di Andrea Pellegrino
Tutti sapevano di quel che stava accadendo durante le primarie parlamentarie del Pd di fine 2012. Soprattutto a Nocera Inferiore, dove dalle intercettazioni raccolte durante l’inchiesta sulla variante in corso d’opera dei lavori di Piazza della Libertà, emerge il coinvolgimento della segreteria provinciale democrat, e nel caso specifico di Nello Mastursi e dei vertici cittadini del Pd nocerino. Compreso Antonio Iannello, già candidato sindaco di Nocera Inferiore, in stretto contatto con Enrico Esposito, amministratore della Esa costruzioni, finito al centro di varie inchieste salernitane, Piazza della Libertà compresa. Iannello, infatti, si interessa anche delle vicende salernitane e strettamente collegate a Piazza della Libertà ed alla Esa Costruzioni. Ma gioca un ruolo rilevante anche durante le famose primarie parlamentarie che, fin dal giorno successivo ai risultati, furono al centro di aspre polemiche ed anche di ricorsi presentate dall’allora senatore uscente Alfonso Andria.
A Nocera Inferiore, si concorda che debbano uscire voti per Fulvio Bonavitacola, il deputato uscente, oggi vicegovernatore della Campania, che si è speso nel corso del tempo a favore della “causa Esa” a Palazzo di Città. Da Salerno pochi giorni prima del 29 dicembre arriva l’ordine di scuderia: Bonavitacola – Lamberti alle primarie per la scelta dei candidati al parlamento.
I contatti sono serrati anche con la controparte. Al punto che anche Vincenzo Petrosino, altro candidato alle primarie, entra in partita. Alla vigilia del voto, è Massimo Petrosino, all’epoca consigliere comunale di Nocera Inferiore, cugino del candidato, a concordare un piano con Enrico Esposito. «Insacchiamo 150 a Fulvio, il resto non prende niente nessuno, prende secondo me 50, 60 voti Alfonso Andria, Valiante sta andando facendo elemosina con tutti quanti e non prende nemmeno il c..»
In un primo momento Iannello ed Esposito vogliono rifiutare la proposta. Soprattutto Iannello. Ma il giorno delle elezioni lo scenario cambia nuovamente ed Enrico Esposito si fa arrivare direttamente 400 euro, in tagli da 2 euro da un suo collaboratore. Alle 19,15 dello stesso giorno s’accerta che le schede fossero state compilate a favore di Bonavitacola e Lamberti. Per le restanti dispone l’accoppiata «Petrosino, Fusco». Poco dopo Esposito comunica il tutto a Mastursi che chiede di rincarare la dose: «Se si tratta di un po’ di più è meglio! Sopra a Fulvio, tanto non è concorrente (di Petrosino, ndr)».
Riparte nuovamente l’ordine di imbucare le schede, d’intesa con Petrosino. Solo che al seggio mancano materialmente le schede per votare. Così non resta che accontentarsi di ciò che c’è. L’indomani, però, a scrutino chiuso non c’è corrispondenza tra votanti e schede che escono dall’urna: a fronte di 1.200 elettori giunti al voto (come risulta dalle firme apposte sui registri) erano state redatte e introdotte nell’urna 1.800 schede,
Iannello preoccupato contatta Esposito: «se qualcuno va a prendere il verbale se ne accorge…se somma le preferenze degli uomini sono 120 in più rispetto ai 1.800 votanti, capito? che casino abbiamo fatto come gli scemi…ho sentito a Nello “Nè, vediamo di cambiare questi verbali”».