provvedimenti che la Giunta ritiene siano urgenti ed utili sulla scia di quanto decide il Veneto del benemerito Zaia. Se pensiamo di governare questa Regione avendo questi tempi di decisione è meglio che ce ne andiamo a casa tutti ed in ogni caso non intendo violare l’impegno che ho preso nei confronti dei cittadini della Campania». «Per la quantità di decisioni che dobbiamo approvare – prosegue Vincenzo De Luca – se qualcuno davvero pensa che possiamo procedere in questo modo penso sia fuori dal mondo». Statuto della Campania e il Regolamento del Consiglio regionale prevedono già il voto di fiducia. La possibilità è però limitata ai provvedimenti legislativi che hanno a che fare con il bilancio. Anche l’ex presidente Caldoro se ne è avvalso. Se passasse la proposta di De Luca di prevedere il voto di fiducia su tutte le leggi, allora cambierebbe completamente lo scenario. E qualche consigliere alla buvette del Consiglio regionale, dopo il discorso del presidente già così commentava: «Così De Luca sarebbe un vero duce». Ma in aula si consuma anche il primo vero scontro politico tra Vincenzo De Luca ed il suo predecessore Stefano Caldoro. Dopo il fair play della prima seduta, gli animi questa volta si sono scaldati. Soprattutto sul terreno della sanità. Carte alla mano, già prima della seduta, Caldoro dice che «per insipienza della Giunta De Luca, la Campania ha già perso 180 milioni strutturali per il riparto nazionale della sanità». Il tutto, nella ricostruzione di Caldoro, perché la regione non si è presentata alla Conferenza indetta sul tema il 2 luglio scorso «cancellando in una notte i risultati di una battaglia che avevamo fatto per anni». Questo perché, in concreto, già a partire dall’anno in corso, secondo quanto sostiene Caldoro, «nella ripartizione del fondo nazionale per la sanità, verranno di nuovo presi in considerazione i criteri sull’anzianità della popolazione». La reazione di De Luca è netta e dura. «Ho scritto a Roma e mi è stato risposto che non c’era nessuna riunione. Mi hanno detto che si deve ancora svolgere. Quindi quello che l’ex presidente ha detto, armato di tablet, era una palla. Pensasse invece a quello che ha combinato con i fondi europei portando a possibile rischio di dissesto tanti comuni della Campania dopo aver proceduto con progetti di accelerazione della spesa». «Io mi considero un guerriero pacifico – la sottolineatura politica – e se l’opposizione vuol collaborare mi va bene. Ma se invece si fa un accordo (la settimana scorsa, ndr) e oggi si viene in aula e lo si rinnega, no. Io dico che sono contento di dover usare la sciabola». Infine la replica di Caldoro: «Non è con la paura che si risolvono i problemi, non è alzando la voce che si affrontano le questioni».