Sembra che ormai non ci sia davvero più nulla da fare: a partire dal prossimo primo gennaio, i punti nascita delle strutture cilentane saranno chiusi. Sul futuro c’è molta incertezza, ma di certo in Cilento non si potrà nascere. Questa ipotesi viene combattuta con forza dal territorio e in ultimo dice la sua il sindaco di Vibonati Manuel Borrelli.
Lo fa con una nota alle istituzioni: «Ritengo necessario che l’Azienda Sanitaria Locale di Salerno indichi quanto prima una strada da percorrere per non lasciare nell’incertezza più totale le popolazioni del basso Cilento – il primo cittadino del centro del Golfo di Policastro – i parlamentari eletti in Provincia di Salerno dovrebbero lavorare per modificare il decreto Balduzzi – conclude – che mortifica di fatto le aree più periferiche e disagiate del Paese».
Il sindaco si riferisce al decreto firmato dall’allora ministro alla sanità del Governo Monti Renato Balduzzi il quale prevede le quattrocento nascite annue come requisito fondamentale per il mantenimento dei reparti neonatali nelle strutture ospedaliere. Nel 2022, il traguardo non è stato raggiunto e dal prossimo primo gennaio, dunque, i reparti dovranno tiare giù la serranda e chiudere. Ciò avverrà se non ci saranno deroghe o particolari proroghe o se, ipotesi remota, la Regione dovesse intervenire con un decreto lampo e salvare i reparti cilentani. Ormai, però, tutto sembra scritto e purtroppo inevitabile.