La soluzione alla paventata chiusura dei punti nascita in Cilento potrà essere una deroga. Il territorio la attende e soprattutto le dirigenze dei tre ospedali cilentani coinvolti in quella che potrebbe essere l’ulteriore stangata per il comprensorio a sud della provincia. Tutto, ora, è nelle mani del governo e nello specifico del Ministero della Salute.
Il dicastero retto da Orazio Schillaci dovrà prendere tale decisione e potrebbe motivarla con una maggiore attenzione ai territori marginali qual è il Cilento con i nosocomi di Vallo della Lucania, il “San Luca”, di Sapri, il “Dell’Immacolata”, e di Polla, il “Luigi Curto”. Le 400 nascite previste come numero minimo dall’arcinoto decreto non sono state superate e stando ad esso, i reparti neonatali dovranno abbassare le serrande. Ciò può avere diversi risultati, tutti ovviamente negativi. Su tutti, preoccupazione paventata dal responsabile del reparto gravidanza a rischio di Salerno Mario Polichetti, c’è la ricaduta negativa che si avrà sugli altri ospedali del territorio. Una donna di Sapri, giusto per fare un esempio, sarà costretta a raggiungere Battipaglia o addirittura Salerno se vorrà partorire in una struttura pubblica.
Quelle private ci sono e rappresentano delle piccole eccellenze, ma non tutti possono permettersela o, semplicemente, vogliono usufruire della cosa pubblica, sacrosanto diritto sancito dalla Costituzionale. In ogni caso, partorire in ospedali così lontani dal proprio luogo di residenza può mettere a serio rischio il parto e diventa doveroso dunque, con la chiusura del punto nascita, il potenziamento delle rete di ambulanze, altra grave criticità del Cilento. Ad oggi, la medicalizzata su Agropoli è soltanto una e di altre parole non c’è bisogno. Vallo della Lucania e paesi limitrofi sono messi leggermente meglio, ma non c’è da cantare vittoria. Il punto nascita più prossimo al Cilento sarebbe Battipaglia con l’ospedale “Santa Maria della Speranza”, ma fin da oggi c’è un problema più che grave. Non ci sono medici, non ci sono infermieri e mancano anche altre figure professionali. I reparti sono costantemente al collasso con gli operatori he non riescono a dare il meglio, anche a causa di turni lunghi e fin troppo massacranti.
La situazione dell’Agro Nocerino Sarnese
Il Cilento è in ottima compagnia: anche nell’Agro c’è un ospedale a rischio ed è il “Villa Malta” di Sarno, altro presidio ospedaliero dove non si è raggiunto il fatidico numero. Le puerpere dell’Agro andranno a ricadere su Salerno. Al momento, la situazione al “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” non di emergenza, ma anche lì c’è la problematica della mancanza di personale e un maggiore affluenza può iniziare a costituire una seria criticità anche, o soprattutto, alla luce dell’ormai atavica mancanza di personale che colpisce trasversalmente tutti i reparti. I soldi sono finiti, l’Azienda Sanitaria Locale di Salerno fatica a coprire le spese, ma nel frattempo si pagano a pese d’oro consulenze esterne, frutto di accordi decennali con ospedali di altra provincia. Qualcosa deve muoversi e deve farlo al più presto, perché il tempo stringe. La lotta allo spopolamento passa anche da qui