di Andrea Pellegrino L’inchiesta su Porta Ovest risale al 2013. All’epoca c’erano gli iscritti sul registro degli indagati ed una indagine portata avanti dalla Procura di Salerno e dalla Dia. In principio, infatti, il cantiere – prima del sequestro avvenuto ad inizio giugno – era finito sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità giudiziaria che era sulle tracce di alcune ditte ed imprese coinvolte nella fornitura di materiali edili. L’ipotesi formulata all’epoca era di ricettazione e truffa per i dirigenti e i tecnici impegnati nella costruzione delle gallerie mare – monti di Salerno. Una ipotesi di reato che sarebbe rimasta in piedi ed accompagnata, poi, dall’inchiesta bis della Procura di Salerno che ha portato poi al sequestro dell’opera, dopo le segnalazioni di crolli avvenuti in alcune parti del cantiere, oggi riaperto parzialmente solo per consentire alcuni lavori di messa in sicurezza da parte della Tecnics spa. I sigilli furono apposti proprio dalla Dia che durante l’operazione ispezionò tutti i mezzi presenti a via Ligea. Un provvedimento urgente in considerazione di preoccupanti cedimenti verificatisi all’interno dei trafori. Ora la Procura di Salerno attende la relazione dei tecnici incaricati (tra cui il noto geologo Franco Ortolani) per far chiarezza. Ed il nesso con l’originaria indagine riguarda l’utilizzo dei materiali. Nel 2013, così come a giugno, seppur con ipotesi di reato differenti, l’inchiesta, condotta dai pm Alfano e Senatore, verte tutta sui materiali usati per la realizzazione dell’opera, in alcuni suoi tratti poi crepata. E sulla realizzazione del tunnel pende anche un parere negativo da parte della società Autostrade rispetto ad una variante in corso d’opera. La stessa società che avrebbe chiesto verifiche su alcuni piloni che sono in prossimità del lungo cantiere in galleria. Ma la Tecnis, società aggiudicatrice dell’appalto messo a bando dall’Autorità portuale di Salerno, era già finita nel mirino della magistratura siciliana. Nel 2011 finì sotto “osservazione” per i lavori al porto di Marina di Ragusa. Anche all’epoca la lente di ingrandimento dei magistrati riguardò i materiali utilizzati per i lavori. All’inizio di quest’anno, poi, la stessa ditta è stata coinvolta, pur non finendo sotto inchiesta, nel caso del cedimento del viadotto Scorciavacche sulla strada di collegamento tra Palermo ed Agrigento in virtù del fatto che a fare i lavori fu proprio la catanese Tecnis, in Ati con la Cmc di Ravenna e Ccc di Bologna. Intanto l’Autorità Portuale di Salerno, guidata da Andrea Annunziata valuta la costituzione di parte civile nell’ambito dell’eventuale procedimento penale. L’incarico è stato già aggirato all’avvocato Andrea Castaldo, docente di diritto penale all’Università degli Studi di Salerno.
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