Psaut, l'intervento di Emanuele Sica - Le Cronache Attualità

“Cronaca di una chiusura annunciata”. Il consigliere di minoranza Emanuele Sica, rappresentante di “Libertà e Progresso”, commenta così, parafrasando un capolavoro del ‘900, l’ormai certo depauperamento del Psaut.

Il presidio di Capaccio Scalo sito in Piazza Santini sarà ridimensionato a partire dal prossimo 15 di settembre e poi totalmente dismesso a far data dal primo ottobre. «Lo avevamo detto in campagna elettorale – le parole di Sica – e, tuttavia, ci dispiace dover rilevare che, anche su questo argomento, i nostri timori erano più che fondati. Non si tratta di speculazione politica, né vogliamo puntare il dito, a prescindere, contro gli amministratori locali, che in materia sanitaria hanno pochi poteri, ma un primo cittadino, che in questo ruolo, a livello locale, rappresenta la massima carica anche in ambito sanitario, può e deve far valere i diritti della città.

È inconcepibile che si perda un presidio così importante, così fondamentale per i cittadini e per i residenti di un ampio territorio. Dal prossimo ottobre, il pronto soccorso più vicino sarà Battipaglia, con tutte le criticità del caso. Agropoli, lo sappiamo, non ha un presidio capace di trattare le emergenze e il paziente viene mandato a Vallo della Lucania. Il nostro riferimento, dunque, è verso nord ma i tempi di percorrenza saranno molto alti».

Le argomentazioni di Sica sono purtroppo particolarmente forti: «Un cittadino di Capaccio Paestum colpito da infarto, giusto per fare un esempio, potrà essere soccorso? E da chi? L’ambulanza da dove partirà? E soprattutto ci sarà un medico a bordo? A queste domande dovrebbe rispondere l’Azienda Sanitaria Locale o qualche riferimento regionale, elementi amministrativi la cui vicinanza politica è stata più volte rivendicata e messa in mostra».

«Chi di dovere – ragiona Sica – dovrà spiegarci cosa è successo e soprattutto cosa devono aspettarsi i cittadini di Capaccio Paestum e dei comuni limitrofi. In ogni caso, noi non staremo a guardare e faremo qualsiasi cosa per tutelare il diritto alle cure e all’assistenza sanitaria come sancito dalla nostra Costituzione». E dunque il territorio cilentano, dopo Agropoli che è ancora senza un ospedale degno di tale nome nonostante le promesse di sindaci, presidenti di Regione de putati vari, alcuni dei quali con lo stesso cognome, a breve perderà un altro presidio di tutela della salute del cittadino. Vivere nel Cilento diventa sempre più difficile e complesso grazie proprio a queste politiche di tagli alla spesa pubblica che come una mannaia cadono sulla salute e sulla sanità di tutti i cittadini, nessuno escluso.