Pontecagnano. La Procura archivia ma la perizia è sbagliata - Le Cronache
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Pontecagnano. La Procura archivia ma la perizia è sbagliata

Pontecagnano. La Procura archivia ma la perizia è sbagliata

di Michelangelo Russo

Nei giorni scorsi è pervenuta notizia a questo giornale della avvenuta richiesta di archiviazione del PM di Salerno nell’esposto presentato nel 2020 da Sinistra Italiana e Amici di Beppe Grillo sulle presunte illegittimità della grandissima lottizzazione, per 700 appartamenti, prevista sulle sponde del Picentino, tra Salerno e via Budetti di Pontecagnano. In particolare gli esponenti denunziavano la abusività della mega-lottizzazione, per totale evasione degli obblighi di urbanizzazione che si erano assunti il Comune di Pontecagnano e i lottizzatori tramite uno strumento urbanistico, il cosiddetto “Masterplan”, (che è un assetto della zona concordato tra privati e Comune), che prevedeva la costruzione di un nuovo ponte sul fiume tra Salerno e Pontecagnano. Questo per farscorrere meglio il traffico, aggravato dall’esponenziale crescita di cemento con i 700 appartamenti nuovi. Gli ambientalisti denunziavano quindi l’assurdo rilascio dei permessi a costruire nonostante che il Ponte non potesse nemmeno essere realizzato, né ora né mai, per totale indifferenza del Comune. L’esposto chiariva che la sottoscrizione del Masterplan è un vero e proprio accordo vincolante, per cui venir meno a tali accordi costituisce inesistenza dei presupposti dell’adozione dei PUA (piani di realizzazione effettiva dei singoli lotti) poiché non conformi all’accordo
giuridicamente vincolante (è stato sottoscritto da tutti, e quindi è come un contratto. Pacta sunt servanda!). Ma cosa è successo? L’archiviazione del P.M., secondo i documenti consegnati a questo giornale da uno dei sottoscrittori dell’esposto è basata sulle conclusioni di una consulenza tecnica del P.M. che, a dire dei denunzianti, è totalmente contraddittoria, nelle conclusioni come nelle premesse; per cui i denunzianti, attraverso queste colonne, invitano il P.M. a una rilettura (sulla scorta di quanto diremo) che induca il P.M. ad un ripensamento e a una segnalazione al GIP del grave sbaglio del suo consulente. Veniamo al fatto: il P.M. chiede l’archiviazione perché il consulente conclude per l’inesistenza del vincolo paesaggistico di rispetto del limite dei 150 metri dal fiume Picentino; pertanto le costruzioni non dovevano ricevere il nulla osta dalla Sovrintendenza. Questo perché tutta l’ex area industriale (che corre lungo la sponda del fiume) rientra nelle esclusioni previste dall’art. 42 lettera c del decreto legislativo 42/2004 dall’obbligo del parere preventivo (senza il quale i permessi a costruire sono illegittimi). In effetti l’articolo citato esclude dal vincolo quelle aree classificate non come terreni edificatori zone A e zone B (cioè centri abitati già costruiti, per cui il vincolo paesaggistico non avrebbe senso) ma aree di diversa natura (per es. terreni industriali abbandonati), purché tali aree non edificate in senso stretto rientrino nelle aree del perimetro urbano in vigore nel 1973. Nel caso nostro le aree del megaprogetto stavano nel perimetro urbano
di Pontecagnano del 1973, per cui, a prima vista, il perito sembrerebbe aver ragione. Ma non è così! Perché il perito non ha citato il seguito dell’articolo 142. Che dice che la questione del perimetro vale solo per i Comuni che nel 1985 (quando fu varata la legge Galasso paesaggistica) non avevano strumenti urbanistici adottati. E nel 1985 il Comune di Pontecagnano se non aveva ancora il Piano Regolatore Generale (adottato l’anno dopo) aveva però il Piano di Fabbricazione (su internet si trova il link della rivista “Il Ponte” del nov.2000, da cui si apprende che il Piano di Fabbricazione fu adottato nel 1970, ed era in vigore nel 1985!). Orbene, da sempre Cassazione e Consiglio di Stato hanno parificato Piano regolatore e Piano di Fabbricazione come strumenti urbanistici. E poiché l’art. 142 della legge 42/2004 dice espressamente che sono esentate dal vincolo solo le zone diverse da A e B perimetrate nei Comuni privi di strumento urbanistico nel 1985, ecco che la frittata è fatta e il consulente del P.M. ha preso un abbaglio incredibile. La maggior parte dell’area delle nuove, immense lottizzazioni (700 appartamenti complessivi) era ricompresa nel vincolo paesaggistico. Ma questa, si badi, non è una interpretazione della legge fatta dalle colonne di questo giornale. Nella prossima puntata vi riveleremo cose che vi strapperanno più di una risata.
A presto !!!