Olga Chieffi
Tempo di bilanci per la LXXIII edizione del Ravello Festival, che ha salutato l’esordio in cabina di regia, del direttore artistico Lucio Gregoretti, al fianco del Presidente della Fondazione Alessio Vlad e del direttore generale Maurizio Pietrantonio. Si chiude stasera, con l’atteso concerto della Royal Philharmonic Orchestra, diretta da Vasilij Petrenko: il luogo è l’abituale belvedere di Villa Rufolo che donerà il suo ultimo tramonto. Il pomeriggio musicale inizierà alle ore 18 con la presentazione del concerto da parte di Nicola Cattò, a Palazzo D’Avino, quindi alle ore 20 la performance, che verrà inaugurata con Erich Wolfgang Korngold The Sea Hawk. Il film è del 1940 e il protagonista è il grande rubacuori Errol Flynn. La musica regge bene come poema sinfonico autonomo, in sintonia con i temi di intrighi di corte offrendo melodie dalla fresca e vibrante invenzione che si intrecciano con il personaggio eroico di Geoffrey Thorpe, importante espressione dell’era dell’età d’oro della musica di Hollywood, con la sua capacità di catturare lo spirito dei tempi restando una delle opere più importanti di Korngold che ha influenzato compositori moderni quali John Williams. Come spesso è stato detto dai grandi della musica jazz, genere in cui John Williams si forma in gioventù, i tre pilastri del grande musicista sono: imitare, assimilare, innovare. La musica di John Williams è già parte della storia della musica, è entrata nel nostro immaginario collettivo e ogni generazione la scopre e la trasmette a quella successiva. Ascolteremo, quindi Star Wars il cui tema principale assomiglia molto alla composizione Kings Row di Eric Wolfgang Korngold con l’iconica fanfara di ottoni, echi di Stravinsky, soprattutto nell’uso delle dissonanze e dei ritmi e di Gustav Holst, che compose l’opera “I Pianeti”, musica epica, solenne e maestosa, con l’utilizzo dei leitmotiv di wagneriana memoria, che nella saga sono più di un centinaio. Quindi, si continuerà con la marcia di Superman: lo sceneggiatore Tom Mankiewicz, richiesto delle indicazioni sul tipo di atmosfera desiderata per il film, aveva detto che immaginava dei brani che una band avrebbe potuto suonare entrando sul campo del Super Bowl. Il consiglio ispirò uno dei brani orchestrali più apprezzati e amati dagli appassionati di cinema. Finale con la pedalata di E.T. verso la luna. Ben nove i temi e due melodie, di cui tre per gli alieni; ma il tema di E.T. evoca il suo isolamento e il desiderio di ritrovare la sua famiglia. Un ottavino solista in figure ripetute di sei note di solito porta la melodia, tenera, vulnerabile, speziata di melanconia. Il Tema Alieno offre un aspetto misterioso, Williams ha creato il suo suono ultraterreno strofinando una palla su un piatto sospeso, affiancato da celeste, e spostando la tessitura degli archi, quindi il motivo del Richiamo, intrinsecamente legato al Tema Alieno. Il suo semplice costrutto offre un richiamo discendente di due note, che inizia nel registro superiore e riceve risposta nel registro inferiore, come il telefono (casa). La seconda parte della serata, sarà interamente dedicata all’esecuzione del capolavoro di Nikolaj Rimskij-Korsakov, Shahrazād op. 35 la suite sinfonica da “Le Mille e una notte”, datata1888. “Il sultano Schahriar, convinto – scriveva Korsakov -della perfidia e dell’infedeltà delle donne, aveva giurato di condannare a morte ciascuna delle proprie mogli, dopo la prima notte. Ma la Sultana Shéhérazade riuscì ad avere salva la propria vita interessando il feroce marito a meravigliosi racconti che gli andò narrando durante 1001 notti. Stimolato dalla curiosità, il sultano rimandava continuamente il supplizio della moglie finendo per rinunciare completamente al suo progetto sanguinario. Shéhérazade raccontò storie stupende al sultano; per i suoi racconti, prese a prestito i versi dai poeti e le parole delle canzoni popolari; riuscendo a creare fiabe su fiabe, avventure su avventure”. Il primo movimento, Il mare e la nave di Sinbad, che, dal punto di vista formale, si presenta come una forma-sonata privata della sezione di sviluppo, inizia con un tema rude, pesante e, al tempo stesso, solenne eseguito in ottave dall’orchestra che rappresenta perfettamente il carattere cupo e terribile del Sultano. Dopo un breve interludio il violino solista, accompagnato dall’arpa, interviene con un tema melismatico per rappresentare la protagonista che racconta le storie fantastiche. L’esposizione si svolge attorno a due gruppi tematici dei quali il primo è costituito dal tema del Sultano affidato sempre all’orchestra seguito da uno malinconico, affidato ai legni, che evoca immense distese marine, mentre il secondo è caratterizzato dal tema di Shéhérazade. Questo tema ritorna nella breve introduzione del secondo movimento, La storia del principe Kalender, che, dal punto di vista formale, ha una struttura tripartita e presenta un carattere brillante che lo rende paragonabile allo Scherzo della sinfonia romantica. Il tema principale, di carattere nostalgico, è affidato prima al fagotto e poi all’oboe per passare alla fine ai violini, mentre la musica assume un brillante carattere di danza. Nella seconda parte del brano si ha un vero e proprio colpo di scena con gli ottoni che introducono un tema marziale che a un certo punto si arresta su un tremolo in pianissimo degli archi per lasciare il posto ad una cadenza ad libitum del clarinetto di sapore orientaleggiante. Nella ripresa, infine, il carattere nostalgico del tema principale si è ormai dissolto lasciando il posto ad un’energia ritmica a cui partecipa l’intera orchestra. Tutto il terzo movimento, Il giovane principe e la giovane principessa, vive, invece, del contrasto dei due temi che rappresentano rispettivamente i due personaggi del titolo. Il tema del giovane principe è una tenera melodia affidata prima ai violini e ripresa dagli oboi e dai violoncelli, mentre il secondo, che rappresenta la giovane principessa, è un grazioso motivo di carattere danzante. Nel quarto movimento, Festa a Bagdad, il mare, il naufragio, ritornano quasi tutti i temi esposti nei movimenti precedenti per rappresentare situazioni diverse e non alla stregua di Leitmotivs, come lo stesso Korsakov ebbe modo di precisare: “tutti quelli che sembrano Leitmotiv non sono altro che materiali puramente musicali, motivi di sviluppo sinfonico. Questi motivi circolano in tutte le parti del pezzo, inseguendosi e intrecciandosi”. Dopo una breve introduzione, in cui vengono riproposti il tema del Sultano e quello di Shéhérazade, la movimentata festa a Bagdad può avere inizio con un tema che si configura subito come una sorta di moto perpetuo. Il secondo tema è, invece, affidato ai corni e alle trombe. In questo movimento è molto suggestiva la rappresentazione del mare, che non è più ritratto in un momento di pace, ma durante una tempesta che sconvolge l’assetto di navigazione del vascello fino a farlo naufragare tra i fragori degli elementi scatenati la cui furia devastatrice è resa efficacemente da colpi di piatti e grancassa. Alla fine ritorna il tema del Sultano che, finalmente, si esprime in modo dolce, ormai distolto dal suo proposito di uccidere la moglie, che sembra affidare il suo trionfo al violino, lo strumento che ha usato per incantarlo, con i suoi penetranti suoni armonici che giungono nel finale.





