Refezione scolastica, Tar boccia la scuola Medaglie d'oro: gli alunni possono portare pasto da casa - Le Cronache
Ultimora

Refezione scolastica, Tar boccia la scuola Medaglie d’oro: gli alunni possono portare pasto da casa

Refezione scolastica, Tar boccia la scuola Medaglie d’oro: gli alunni possono portare pasto da casa

di Erika Noschese
Sì al pasto da casa. Si chiude così la querelle tra genitori e scuole per il servizio di refezione scolastica. Il Tar proprio nella giornata di ieri ha accolto il ricorso presentato da alcuni genitori che avevano chiamato in causa il ministero dell’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Ambito Territoriale di Salerno, Istituto Scolastico Medaglie D’Oro, Ufficio Scolastico di Napoli, Ufficio Scolastico di Salerno, Comune di Salerno per chiedere l’annullamento del provvedimento a firma della dirigente scolastica dell’I.C. Medaglie d’Oro di Salerno, avente ad oggetto “Decreto di rigetto del pasto domestico a scuola durante la refezione scolastica – Istituto Comprensivo “Medaglie d’Oro” Salerno” e di tutti gli atti conseguenziali del Comune di Salerno, del dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Salerno.
La vicenda
La vicenda ha avuto inizio il 10 gennaio 2023 quando i genitori di minori frequentanti l’Istituto Scolastico Medaglie D’Oro, hanno impugnato, chiedendone l’annullamento previa sospensiva del provvedimento della dirigente scolastica. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, l’Istituto Comprensivo Medaglie d’oro, nel costituirsi in giudizio, hanno eccepito il difetto di legittimazione passiva dell’Ufficio Scolastico Regionale, in quanto mera articolazione periferica del superiore Dicastero priva di autonoma soggettività giuridica; hanno in ogni caso insistito per il rigetto del ricorso siccome infondato. L’appello cautelare è stato respinto dal Consiglio di Stato “ritenuto che, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, appare prevalente quello degli studenti alla fruizione del pasto domestico, provvisoriamente ammessa con l’ordinanza impugnata, dovendosi considerate l’ormai prossima conclusione dell’anno scolastico e la fissazione dell’udienza del 19 luglio 2023 per la definizione nel merito del giudizio di primo grado; Ritenuto, inoltre, di rilevare che a venire in rilievo non sono interessi solo patrimoniali ma anche non patrimoniali degli studenti e che non emergono dalla documentazione in atti evidenze oggettive a sostegno della preclusione dell’adozione, nella fase interinale del giudizio, di misure coerenti con la tutela dell’igiene, della salute e con l’attuazione dei programmi educativi adottati, tenuto anche conto dei pareri dell’Asl Salerno, con i quali sono state indicate pertinenti prescrizioni”. «Preliminarmente va riconosciuta la fondatezza della richiesta di estromissione, per mancanza di legittimazione passiva, dell’intimato Ufficio Scolastico Regionale, che rappresenta mera articolazione periferica dell’Amministrazione Scolastica Statale e, dunque, soggetto sprovvisto di autonoma capacità giuridica sostanziale e processuale”, si legge nella sentenza del Tar. Ciò posto, il Collegio, confermando la valutazione già espressa in sede cautelare, ritiene che il ricorso sia fondato nel merito e che debba pertanto essere accolto. «Sul piano dell’inquadramento generale della fattispecie, occorre premettere che il servizio di ristorazione scolastica si configura come servizio locale a domanda individuale “oneroso, facoltativo sia per l’Ente Locale, libero anche di non erogarlo, sia per l’utenza, libera di non servirsene.… Deve essere pertanto riconosciuto agli studenti non interessati a fruire del servizio mensa il diritto a frequentare ugualmente il tempo mensa, senza essere costretti ad abbandonare i locali scolastici in pieno orario curriculare», si legge ancora nel dispositivo del tribunale amministrativo regionale evidenziando che l’auto-refezione non è quindi un diritto soggettivo a cui si correla una posizione di obbligo della scuola, bensì un interesse legittimo intermediato dal potere discrezionale dell’istituto scolastico, chiamato a porre in equo bilanciamento gli interessi individuali di coloro che chiedono di consumare il cibo portato da casa con gli interessi pubblici potenzialmente confliggenti, tenuto conto delle risorse a disposizione dell’amministrazione, con la finalità di “assicurare un’organizzazione scolastica ordinata e funzionale finalizzata a soddisfare le aspirazioni dei frequentanti l’istituto complessivamente considerati”. Ad esprimere soddisfazione il Comitato CaroMensaSalerno, commentando le due sentenze di accoglimento del Tar Salerno «con le quali si segna una importante strada a favore del consumo del pasto domestico nei refettori scolastici – hanno dichiarato – Si è lieti che i giudici abbiano ritenuto non rilevanti tutte le motivazioni addotte dagli IC. Auspichiamo che a partire dal prossimo anno scolastico tutte le famiglie che sceglieranno per i propri figli il con sumo del pasto domestico non vedranno ancora ostacolata la propria scelta alimentare la quale, come definita dai giudici, è l’espressione di un proprio interesse legittimo».