Enzo Sica
<Gli anni del Vestuti sono stati belli ed irripetibili per la nostra generazione. E’ vero che siamo stati quasi sempre a lottare in serie C, quella terza serie che, purtroppo, ritroveremo dopo dieci anni tra una settimana, ma il fascino del nostro stadio in Piazza Casalbore rimarrà sempre una pietra miliare per tutti noi>.
L’incontro con Corrado Liguori, ex medico sociale granata avviene proprio nello spiazzo antistante la tribuna centrale e nelle sue parole c’è ancora tanta nostalgia sociale visto che negli anni tra il 1980 ed il 1990 ha curato i muscoli di tanti calciatori che hanno giocato nella squadra granata anche se prevale, oggi, l’amarezza per questo ritorno in C con la consapevolezza mai abbandonata di tornare presto nei campionati superiori dove merita di stare la squadra granata nei prossimi anni. Eppure lui, tifoso granata abitante nel quartiere Carmine, si era posto un obiettivo quando da piccolo vedeva la squadra granata giocare al Vestuti ed era quello, poi raggiunto, che doveva specializzarsi in medicina dello sport per cercare di proporsi come medico sociale della sua squadra del cuore. E’ andata così,Corrado?
<Direi di si visto che, come ti dicevo, abitavo alle spalle della curva nord del Vestuti e da giovane medico lavoravo nella vicina clinica Tortorella. Poi anche per una circostanza fortuita, avevo solo 30 anni, ho sostituito un collega proprio come medico sociale ed ho esordito in panchina in questa mia nuova veste allo stadio Pinto di Caserta. L’allenatore in quel periodo era Lojacono, c’era la presidenza, se ricordi, guidata da Ventura e Troisi. Tornando a quella gara di Caserta che vincemmo 1 a 0 da allora diedi da allora la disponibilità a titolo gratuito per la squadra della mia città con un obiettivo raggiunto che, finalmente, si era concretizzato>
Quasi un colpo di teatro, come si dice in gergo, perchè arrivò anche come masseur un’altra persona che ha fatto la storia della Salernitana che fu Bruno Carmando?
<Si con Bruno abbiamo trascorsi anni bellissimi perchè si viveva solo ed esclusivamente per la Salernitana con tanti problemi che anche attraverso il suo centro Salus con uno staff sanitario di prim’ordine superammo brillantemente. Basti dire che all’interno dello stesso Vestuti fu anche istituito un servizio ambulanze che non era stato mai preso in considerazione visto che se si sentiva male qualcuno sugli spalti dovevo intervenire io come medico sociale>
Cosa è stata la Salernitana degli anni del Vestuti per te?
<Qualcosa di magico, di irripetibile.Ancora oggi (e sono trascorsi tanti anni) mi viene la pelle d’oca ricordando i momenti in cui si segnava un gol e ricordo l’incitamento costante dei tifosi della mitica curva sud che galvanizzano tutti. Certo ci sono state anche partite giocate male ma tifosi esprimevano il loro disappunto solo incitando la squadra sotto la finestra dello spogliatoio all’interno del Vestuti, sotto la tribuna>
Anni belli della regina della C meridionale che riusciva sempre a far valere la legge del Vestuti ed anche in trasferta era seguita da tanti tifosi, come oggi d’altro canto. E’ così?
<C’era rispetto per i ruoli, all’epoca ma soprattutto la nostra era una grande famiglia. Ancora oggi ci sentiamo con qualche vecchio calciatore. Ricordo le trasferte di Casarano con gol di Carmine della Pietra, di LIcata, Giarre, Monopoli. Siracusa, Nocera, Torre del greco, Benevento , Brindisi. Campi impolverati, molti anche senza erba, in terra battuta sui quali veramente si lottava ed anche strenuamente>
A Brindisi, poi, prima della partita contro il Taranto nell’ultima al Vestuti un gol di un grande calciatore?
<Si perchè Agostino di Bartolomei ci fece rivivere qualcosa di magico che probabilmente pochi si aspettavano e nella partita contro il Taranto, l’ultima al Vestuti nel 1990, presidente Peppino Soglia, ho dato l’addio al mio ruolo di medico sociale>
Fu un addio quasi traumatico dopo una decade in panchina?
<Da un lato forse si, dall’altro penso che un ricambio, in uno stadio come l’Arechi che era nato e doveva far posto al nostro mitico, caro vecchio Vestuti, ci doveva pur essere. Però mi sarebbe anche piaciuto continuare nel nuovo stadio a far parte dello staff sanitario granata. Ma questo, ripeto, non vuole assolutamente essere un rimprovero per la società dell’epoca che scelse altre strade>
Da allora solo tifoso e basta, guardando sempre con nostalgia e ricordando i mitici anni 80 che hai vissuto come medico sociale?
<Diciamo che ero tifoso allora, lo sono oggi con la famosa parola salernitanità che è e resterà nel mio core>
Ora purtroppo questo ritorno in C, tanta rabbia Corrado?
<Le soddisfazioni, tante, ci sono state negli ultimi dieci anni. Ora è vero, avverto rabbia e anche frustrazione ma nonostante tutto la fede e il sangue granata che scorre nelle mie vene così come in tutti i tifosi granata ci deve portare ad un riscatto perchè il bello del calcio è anche questo>





