Luciano Provenza è uno dei consiglieri comunali che ha votato contro la decadenza del sindaco viceministro De Luca. Quindi contro la sua stessa maggioranza. Ma Provenza è pronto a difendere la sua scelta, certo che la normativa non è «assolutamente chiara». Non fosse altro – dice – che «la legge è entrata in vigore dopo l’elezione di De Luca sindaco». E poi – sostiene: «Non vedo nessun conflitto d’interesse. Con la decadenza di De Luca, vedo solo un danno per la comunità salernitana». Ma ecco cosa dice l’avvocato Luciano Provenza (consigliere comunale di Campania Libera) Perché ha votato contro la decadenza del sindaco? «Ho votato contro la decadenza perché la normativa non è assolutamente chiara. E’ vero c’è una legge la 148/2011 che prevede l’incompatibilità tra le cariche di governo ed altre cariche elettive, ma questa legge è entrata in vigore dopo l’elezione di Vincenzo de Luca a sindaco, quindi non può retroagire» Vuole chiarire meglio questo concetto? «Nell’ordinamento giuridico vi è un principio espresso con il brocardo “tempus regit actum”. In altri termini qualsiasi fattispecie è sempre regolata dalla legge del tempo. Quando De Luca è stato eletto sindaco, poteva fare anche il vice-ministro, in quanto non era stata ancora introdotta questa incompatibilità. Gli elettori salernitani, tre su quattro, quando hanno votato De Luca sindaco, hanno inteso far durare il suo mandato fino al 2016, atteso che all’epoca la carica di viceministro era compatibile con quella di primo cittadino». Allora il Consiglio comunale ha sbagliato a votare la decadenza? «Il Consiglio comunale ha leso il sacrosanto diritto per una democrazia, rappresentato dall’elettorato attivo, ossia gli elettori. Anzi a mio giudizio il consiglio comunale non era neanche legittimato ad avviare la procedura di decadenza in quanto l’elezione di De Luca è antecedente all’entrata in vigore della legge. Un eventuale procedimento per constatare la incompatibilità avrebbe dovuto essere avviato eventualmente da altro organo dello stato». Ma scusi, De Luca è stato nominato viceministro dopo l’entrata in vigore della legge 148/2011 e quindi in un periodo successivo. In base alle sue argomentazioni è incompatibile. «Giusta osservazione. In realtà il problema è proprio questo. La legge sull’incompatibilità è entrata in vigore nel periodo ricompreso tra l’elezione a sindaco e la nomina di vice-ministro, cioè dopo che De Luca è stato eletto sindaco e prima che lo stesso è stato nominato ministro. A mio giudizio il momento da “fotografare” è il primo, non il secondo. La legge del tempo in cui De Luca è stato eletto sindaco non precludeva alcuna incompatibilità e pertanto per tutti coloro che sono stati eletti con quel regime normativo, l’incompatibilità decorre dalla successiva elezione a sindaco». La sua mi sembra una interpretazione un po’ forzata, se così non fosse perché altri due ministri-sindaci del centro sinistra si sono dimessi dalla carica di sindaco? «E’ stata una loro scelta, ma occorre precisare che erano sindaci in amministrazioni, con scadenza naturale del mandato per il 2014 e non per il 2016. In altri termini non hanno alterato la vita dei consigli comunali e delle giunte che comunque arriveranno a fine mandato. La mia non è un’interpretazione forzata, anzi la forzatura l’ha fatta il consiglio comunale di Salerno. Se così non fosse, non mi spiegherei per quale motivo, l’Anci ( l’associazione dei comuni) si è premurata di emanare una nota chiara e precisa circa l’irretroattività del decreto 39/2013. Con questa ultima norma sono state introdotte altre incompatibilità tra le cariche pubbliche elettive e lo svolgimento di incarichi dirigenziali. Ebbene per questo decreto l’Anci ha espresso chiaramente che le nuove incompatibilità non operano rispetto alle cariche già ricoperte prima dell’entrata in vigore della legge. Lo stesso ragionamento va fatto anche per De Luca, la carica elettiva sindacale è antecedente alla legge 148/2011 e quindi gli effetti di questa legge dovrebbero restare inefficaci». I suoi colleghi del consiglio comunale hanno posto l’accento su chiare sentenze della Corte Costituzionale. «Mi sono premurato di approfondire i testi delle sentenze della Corte Costituzionale e posso garantirle che non hanno nulla a che vedere con la questione De Luca. Attengono a fattispecie del tutto diverse. Trattasi di incompatibilità tra parlamentari ed altre cariche, quali quella del sindaco. Vincenzo De Luca non è parlamentare». A questo punto viene spontaneo chiedersi se Lei è contro la Sua maggioranza che ha approvato la decadenza di De Luca. «In questo caso ho votato contro e sosterrò la mia tesi anche in futuro perché ritengo che anche sotto il profilo dell’opportunità, il consiglio ha sbagliato. Sotto l’aspetto economico, il duplice ruolo comporta un risparmio per lo Stato in quanto De Luca percepirà una sola indennità. Non vi è conflitto d’interessi perché questo ricorre nel caso di vantaggi per il soggetto, il suo coniuge o i suoi parenti, mentre e mi sembra che l’unico vantaggio possa essere arrecato solo alla nostra comunità salernitana».
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