di Andrea Pellegrino «Non ci sarà nessun gruppo consiliare Pd». Sgombra il campo da dubbi ed ambizioni il segretario provinciale del Partito democratico Nicola Landolfi che ieri mattina ha accolto nella sua sede il deputato Michele Ragosta e l’assessore Gerardo Calabrese, recentemente transitati da Sel al Pd. «I gruppi sono tre: Progressisti, Salerno per i Giovani e Campania Liberi. Questi resteranno fino alla fine, perché così ci siamo presentati all’elettorato». Poi, in futuro – interviene l’onorevole Ragosta: «Dopo la conclusione di questa consiliatura si vedrà se inserire il simbolo Pd». Quella del simbolo in aula consiliare è una questione ventennale. Landolfi ricorda: «Prima era l’Ulivo, oggi il Pd. Ma non è un marchio che fa del consigliere l’appartenenza. Qui a Salerno, gran parte dei consiglieri comunali sono del Pd ma ciò non significa che occorre marchiare il gruppo in Consiglio comunale». La seconda precisazione è di Michele Ragosta e Gerardo Calabrese: «Noi dimetterci dai propri incarichi? Perché mai». Ragosta, infatti dice: «Sono stato uno dei fondatori di Sel e naturalmente come ogni addio procura un dolore. Ma è una scelta obbligata. Oggi Sel non ha più ragione di esistere. Quanto alla richiesta di dimissioni da parlamentare, rispedisco tutto al mittente, ricordando la mia storia politica, ciò che ho fatto, quando mi sono candidato e che progetto c’era inizialmente. Voglio infatti ricordare solo un evento: alle primarie “Italia: Bene Comune” (quelle tra Bersani e Renzi, ndr), molti di noi hanno sostenuto Bersani. All’indomani delle elezioni c’era perfino la volontà di confluire nel Pd, poi solo le larghe intese hanno portato Sel altrove». Gerardo Calabrese, dalla sua dice: «Non sono passato con De Luca, anche perché sto in amministrazione da otto anni. Anzi da segretario provinciale avrei avuto forse più voce in capitolo. Quindi nessuna scelta opportunistica, anzi il contrario». Sulla richiesta di dimissioni? Incalza Calabrese: «All’atto delle dimissioni da segretario provinciale di Sel ho rimesso le deleghe di assessore nelle mani del sindaco e le dimissioni sono state respinte. Anzi Vincenzo De Luca mi ha incitato a proseguire il mio lavoro, certificando così un rapporto di fiducia». Ancora la precisazione è sul programma. O meglio su Centrale del Latte e sulla vendita delle aree pubbliche, punti cruciali che aveva fatto di Sel la maggiore antagonista interna del primo cittadino. «La nostra anima e le nostre scelte restano quelle – dice Calabrese – Certamente ci sarà una discussione interna al partito ed ognuno dirà la sua». Quanto alla Centrale del Latte, Ragosta ribadisce: «Abbiamo detto no e siamo per il no alla vendita. La nostra linea sarà comunque questa».
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