Rapina in casa da “Arancia meccanica”: 4 arresti - Le Cronache
Cronaca Cava dè Tirreni Agro Nocerino Sarnese scafati Ultimora

Rapina in casa da “Arancia meccanica”: 4 arresti

Rapina in casa da “Arancia meccanica”: 4 arresti
D'auria Aniello
Aniello D’Auria
ferdinando manzo
Ferdinando Manzo
massimo memoli
Massimo Memoli
vitiello armando
Armando Vitiello
Annarumma Giuseppe
Giuseppe Annarumma

POMPEI/SARNO/PAGANI/CAVA DE/TIRRENI. Terrorizzarono la vittima, sfondando la porta della sua abitazione, la legarono mani e piedi e la imbavagliarono, poi fecero razzia di soldi e monili. Un raid con un bottino di 2.000 euro pianificato grazie ad un 85enne vicino di casa che mise a disposizione la sua abitazione. Vittima un’anziana di 73 anni residente in via Civita Giuliana a Pompei, in una zona periferica. All’alba di ieri, i carabinieri del comando gruppo di Torre Annunziata al comando del tenente colonnello Antonio Petti, del maggiore Michele De Riggi, e del luogotenente Tommaso Canino della stazione di Pompei, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare a Sarno, Pagani e Cava de’ Tirreni, arrestando i quattro rapinatori, mentre al basista è stato applicato il divieto di dimora nella provincia di Napoli, nell’Agro nocerino e a Cava de’ Tirreni.
I cinque sono i componenti della banda che nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso fecero irruzione nella casa di un’ anziana, che viveva da sola nella periferia di Pompei.  Dopo aver sfondato la porta. I quattro rapinatori imbavagliarono la 73enne con nastro adesivo e rubarono danaro e preziosi, ma anche bijotteria per 2.000 euro circa. Il basista del raid era l’85enne Armando Vitiello di Sarno, vicino di casa della vittima, che aveva fornito informazioni sulle abitudini della vittima. Il ‘palo’ sarebbe stato il 42enne sarnese Giuseppe Annarumma, mentre i tre rapinatori sarebbero stati il 23enne Aniello D’Auria di Pagani, il 42enne  Massimo Memoli di Cava de Tirreni e il 59enne Ferdinando Manzo di Sarno. Questi ultimi tre, con volto coperto da un passamontagna, entrarono in casa con il volto coperto dai passamontagna, dopo aver sfondato la porta, poi legarono mani e piedi la vittima e  immobilizzarono la povera anziana sul letto. I malviventi imbavagliarono con nastro adesivo la donna e la minacciarono di cospargerla con l’alcol e darle fuoco se non avesse consegnato loro il danaro. La vittima fu terrorizzata con la minaccia di spararle se non avesse consegnato tutto quello che aveva. Indagato nell’inchiesta della procura di Nocera Inferiore anche un sesto complice che però non partecipò alle fasi del raid, anch’egli sarnese, identificato grazie ad un’auto di colore rossa notata nei pressi dell’abitazione della vittima il giorno prima del raid. Ad incastrare i rapinatori le intercettazioni telefoniche e le indagini dei carabinieri di Pompei.
Memoli, Manzo e Annarumma hanno precedenti specifici e sono stati più volte arrestati nel corso degli ultimi cinque anni. Manzo in particolare fu arrestato nel 2012 mentre scavava un tunnel per andare a rubare in un circolo.
Dall’esame dei tabulati telefonici del sesto uomo, l’indagato Michele Robustelli, i carabinieri sono risaliti ai componenti della banda ricostruendo spostamenti ma anche ascoltando conversazioni ‘confessorie’ da parte degli indagati. Infatti, i banditi nel corso delle conversazioni hanno parlato a più riprese delle fasi del raid nella casa di via Civita Giuliana.
La vittima, nella sua ricostruzione agli inquirenti, aveva raccontato il ruolo avuto dai singoli banditi: «il piccolo» , quello che la sorvegliava , mosso a pietà le aveva tolto lo scotch dalla bocca, ammonendola che se avesse urlato le avrebbe sparato. Poi aveva cercato dell’acqua per farla bere. Poi c’era «uno grosso e robusto»: il cattivo, che l’aveva minacciata di darle fuoco se non avesse consegnato tutto il danaro. Il proseguo delle indagini dimostrerà la loro eventuale colpevolezza.